New York 24 giugno 2023 by Matteo Corsini
Alcuni amici a Wall Street la chiamano The Feeding frenzy, la frenesia finanziaria, che sui circuiti finanziari OTC , quelli dello shadow banking, si intendono operazioni a leva coperte da SWAP E CDS. Una gigantesca montagna di denaro incontrollata che si sparge ovunque ci sia bisogno di denaro e che segna interessi a 2 cifre. Ma nello stesso tempo girano contro questi finanziamenti l'aumento dei tassi di interesse con effetto moltiplicatore del costo delle coperture i famigerati CDS che salgono alle stelle.Un gioco al massacro dove ci sono dentro tutti per 20 mila miliardi e forse di più.Un grande tavolo dal gioco il gross market value in cui tutti si abbuffano per riempirsi lo stomaco senza guardare troppo alle conseguenze.
Il denaro è bello afferrarlo quando arriva come fanno gli orsi alla risalita dei salmoni. Inutile essere prudenti, la leva e il gancio delle ricoperture ammorbidiranno il collasso delle strutture, se dovesse ripresentarsi come nel 2008 con Lehman. "Non accadrà, non accadrà, ripetono i molti senza capire che lo scontro delle ricoperture alla fine lascerà fuori dal paniere milioni di investitori che non riusciranno a rientrare al momento buono.Salterà tutto in aria, faremo un bel botto, come nel 2008 o anche prima nel 1929 al crollo di Wall street. Arriveremo al momento in cui nessuno riuscirà a ricoprirsi ad assicurarsi sul rischio assunto per l'ennesima speculazione. Il mercato dello shadow bankin è immenso e incontrollabile. Quanto male avrà fatto alla nostra economia non lo sappiamo ancora, purtroppo ce ne accorgeremo quando l'ennesimo crack sui mercati ci sveglierà al mattino, uno come tanti altri.
Questa volta è il gross market value (valore lordo di mercato) degli otc a rivelare il problema. Nel semestre analizzato, è cresciuto del 13% toccando i 20.700 miliardi di dollari. Un livello mai visto nei sei anni precedenti.
Nelle poco comprensibili parole dei banchieri, questa enorme cifra sta indicare «la somma di tutti i contratti derivati otc in essere, con valori di sostituzione positivi e negativi valutati ai prezzi di mercato prevalenti alla data di riferimento». In altre parole, se al 31 dicembre 2022 tutti i contratti otc fossero stati chiusi, quella sarebbe stata la somma necessaria per saldare le differenze.
L’enorme crescita è dovuta ai derivati stipulati sull’andamento dei tassi d’interesse (ird, interest rate derivatives) e riflette la grande incertezza provocata dall’inflazione e dagli aumenti dei tassi da parte della Fed e della Bce. È la stessa Bri a evidenziare il problema quando, spiegando il significato del gross market value, afferma che «i valori lordi di mercato forniscono informazioni sull’entità potenziale del rischio di mercato nelle transazioni in derivati e sul relativo trasferimento del rischio finanziario in atto”.
Il gross market value degli ird denominati in euro è aumentato del 23% nella seconda metà del 2022, dopo un aumento del 37% nella prima metà.
Quello degli ird in dollari è aumentato rispettivamente del 40% e del 30%. Poiché i tassi fissati oggi dalle banche centrali sono saliti sopra quelli prevalenti al momento della stipulazione dei contratti, il loro valore lordo di mercato è, quindi, aumentato.
Ciò vuol dire che servono molti più soldi per coprire i contratti in scadenza o in difficoltà. Chi si trova in una simile situazione avrà bisogno di maggiore liquidità, per cui cercherà di far cassa vendendo degli asset in suo possesso, oppure pagherà con soldi presi in prestito a tassi molto salati. Tali comportamenti, ovviamente, influenzano negativamente i mercati.
Questo è il secondo effetto destabilizzante provocato dalla politica yo-yo delle banche centrali: prima tasso zero e tanta liquidità inflattiva e poi, con l’aumento dei tassi, la repentina e continuata chiusura delle bombole di ossigeno. Il primo effetto è stato la mina posta sotto i titoli, soprattutto quelli pubblici, venduti in passato a tassi bassi e oggi, dopo il rialzo dei tassi, non più rimunerativi.
Nel secondo semestre 2022 il valore nozionale di tutti gli otc è, invece, rimasto quasi invariato, 618.000 miliardi di dollari, con un aumento di soli (!) 14 mila miliardi. Il valore nozionale è l’ammontare di tutti i derivati sottoscritti, una cifra enorme, quasi impensabile, che indica la dimensione della bolla in caso di collasso sistemico. I fautori della bontà dei derivati hanno sempre contrapposto il gross market value a quello nozionale, sostenendo che il secondo non rifletterebbe il vero rischio sottostante. Adesso, però, devono fare i conti con l’impennata del primo!
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