Roma 2.12.2008 (corsera.it)
Vuole trasferirsi all’estero a tirare di scherma sotto la bandiera di una Federazione straniera. E’ in atto una rivoluzione nella scherma italiana aprendo al professionismo.
Se fosse vivo Renzo Nostini, presidente della federscherma campione mondiale di fioretto e olimpionico, la questione Montano l’avrebbe risolta dandogli il ben servito. Giorgio Scarso, l’attuale presidente federale, è sulla stessa linea di condotta, sebbene mantenga aperta la porta della Federazione al ribelle sciabolatore.Nostini, no, nemmeno se il reprobo decidesse di venire a Canossa.
Perché? La scherma ha fatto un salto di qualità per il profilo dello spettacolo dopo l’introduzione del sistema di rilevazione ottica della stoccata. Prima si assisteva spesso a continui e feroci duelli verbali tra gli stessi schermitori e i giudici di gara per decidere se la stoccata fosse stata valida. Si ricostruiva l’azione e da lì nascevano le cagnare. Ne pativa lo spettacolo disorientando gli spettatori. Ora gli atleti non litigano, o quasi, il pubblico è posto nella condizione di capire la validità delle stoccate, il risultato degli assalti. Lo spettacolo diventa apprezzabile e a volte entusiasmante. Se la scherma non è uscita dalle Olimpiadi, ha corso questo rischio, è perché ha riacquistato interesse presso un pubblico più vasto, che prima non c’era. Diritti televisivi, sponsor,commercializzazione del prodotto scherma e dei suoi campioni, hanno creato un business sostenuto dai mass media intorno a questo sport nobile e antico. Diversamente, gli gnomi di Losanna lo avrebbero esiliato dal baraccone olimpico. Ai tempi di Nostini, si era ancora in fase di rullaggio. Gli schermitori erano dilettanti, di professionismo nemmeno l’ombra. Una questione di soldi che in epoca di dilettantismo non si poneva, se non larvatamente. Lo schermitore dilettante è una figura obsoleta, sostituita dallo schermitore professionista. Per rimanere su alti livelli competitivi, è necessario allenarsi e gareggiare senza concedersi soste. Professione? Schermitore. Tempo e denaro. Aldo Montano vuole tempo e denaro per allenarsi e vuole scegliersi il suo maestro e non ne vuole altri che non siano di suo gradimento. Queste esigenze sono il fondamento dello schermitore in chiave professionistica. Il presidente Scarso, e Nostini si sarebbe comportato nello stesso modo nel solco di un dilettantismo annacquato dai premi in denaro detassati, da esenzioni fiscali, da sinecure nei corpi armati dello Stato e da altri benefici commerciali, non ne vuole sapere di cedere alle pretese dell’olimpionico. Non perché non ci siano disponibilità di cassa, 5.400.000 euro è l’ammontare del contributo CONI alla Federazione nel 2008, perché teme una rivoluzione. Detto questo , il problema si sposta sul tipo di organizzazione dello sport italiano. La Federazione gestisce la scherma in regime di monopolio attingendo gli atleti dalle società sportive affiliate. La scelta per la formazione delle nazionali, fioretto, sciabola,spada, è fatta dai maestri federali a contratto di lavoro con la Federazione a cui è affidata la preparazione tecnica e agonistica degli atleti. I maestri di scherma sono dei professionisti liberi di accasarsi dove l’offerta è migliore sul mercato nazionale, europeo, extra europeo. Bauer, che Montano vuole a tutti i costi, ex schermitore, dalla Federazione italiana è approdato a quella cinese, Mazzoni l’altro maestro che ha allenato Tagliariol medaglia d’oro a Pechino nella spada, si è trasferito in Svizzera. Il professionismo è questo.Sia Montano sia Tagliariol , che lo appoggia, sostanzialmente vogliono acquisire lo status di professionisti seguendo lo stesso percorso in atto in altre discipline sportive, calcio, pugilistica, basket,baseball, che presentano un mercato internazionale di giocatori disponibili ad accettare le migliori offerte. In questa ottica, la decisione di Montano di tirare di scherma in un club straniero sotto la bandiera di un’altra federazione appare del tutto logica e non può essere ostacolata. L’attività di uno schermitore di alto livello non si esaurisce con le Olimpiadi, prosegue con i campionati del mondo, europei, nazionali, in competizioni di club e in altre manifestazioni. Si profila dunque una rivoluzione nello sport della scherma aprendo al professionismo.
Renato Corsini.
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