Roma 28 giugno 2020 CorSera.it
Vittorio Feltri il più grande giornalista di " tutti i tempi" come lo definirebbe qualcuno, lascia, anzi abbandona l'ordine dei giornalisti, che ha rappesentato con dignità per tantissimi anni. E' il calice amaro che il presidente di ODG Carlo Verna, deve bere in mondovisione, proprio colui che voleva " portare Feltri nella strada del ravvedimento " . Il clamoroso gesto di Vittorio Feltri determinerà forse la caduta della stessa istituzione dell'Ordine dei Giornalisti. Immaginare che in Italia nel 2020, ci sia ancora un Carlo Verna, che intenda assumere il ruolo del "maestro di classe" e consigliare al padre di tutti i giornalisti italiani, come ci si debba comportare, è del tutto ridicolo, incostituzionale, una minaccia per la democrazia e la libertà di pensiero.Il bello è che Carlo Verna ci crede, mettere la museruola ad uno come Vittorio Feltri. Nell'aria c'è un che di patetico, ma senza dubbio il gesto plateale di Vittorio Feltri, segna l'inizio della fine dell'Ordine dei giornalisti italiani che non ha più davvero senso di esistere. Per non parlare del modo come l'INPGI ha investito i soldi dei giornalisti italiani, da Imbimbo all'avvocato Manetta in poi, ce ne sarebbe ancora da scrivere e ricordare.
“La richiesta di dimissioni di Vittorio Feltri dall’Ordine dei Giornalisti è stata presentata al consiglio dell’Ordine della Lombardia. Avremmo preferito accompagnarlo su una strada di maggior attenzione alle norme della professione. Oltre alle numerose azioni disciplinari in corso nei suoi confronti, recentemente il Cnog ha dato mandato legale per valutare un eventuale danno di immagine all’intera categoria causato da alcune sue ripetute e circostanziate esternazioni”. Lo ha affermato in una nota Carlo Verna, presidente Consiglio Nazionale Ordine dei Giornalisti, nel corso della riunione plenaria del Cnog in corso a Roma e ricevendo la condivisione dell’intero Consiglio. Verna ha concluso: “Una volta al di fuori della categoria Feltri potrà tranquillamente continuare ad esprimere liberamente le sue opinioni come prevede l’Articolo 21 della Costituzione. E’ ovvio che la responsabilità di quello che scriverà si sposta sui direttori responsabili delle testate che lo ospiteranno; come avviene per i tantissimi non giornalisti che ogni giorno, sulla carta stampata o in tv, esprimono liberamente le proprie idee.”
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