Torino 6.12.2008 (corsera.it)
Arsi vivi,bruciati dentro,il cuore strappato alla vita. Mi domando e ci dobbiamo domandare come si può fermare il fuoco,le fiamme che avvolgono un corpo,come si fa a fuggire al destino e chiedere pietà a Dio di colpe che non si sono commesse.
Quel lampo ha distrutto la vita di 7 uomini e quella di altrettante famiglie. Ha lasciato dentro il mondo un senso di vuoto,indefinibile,che aleggia ovunque sopra di noi,in ogni luogo di lavoro,campeggia con la sua scritta solenne: non lasciatevi ingannare. Ma qualcosa quella notte tra il 5 e il 6 dicembre del 2007 è accaduto,travolgendo l’esistenza di alcuni operai che lavoravano durante il loro turno ,uno dietro l’altro,raccontandosi le proprie storie,magari fischiando e cantando. Erano e saranno sempre la forza stessa del tempo,la forza degli uomini che costruiscono la storia,uomini che ogni giorno indossano la tuta blu per affrontare con sacrificio gli impegni famigliari. Sono uomini bruciati vivi,sono uomini senza più ossa,uomini che non possono camminare,né sorridere ai loro cari,uomini che ricorderemo ancora oggi e poi domani di loro non si saprà più nulla. Quel marchio Thyssen rimane scolpito nei loro volti,nei corpi,nelle membra dilaniate. Abbiamo speranza che qualcosa sia diverso domani,che qualcuno utilmente racconterà questa storia.
La cerimonia e la Messa a Torino.
Questa mattina nella cappella del cimitero monumentale di Torino si è tenuta una messa solenne in memoria dei sette operai arsi vivi nella notte tra il 5 e il 6 dicembre del 2007 sulle linea 5 dello stabilimento di Corso Regina Margherita. Alla cerimonia religiosa erano presenti il Sindaco di Torino Sergio Chiamparino, Beppe Castronovo Presidente del Consiglio comunale,Antonio Saitta Presidente della Provincia e il Presidente della Regione Mercedes Presso,c’era anche il Prefetto Paolo Padoin e Renata Polverini dell’UGL e Piero Fassino insieme al Segretario regionale Franco Morgando,l’ex Ministro del Lavoro Cesare Damiano.Accanto all’altare i gonfaloni della Provincia,della regione e della città di Torino,immancabile lo stendardo della Juventus,la squadra del cuore di molti degli operai. Ad onorare la squadra di calcio anche il suo Presidente Giovanni Coboldi Gigli. Don Lorenzo Lettiga ha officiato la cerimonia dichiarando: “Il loro sacrificio non è andato perduto.”
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