LOS ANGELES 21 MARZO 2020 CORSERA BY dr.ALAN PARKER coadiuvato dal dr. Matteo Corsini editor
corrispondenti dai confini del mondo conosciuto
Coronavirus o Covid-19, a quale distanza dobbiamo tenerlo? Esiste un sistema per calcolare esattamente la distanza sufficiente per non farci acchiappare dal coronavirus più letale che l'Homo Sapiens abbia mai incontrato nel corso della sua storia millenaria?
Gli scienziati, i virologi, e gli infettologi, ci dicono che la distanza corretta di contenimento dal coronavirus è di almeno un metro, ma questa teoria è valida o fasulla?
Probabilmente in un ambiente chiuso, dunque in assenza di correnti d'aria o di ventilazione, forse potrebbe risultare sufficiente, ad evitare lo schizzo liquido del droplet. Ma la liquidità propria del droplet, non è la sola condizione fisica con cui viaggia l'amico virus della foresta cinese, alle volte decolla in forma gassosa, Gas Serra, conosciuto come vapor acqueo. Pertanto anche in ambienti chiusi, la saliva racchiusa nel droplet, le goccioline, potrebbe nebulizzarsi, trasformandosi in vapor acqueo, quindi galleggiando nell'aria, camminare verso di voi anche ben oltre la distanza convenzionale, indicata in un solo metro, dagli emeriti scienziati.
Il vapor acqueo, come tutti sappiamo, è lo stato fisico della materia, inferiore alla propria temperatura critica, quando il liquido diventa gassoso. Il vapor acqueo è nell'aria, e sale verso l'alto per effetto dell'aria calda e umida, habitat perfetto per la violenta proliferazione di microrganismi. Ogni metro cubo di aria ambiente può contenere fino a 100 milioni di microrganismi e virus letali.
Quindi quando il droplet contenente il Covid-19 è liquido, tende a cadere verso il basso o attaccarsi alle superfici che abbiamo intorno a noi ( esempio degli scaffali di un supermercato ) mentre quando l'irradiazione solare riscalda l'aria, questo tende a trasformarsi in vapore acqueo e come tale viaggia verso l'alto e viene trasportato dal vento nel suo contenitore gassoso, che nel suo ciclo vitale (Hydrologic cycle) , ridiventa liquido, in forma di nembi nuvolosi e grigi, e torna sul terreno sotto forma di pioggia.
A questo punto, torniamo da dove siamo partiti, se facessimo attività fisica o un pò di Jogging in una zona aperta, ad esempio lungo Malibù beach a Los Angeles o a Lungotevere a Roma, e avessimo con noi un anemometro, verificando appena 10 nodi di vento, noi saremmo nelle condizioni di calcolare e capire, che il Covid-19 in soluzione vapor acqueo, riuscirebbe a coprire una distanza al suolo di 50 metri, in un solo secondo, ovvero in un battito di ciglio. E se nel corso di quella giornata, il vento aumentasse la sua spinta, fino a 20 nodi, il droplet diventato vapor acqueo, arriverebbe a coprire 100 metri in un solo secondo. E' impressionante , ma siamo difronte al Covid-19 , un mostro di velocità, dieci volte più potente di Ato Bolton. L'ammiraglio inglese Beaufort per calcolare la forza del vento, inventò la scala che porta il suo nome, una misura empirica in 12 gradi, per arrivare ad indicare quella degli uragani.Ma la mente istrionica, del ruvido marinaio di alto mare, probabilmente si arrese, prima di capire che tra le energie fisiche del pianeta Terra, vi fosse un'altrettanta spettacolare creatura, cento volte più potente di una burrasca, e che duecento quindici anni più tardi, avrebbe sollevato in una tempesta perfetta, tutti i mari del mondo, con un semplice starnuto.
Dunque, per ricapitolare, sfruttando il poco ortodosso sistema di calcolo con anemometro, il nostro amico Covid-19, un pipistrello alare praticamente invisibile, a 60 nodi di vento, riuscirebbe a percorrere 350 metri in un solo secondo. Questo signifca che in tre secondi può coprire la distanza di un chilometro. Pertanto un runner contaminato davanti a voi, vi inonderebbe di una tempesta di droplet, come una pioggia di meteoriti che andasse incontro al leggendario Mercury-Atlas 6, in sui si trovava il pioniere dei viaggi interstellari verso la Luna, l'astronauta americano John Glenn.
Per queste ragioni di scientifiche e di calcolo, secondo il nostro punto di vista, sarebbe necessario , in tempi di pandemia, uscire di casa indossando rigorosamente la mascherina protettiva, così come de bellisismi occhiali, anche quelli da sci vanno benissimo.
In Italia nessuno ha capito fino in fondo la necessità dei dispositivi di sicurezza individuali, perchè nessuno si è preoccupato di accertarsi se c'erano sul territorio nazionale ed ordinarli per tempo, ovvero quando era chiaro che una pandemia avrebbe investito ill mondo intero. Se un paese come la Cina, tecnologicamente avanzato, crea un cordone sanitario intorno a 60 milioni di persone, era chiaro che si trattava di qualcosa di diverso di una semplice influenza. Purtroppo il Covid-19 continua ad ammzzar e si diffonde nell'ambiente non soltanto nella sua forma liquida, ma in quella gassosa, , e tanto più vi sveglierete presto al mattino, trovando umidità nell'aria, tanto più il coronavirus resisterà aggrappato alle correnti ascensionali, aspettando il momento proficuo per saltarvi in bocca e scendere nella gola, fin dentro i nostri polmoni per strangolarci, desideroso di farci fare una fine orribile. Giusto quindi il provvedimento del Governo di impedire le attività ginniche all'aria aperta, ma soltanto se il runner o il ginnasta, non indossano il dispositivo di sicurezza individuale. Per quanto mi riguarda e secondo i fondamentali criteri costituzionali, se un cittadino dimostra di rispettare le norme per il contenimento del contagio da coronavirus, indossando i dispositivi di sicurezza individuale, così come disciplinato per i medici e gli infermieri nel DPCM del 2 marzo del 2020, nessuna autorità avrà mai il diritto di impedirci di uscire.
Corsera.it Copyright 2020
All rights reserved
Comments (0)