La leader del Fn indica poi una seconda globalizzazione conquistatrice: quella jihadista. Una minaccia che, attraverso il terrorismo, "fa strage di massa" e "vuole cancellare un sistema di valori". Le Pen fa esempi di quartieri in cui "alle donne è vietato portare la minigonna o andare nei bistrot". E poi conclude: "Siamo in guerra contro il fondamentalismo islamico" dopo aver reso omaggio ai militari al centro dell'attacco al Louvre di venerdì. Prima di salire sul palco del centro congressi di Lione, passa sui megaschermi un video in cui Le Pen si presenta come "donna, madre, avvocato" e "profondamente francese". Nel grande auditorium appare ovunque lo slogan scelto per la campagna: "In nome del popolo".
Mai nessun accenno ai suoi diretti concorrenti, non vengono mai citati gli altri candidati all'Eliseo, di cui due - Emmanuel Macron e Jean-Luc Mélenchon - sono venuti pure loro a Lione. Il voto per l'Eliseo, continua Le Pen, sarà "una scelta di civilizzazione", avverte Le Pen, ripetendo più volte la minaccia delle "due globalizzazioni". "Dovrete decidere - avverte, rivolta ai militanti - se i nostri figli potranno crescere in un paese, libero, indipendente, democratico, con lo stesso sistema di valori dei nostri genitori".
Le Pen, che nei volantini patinati si presenta sempre e solo come "Marine", ha distribuito il suo programma: 12 pagine con 144 proposte per "rimettere in ordine la Francia". La leader del Fn non si impegna per l'uscita dall'euro ma propone di aprire una trattativa di sei mesi con Bruxelles al termine del quale convocherà un referendum sul Frexit. Le Pen è convinta che i tempi siano ormai maturi, saluta le scelte di "libertà" di altri popoli, i britannici con il voto per il Brexit, gli italiani che hanno "bocciato il referendum di Monsieur Renzi",
Il riferimento al nuovo presidente Usa è accolto con un'ovazione nella sala. "Lui almeno - commenta Le Pen - ha rispettato le sue promesse e mantiene gli impegni presi con i suoi elettori".
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