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CORSERA AFGHANISTAN LA SCONFITTA DI KABUL, DATEMI UN MITRA E MANDATEMI A SALVARE MIA FIGLIA. LA BATTAGLIA PERDUTA DELLA CIVILTA' OCCIDENTALE

London 21 agosto 2021 CorSera.it by Matteo Corsini  ( Fondatore dell' Enciclopedia Universale delle Scienze Giuridiche )

Kabul, quando guardiamo le immagini dei marines americani, in piedi sulle torrette intorno al muro di cinta dell'aereoporto, assiepato da migliaia di afghani in cerca di libertà, vediamo davanti a noi l'immagine della grande sconfitta della civiltà occidentale, quella che intenderebbe tutelare la vita delle donne di ogni paese e oggi dalle atrocità dei talebani. Eppure, quella che vediamo difronte ai nostri occhi è lo scenario apocalittico di una guerra perduta senza appello, dove ai confini della frontiera della disperazione, le donne e gli uomini di Kabul, cercano un appiglio per fuggire e non arrendersi ad un destino infausto,che fa orrore al nostro senso di giustizia, come esseri umani.

Il senso di angoscia è profondo in tutti noi: non è soltanto assistere al crollo delle torri gemelle (che fu un attentato terroristico, un feroce atto di guerra) ma è come abdicare ai principi fondamentali della civiltà umana, cancellare per sempre quei valori inalienabili di libertà e sicurezza personale,  a cui le donne e gli uomini afghani hanno diritto sacrosanto, e per i quali ogni essere umano dovrebbe e deve combattere solidale e unito, senza mai rinunciare voltandosi indietro.Ma in questo momento non siamo capaci neanche di esternare la rabbia, il dolore, la voglia di reprimere una volta per sempre questo rigurgito violento, tornato a galla per mano delle bande armate dei tagliagola talebani. E' tutto davanti a noi, i volti di questi asfghani bellissimi, uomini e donne, che con passaporto in mano cercano la via di fuga, dalle bande dei tagliagola talebani che hanno invaso le città afghane. Donne e uomini, che nel corso degli ultimi venti anni, a costo di enormi sacrifici e pesanti perdite umane tra i familiari, hanno contribuito a risanare la loro civiltà, dagli orrori dei fanatici religiosi. Kabul è stata martoriata da continui attentati dinamitardi, orrore nell'orrore della guerra, alla perfidia dei talebani, agli atti violenti, feroci. Questa gente aveva ritrovato una vita di maggiore serenità, di sviluppo, di speranza del futuro. Lascia attoniti di come molti di questi afghani abbiano ben appreso la lingua inglese e che siano così spigliati, così vicini a noi, direi identici ai nostri figli, con la stessa medesima luce negli occhi. 

 Fa male al cuore, vedere questa gente spingersi l'una contro l'altra per trovare il bandolo di una matassa inestricabile, quella che dovrebbe condurli alla salvezza e che al contrario si comprime ai piedi delle barriere Jersey , come trasformati in pochi minuti in profughi in casa loro, senza più niente tra le mani, di quanto abbiano costruito nel corso della loro esistenza. Fa male vederli ridotti come bestie, la loro dignità calpestata da delinquenti criminali di bassa lega, ragazzotti urbiachi e drogati, senza nè arte e nè arte. Madri e figlie avviluppate dal terrore di essere sgozzate, stuprate, vendute, rese schiave, da una banda di tagliagole violenti e impotenti.

Mi viene rabbia a vedere tutto questo e vorrei imbracciare un mitra, armarmi, vestirmi da soldato e infilarmi in uno dei tanti cargo, per arrivare fino a Kabul e infilare una pallottola dritta nella fronte del primo talebano che incontrerò. Non credo nella violenza, quale strumento per opporsi alla violenza, ma credo che per difendere le donne e le bambine dell'Afghanistan non ci sia purtroppo altro da fare che imbracciare le armi e cacciare via dalle città i talebani.Quella gente chiede aiuto, sono donne e uomini che imprecano il mondo occidentale per essere liberi e felici con le loro famiglie. Noi occidentali non possiamo stare a guardare e lamentarci come la Merkel, se l'Europa ha fallito nei suoi propositi. Ogni momento spero che John Biden cambi idea e spedisca a Kabul decine di migliaia di aerei pieni di marines, pronti a difendere ogni vita umana su quel sentiero della libertà e della speranza che non deve essere mai negata a nessun essere umano. Libertà per gli afghani per le donne e i loro figli. 

Datemi un mitra e andiamo in Afghanistan e andiamo salvare le nostre figlie, i nostri figli e le nostre madri.

 

Matteo Corsini 

 

 

 

Quanto sta avvenendo in Afghanistan "è una tragedia per gli afghani ma anche un brutto colpo per la comunità internazionale". Lo ha detto la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, oggi in visita all'hub in Spagna per gli afghani trasferiti dal Paese. "Con i talebani non ci sono colloqui politici, nessun riconoscimento per i talebani". A dirlo la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, in un punto stampa congiunto con il premier spagnolo Pedro Sanchez e con il presidente del Consiglio europeo Charles Michel nell'hub per lo staff afghano della delegazione Ue evacuato nella base aerea di Torrejon. "Abbiamo contatti operativi con i talebani in questo momento di crisi, perché abbiamo bisogno di agevolare" l'uscita delle persone a Kabul, "i contatti operativi sono necessari, per salvare vite, ma questo è totalmente diverso da colloqui politici", ha dichiarato von der Leyen. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha avvertito che "non si può destinare un euro di aiuti umanitari a un regime che nega alle donne i loro diritti e le loro libertà", ha detto  von der Layen. "Possiamo ascoltare i talebani, ma li misureremo in base alle loro azioni", ha aggiunto. Con quanto sta accadendo in Afghanistan dovremo "analizzare come l'Ue possa  impiegare le proprie capacità di influenzare le relazioni nel mondo in modo positivo, per difendere i propri interessi. Si tratta del dibattito sull'autonomia strategica dell'Ue. Sono convinto che nei mesi a venire questo tema resterà in alto nell'agenda europea". Così il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, sottolineando come la situazione in Afghanistan  "non è certo un successo della comunità internazionale". Borrell: impossibile evacuare collaboratori entro il 31 agosto E' "impossibile" evacuare tutti i collaboratori afghani da Kabul entro il 31 agosto: a dirlo all'Afp e' il capo della diplomazia dell'Ue, Josep Borrell. "Il problema è l'accesso all'aeroporto", ha affermato Borrell spiegando che sono le misure di controllo e di sicurezza degli americani a costituire un ostacolo: "sono misure molto stringenti, ci siamo lamentati". Agli americani, ha proseguito l'Alto rappresentate per gli Affari esteri dell'Ue, "abbiamo quindi chiesto maggiore flessibilità, perché non riusciamo a fare passare i nostri collaboratori". All'aeroporto situazione tesa, almeno tre morti nella calca Migliaia di soldati americani cercano di regolare l'arrivo di afghani e stranieri, ma il presidente Usa, Joe Biden, ha ammesso che la presenza dei militari non garantisce un passaggio sicuro. "Questo è uno dei ponti aerei più grandi e difficili della storia. Non posso garantire un esito positivo, non posso fare promesse sull'esito dei rimpatri", ha detto il presidente Usa, Joe Biden, in un discorso televisivo. "Pandemonio assoluto" e "almeno tre" corpi senza vita, per la ressa fuori dall'aeroporto di Kabul. È la testimonianza sul terreno di Sky news. I soldati britannici, viene riferito, cercano di aiutare uomini, donne e bambini stretti nella calca di chi tenta disperatamente di entrare nello scalo afgano per provare a fuggire, dopo la presa del potere da parte dei talebani. Pentagono: sull'aeroporto di Kabul c'è la bandiera americana Sull'aeroporto di Kabul sventola la bandiera americana e lo scalo rimane sicuro, ha affermato il vice direttore delle operazioni regionali del Pentagono, William Taylor, in un briefing con i giornalisti al dipartimento della Difesa in cui si è detto fiducioso che gli americani "hanno fatto i passi giusti per riprendere le operazioni all'aeroporto in sicurezza e in modo ordinato". Fino a ora, dall'inizio dell'operazione, gli americani hanno evacuato 17mila persone, 22mila dalla fine di luglio, ha aggiunto. Il portavoce del dipartimento della difesa John Kirby ha aggiunto che "nell'insieme agli americani viene concesso (dai Talebani, ndr) il passaggio sicuro all'aeroporto". Gli americani rimangono impegnati in una "evacuazione senza combattimenti" nel tentativo "di portare fuori dall'Afghanistan il più velocemente possibile il numero maggiore di persone possibile". Nelle ultime 24 ore, sei aerei americani C-17 e 32 charter hanno lasciato Kabul portando via dall'Afghanistan 3.800 persone, hanno precisato fonti dell'Amministrazione americana. La situazione all'aeroporto di Kabul è difficile e in costante evoluzione, ha aggiunto il generale Taylor. Dal 14 agosto, ovvero dall'entrata nella capitale afghana dei Talebani, "sono state ricollocate - ha precisato - 17.000 persone". La situazione intorno all'area dell'aeroporto "cambia di ora in ora - è stato sottolineato - e sono continue le modifiche a livello di valutazioni sulla sicurezza". Il portavoce del Pentagono, John Kirby, non ha escluso la possibilità che le truppe Usa escano dal territorio dell'aeroporto di Kabul per recuperare le persone da evacuare. Il Pentagono ha detto che sono 5.200 i soldati americani presenti sul posto. Ambasciata Usa ad americani: non recatevi ad aeroporto Kabul L'ambasciata Usa in Afghanistan ha emesso un avviso di sicurezza consigliando ai cittadini americani di evitare di recarsi all'aeroporto di Kabul. Nel suo avviso sul proprio sito web, l'ambasciata ha avvertito di "potenziali minacce alla sicurezza fuori dai cancelli"dell'aeroporto. "Stiamo consigliando ai cittadini statunitensi di evitare di recarsi in aeroporto e di evitare i cancelli aeroportuali in questo momento a meno che non si ricevano istruzioni individuali da un rappresentante del governo degli Stati Uniti per farlo", ha affermato.  L'ambasciata Usa ha dichiarato che tutti i cittadini statunitensi in Afghanistan che non hanno ancora compilato un modulo di richiesta di assistenza per il rimpatrio "dovrebbero farlo il prima possibile". "Non chiamare l'ambasciata americana a Kabul per dettagli o aggiornamenti sul volo. Questo modulo è l'unico modo per comunicare interesse perle opzioni di volo", si legge nella comunicazione.   Testimoni affermano che all'aeroporto c'è ancora il caos,mentre la folla tenta di raggiungere un volo di evacuazione. I talebani hanno dichiarato di non essere responsabili della situazione allo scalo, e hanno accusato le potenze occidentali per non avere un piano di evacuazione migliore.  Usa temono attacchi Isis ad aeroporto Kabul C'è anche una possibile presenza di uomini armati dell'Isis tra le minacce che hanno portato l'ambasciata Usa a Kabul a lanciare l'appello a evitare la zona dell'aeroporto. Lo riportano diversi media americani tra cui il New York Times. Il timore è che i militanti della branca afghana dello 'Stato islamico' possano approfittare della folla e del caos per sferrare attacchi per uccidere americani e mandare un chiaro avvertimento ai rivali talebani. Svizzera rinvia volo evacuazione Kabul: "Peggioramento della sicurezza" Svizzera ha rinviato un volo charter per l'Uzbekistan per aiutare le operazioni di evacuazione dall'Afghanistan, spiegando che nelle ultime ore c'è stato un "peggioramento della sicurezza" che ha ostacolato l'accesso a terra all'aeroporto di Kabul.   "La situazione della sicurezza intorno all'aeroporto di Kabul è peggiorata notevolmente nelle ultime ore. Un gran numero di persone davanti all'aeroporto e scontri a volte violenti ostacolano l'accesso all'aeroporto di Kabul", si legge in una nota del ministero degli Esteri svizzero, citato da Al Jazeera.   Fatwa dei talebani ad Herat: abolite classi miste I talebani nella provincia occidentale afghana di Herat hanno ordinato al governo e alle università private - scrive l'Agi - che alle ragazze non sarà più permesso di frequentare classi miste, in quella che è la prima fatwa, riportata dall'agenzia Khaama. Dopo un incontro di tre ore con docenti universitari e responsabili di istituzioni private, il mullah Farid, responsabile dell'emirato islamico afghano per l'istruzione superiore, ha avvertito le classi miste devono essere abolite perché "questo sistema e' la radice di tutti i mali della società". I docenti della provincia hanno avvertito che, poiché le istituzioni private non possono permettersi classi separate, migliaia di ragazze potrebbero rimanere escluse dall'istruzione superiore. Secondo quanto riferito, ci sono circa 40.000 studenti e 2.000 docenti in università e istituzioni private e governative della provincia. La capitale a Kandahar? Nei colloqui in corso per formare un nuovo governo "inclusivo" in Afghanistan, si discute anche se la capitale sarà ancora a Kabul o se verrà spostata nella città dove è nato il movimento dei talebani, Kandahar. Lo ha detto ad al Jazeera Abdul Qahar Balkhi, della Commissione culturale dei talebani. "Le consultazioni sono in corso, ovviamente, sarà un sistema inclusivo, ma non ho i dettagli su chi sarà al governo e chi non sarà al governo", ha detto Balkhi, che ha d'altro canto riconosciuto che l'aeroporto di Kabul rimane un punto critico, ma ha affermato che il caos è stato un problema creato dagli Stati Uniti mentre si precipitano a evacuare migliaia di persone. L'inviata della Cnn Clarissa Ward lascia l'Afghanistan Clarissa Ward, l'inviata della Cnn in Afghanistan che ha continuato per giorni a coprire gli eventi nelle strade di Kabul anche dopo l'arrivo dei talebani, ha lasciato la notte scorsa il Paese. Lo fa sapere lei stessa in un tweet. "Appena atterrata a Doha con la squadra e quasi 300 evacuati afghani - scrive la giornalista -. Enormi ringraziamenti a tutti voi per il vostro sostegno, all'aeronautica militare Usa per averci portato fuori e al Qatar per averci accolti. Noi siamo quelli fortunati".  Usa fanno inventario armi in mano ai talebani Gli Stati Uniti stanno cercando di fare un inventario delle armi lasciate in mano dei talebani, il risultato di oltre 20 anni di aiuti ai militari afghani, mentre dall'Afghanistan arrivano le immagini dei talebani che sfilano con carabine M4 e fucili M16 americani o a bordo di Humvee abbandonati. Per completare questa valutazione, in assenza di personale sul campo, saranno necessarie settimane, se non mesi, precisano le fonti di Cnn. Di certo, sono finiti nelle mani dei Talebani anche i veicoli resistenti alle mine (Mrap) e molto probabilmente diversi elicotteri da combattimento Black Hawk e una ventina di aerei da attacco A-29 Tucano lasciati nella base di Kandahar, rende noto una fonte del Congresso per cui il timore maggiore a Washington è che tali sistemi siano poi venduti ad altri che "li useranno contro di noi e i nostri alleati". La distruzione o la rimozione di equipaggiamenti Usa dall'Afghanistan è iniziata subito dopo gli accordi di Doha del febbraio del 2020, ed è andata di pari passo con la riduzione delle forze da 8.500 militari a 2.500. Già qualcosa era stato fatto nel 2018, quando il livello delle forze era sceso sotto le 14mila unità. Ma fra il 2013 e il 2016, gli americani hanno offerto alle forze afghane più di 600mila armi leggere (come appunto i fucili M16 e M4) e quasi 800 veicoli, occhiali per la visione notturna, radio e altro. Più di recente, fra il 2017 e il 2019, dal Pentagono sono arrivati 7mila mitragliatori, 4.700 Humvee, e oltre 20mila granate. E solo negli ultimi due anni, gli americani hanno dato ai loro alleati afghani 18mila cartucce di munizioni. Il fronte diplomatico Colloqui telefonici tra il presidente americano Biden e i leader occidentali. Si cerca una posizione comune del G7 anche in vista del G20 straordinario sull'Afghanistan. L'incontro sarà sotto la presidenza italiana. In agenda l'evacuazione da Kabul di connazionali e cittadini afghani in pericolo, la tutela dei diritti umani e l'assistenza sanitaria. La cancelliera tedesca ammette: non siamo riusciti a rendere l'Afghanistan un paese più libero. Intanto Biden difende la ritirata parlando alla nazione: "Gli alleati erano informati e d'accordo" ma ammette "non sappiamo come finirà".  Biden resta a Washington nel weekend Cambio di programma per Joe Biden. La Casa Bianca ha reso noto che il presidente non partirà più per Wilmington, in Delaware, dove si trova la sua residenza privata, come era stato comunicato ieri sera, e resterà a Washington nel weekend. Già ieri la Casa Bianca aveva fatto sapere che, dopo la conferenza stampa, Biden sarebbe rimasto a Washington e non sarebbe volato a Wilmington, dove, secondo l'agenda, avrebbe dovuto recarsi oggi. Biden vede team sicurezza nazionale, discusse operazioni antiterrorismo Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha incontrato oggi il suo team per la sicurezza nazionale per parlare della situazione in Afghanistan. Lo ha reso noto un funzionario della Casa Bianca, secondo cui si è discusso anche di "operazioni antiterrorismo", tra cui contro l'Isis-K (Stato islamico-Khorasan). Il gruppo è nemico giurato dei Talebani ed è considerato una delle potenziali minacce a causa delle quali, tra  l'altro, l'ambasciata americana a Kabul ha chiesto oggi ai suoi connazionali di non recarsi all'aeroporto della capitale, dove la  situazione della sicurezza è in progressivo deterioramento. Il leader talebano Baradar è a Kabul Il mullah Abdul Ghani Baradar e altri leader dell'ufficio politico talebano sono arrivati nella tarda serata di ieri a Kabul da Kandahar. Secondo alcune fonti, i leader talebani di diverse parti del Paese si stanno radunando nella capitale per avere consultazioni sul futuro governo dell'Afghanistan. La delegazione dell'ufficio politico del Qatar guidata dal mullah Baradar era arrivata a Kandahar il 18 agosto. Il leader talebano avrebbe incontrato diversi capi politici, tra cui Abdullah Abdullah, nell'ambito dei negoziati. I talebani sono sotto pressione dalla comunità mondiale affinché annuncino una configurazione provvisoria per porre fine all'incertezza politica. Baradar sta avviando colloqui per formare un nuovo governo "inclusivo", secondo quanto riferisce una fonte del movimento citata dall'agenzia Afp. La fonte ha detto che Baradar incontrerà "leader della Jihad e politici".  Il fratello dell'ex presidente afghano Ghani giura fedeltà ai talebani Il fratello dell'ex presidente afghano Ashraf Ghani, Hashamt Ghani Ahmadzai, ha giurato fedeltà ai  talebani durante una cerimonia che si è tenuta nella capitale Kabul. Hashamt Ghani, che è capo del Gran Consiglio dei Kuchi (nomadi) in  Afghanistan, non ha ricoperto alcuna carica ufficiale durante gli otto anni di mandato del fratello. In un video pubblicato da Jaama Press si vede Ghani giurare fedeltà al gruppo davanti a Jalil al Rahman  Haqqani, un esponente dei Talebani associato alla rete Haqqani.  Arrivati a Kabul altri leader talebani Incontri con Karzai e Abdullah Diversi altri leader talebani sono arrivati a Kabul da Doha, dove hanno partecipato ai negoziati con gli Usa. Ad accoglierli, riferisce Bbc news online, anche Abdullah Abdullah, l'ex inviato per i colloqui di pace del governo. Sul suo profilo Facebook, Abdullah ha pubblicato una foto in cui lo si vede mentre saluta l'ex ambasciatore talebano in Arabia Saudita Shahabuddin Delawar, l'ex ministro degli interni talebano Mullah Khairullah Khairkhwa, Abdul Salam Hanafi e altri. Altre immagini, aggiunge la stessa fonte, mostrano gli stessi leader che parlano con Hamid Karzai, presidente dell'Afghanistan dal 2001 al 2014 e rimasto a Kabul quando i talebani hanno preso il potere. Il post di Facebook afferma che durante l'incontro sono stati discussi "l'attuale situazione nel Paese, la sicurezza delle persone, il processo politico inclusivo, il rispetto dei valori nazionali, inclusa la bandiera". Oggi a Kabul è arrivato anche il mullah Abdul Ghani Baradar, cofondatore e vice leader politico dei Talebani. Telefonata Putin-Erdogan, 'rafforzare cooperazione bilaterale'  Il presidente russo Vladimir Putin ed il  presidente turco Recep Tayyip Erdogan hanno avuto oggi un colloquio  telefonico dedicato alla situazione in Afghanistan. Lo riferisce il  Cremlino, secondo cui i due leader hanno discusso dell'"importanza di  assicurare la stabilità e la pace nel Paese e lo stretto rispetto  dell'ordine e della legalità". Putin ed Erdogan, sottolinea la nota,  'hanno concordato di rafforzare la cooperazione bilaterale sulle  questioni afghane". Massoud: resa non in mio vocabolario, resistenza appena iniziata  "Sono il figlio di Ahmed Shah Massoud. La resa non fa parte del mio vocabolario, questo è inizio, la resistenza è appena iniziata". E' quanto ha detto Ahmed Massoud jr in un colloquio telefonico con Bernard Henry Levy, secondo quanto riferito su twitter dallo stesso intellettuale francese, dopo che al Jazeera arabic ha scritto di trattative con i talebani per la resa del Panshir. Battaglia a nord, resistenza riprende 3 distretti Membri di una milizia locale nella provincia settentrionale di Naghlan hanno attaccato le forze talebane, ieri, in uno scontro che è proseguito anche oggi. Si tratta, scrive il Wall Street Journal, della prima significativa battaglia armata da quando gli 'studenti coranici' controllano 33 delle 34 province dell'Afghanistan. A riferire degli scontri sono entrambe le parti coinvolte, riferisce il giornale americano: video e immagini sui social media mostrano combattenti anti-talebani celebrare la conquista di alcuni edifici governativi a Baghlan, strappati ai talebani. Secondo fonti locali dell'emittente afghana Tolo News, quelle che vengono definite le "forze di insurrezione popolare" hanno riconquistato tre distretti nella provincia di Baghlan: Pul-e-Hesar, Banu e Deh Salah. Sempre secondo Tolo News, entrando a Baghlan i talebani hanno dato il via a una caccia all'uomo casa per casa, suscitando la rappresaglia della popolazione locale. Ad annunciare la riconquista dei tre distretti è stato Ghani Andarabi, ex comandante di polizia incaricato del controllo dell'autostrada a Baghlan. Un rappresentante dei talebani ha confermato che la milizia popolare ha preso parti di territorio, ma ha definito l'accaduto una "distrazione" del gruppo, che si prepara a formare a guidare un nuovo governo nazionale. La battaglia di questi due giorni è avvenuta vicino alla valle del Panshir, abitata da membri della minoranza tagika e da dove il figlio del leggendario comandante Ahmad Shah Massoud, insieme al vice presidente del deposto governo Ghani, sta organizzando la resistenza ai talebani. Sotto il nome di 'Fronte di resistenza nazionale', il gruppo sostiene di aver ammassato oltre 7 mila uomini. - 


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