ROMA 2 APRILE 2020 CORSERA.IT
Siamo tutti in attesa del "picco " epidemiologico, quello che alcuni infettivologi, virologi, definiscono il Grand Plateau. La linea piatta dei contagi, da cui poi, gradualmente si comincerà a scendere. Ore difficili per molti, per me significa godermi Roma, la città in cui sono tornato per godermi la pensione, tra una pizza al ristorante Fiammetta e uno spaghetto alle vongole da Tony a Fregene. Dopo anni di battaglie immobiliari, forse non chiedevo altro che dormire, leggere, ogni tanto fare un bagno e due passi sulla battigia. Poi il cataclisma, dire che dopo tre figli, alcune compagne, credevo di averle viste tutte. Ma respiro il silenzio della notte a pieni polmoni. C'e' quando vado in riva al tevere, verso Lungotevere Oberdam. Noi romani siamo nati su quelle sponde di acque verdi, in cui si dondolano i gabbiani, arrivano da ogni dove i germani reali. Alcune nutrie. Una bella passeggiata senza bar, ristoranti. Se fossi diventato Sindaco avrei...
dato maggiore impulso al turismo da barcone. Si prende comodamente il sole, è un'oasi naturalistica senza molte pretese, ma se ci mettete un pò di fantasia, vedrete animali presitorici o elefanti o zebre. Laggiù sul sacro Tevre scorre la millenaria storia di Roma.Ci era sfuggita di mano, dimenticata, indaffarati nel traffico, dentro auto chiuse, ascoltando musica o parlando al telefonino. la città si è improvvisamente svuotata. Non abbiamo più bisogno di nulla, se non un piatto di penne rigate Barilla n. 72 , burro, parmigiano, Un bicchiere di Tavernello rosso. Un divano, un telecomando, una televisione, e i soliti volti degli anchor man di fiducia, io preferisco Enrico Mentana su tutti, la Gruber, la Palombelli, Vespa. Sono gli attori della notte del Coronavirus, gli italiani che ti cullano in quel momento della giornata in cui desideri svuotarti di tutto, e di cercare altro tra i pensieri, come le onde del mare, i gabbiani, il profumo della frittura di pesce. Altro non c'è adesso anche nei sogni . Dobbiamo sopravvivere e se riusciremo a farlo, sarà il caso di gettare dietro le spalle le inutili imgombranti sovrastrutture mentali e riprendere il cammino di una civiltà nell'effluvio delle onde del mare. Cerchiamo tutti nel corso della vita un buen rifugio, un lugo dove andare, gettarvi lo spirito millenario e non avere rotture di scatole. La libertà è non avere la buca della posta, esistere dove nessuno vi potrà mai trovare. Scomparire, diventre invisibili al mondo esterno e impenetrabile. Ho una pila di libri da leggere, cullarmici dentro fino alla fine della giornata, quasi senza respiro fantasticare con ogni frase, parole. Apro al finestra, la mente si inebria del profumo del vento, l'aria è pulita, intensa, provocante. Non avevo mai sentito aria così pulita a Roma. Adesso non sarebbe necessario andare a fare il classico week-end in campagna o al mare. Gli alberi sono quelli di Viale Mazzini e l'acqua quella tiepida del Tevere. Mi domando se adesso vivo nel paradiso terrestre. Roma è di una bellezza incontaminata, silenziosa, buia, fiocamente illuminata. La sua grandezza, i monumenti, la storia. Dovrebbero consentirci di uscire per passeggiare, goderci Roma nel corso di queste fantstiche notti senza rumore. Ogni sera esco intorno alle 21.00 e mi perdo nella città eterna. Entro in un labirinto di sensazioni, che raccomando ad ognuno di voi. Niente di più bello, di così profondo, che camminare per Roma senza vedere nessuno. Soltanto io e lei, unica, impareggiabile. Sono grato a Dio per avermi fatto nascere qui. Ma l'ho sempre saputo.
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