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CORSERA CORONAVIRUS DROPLET RUNNER QUANDO IL GIORNALISMO ANTICIPA LA SCIENZA. RUNNING BEHIND BERT BOLCKEN FABIO MALIZIA UNIVERSITA' KU LEUVEN

NEW YORK 9 APRILE 2020 CORSERA.IT by Alan Parker

CorSera.it Copyright 

Appare oggi su La Repubblica, lo studio su "Running Behind" , ricerca ispirata da un articolo di Alan Parker, in anteprima mondiale ed in esclusiva del CorSera.it, che tutti i nostri lettori ricorderanno.Esclusiva mondiale che gli amici di La Repubblica non hanno citato. 

Siamo lieti che due emeriti ricercatori universitari, uno belga Bert Bolcken e l'altro italiano Fabio Malizia, abbiano dato conferma di quanto messo in evidenza da uno degli articoli del CorSera.it scritto il 20 marzo dle 2020 "CORSERA CORONAVIRUS DROPLET JOGGING PISTE CICLABILI CORRIDOIO INFETTO PER IL COVID-19. IL METODO PER CALCOLARE LE DISTANZE DI SICUREZZA" .Ciò che preoccupa è che i due ricercatori non abbiano citato la fonte della ricerca, ovvero il CorSera.it, essendo stati i primi nel mondo ad intuire il pericolo tra runner di correre in scia. 

Nello studio realizzato dal belga Bert Bolcken e dall'italiano Fabio Malizia dell'Università Ku Leuven, in collaborazione con Ansys - società leader nel settore dello sviluppo delle simulazioni ingegneristiche - si evidenzia come i corridori dovrebbero mantenere, se in scia, una distanza superiore a quella raccomandata dalle linee guida stilate per contrastare la diffusione di coronavirus. Nella video simulazione, le posizioni corrette e quelle meno sicure che due atleti potrebbero tenere nel corso di un esercizio all'aperto. Bert Blocken invita a non fraintendere lo studio: "La corsa non rappresenta un grande rischio per la diffusione di Covid-19. Ma muoversi in scia, a una distanza ridotta, può esserlo. Questo vale per tutte le situazioni in cui ci troviamo a camminare all'esterno in situazioni di necessità, come quando facciamo la fila al supermercato. Non c'è bisogno, insomma, di vietare la corsa"


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