CorSera.it Giorgio Amadio
Non solo il neo minostro dell'interno Marco Minniti,ha fatto il nome e cognome dei due agenti che hanno partecipato al conflitto a fuoco contro il terrorista Anis Amri,ma subito dopo,rilasciando un'intervista al Fatto Quotidiano,ha perfino dichiarato che "i nomi erano già noti appena giunti all'ospedale " .
Il ministro dell'interno Marco Minniti dimostra di essere non soltanto uno scellerato ed irresponsabile ,ma addirittura ammette che due funzionari di polizia ,intervenuti in una sparatoria in cui rimaneva ucciso uno dei più ricercati terroristi del mondo,sono entrati in un ospedale senza alcuna rete protettiva.Incredibile ma è quanto noi tutti leggiamo nel corso della sua intervista. Il ministro Marco Minniti, al fine di giustificarsi e uscire dal cul de sac, ci mette sopra il definitivo pezzo da 90 : "Il terrorismo non è Cosa Nostra !" Come dire che il terrorismo non usa la ritorsione contro coloro che cercano di ostacolare la sua attività."
CorSera
Il ministro dell’Interno Marco Minniti spiega al Fatto Quotidianoperché ha deciso di rendere noti i nomi dei due poliziotti che a Sesto San Giovanni hanno fermato, alle 3 di mattina di venerdì 23 dicembre 2016, Anis Amri, il terrorista della strage di Berlino. Qualche commentatore aveva criticato quella pubblicità, perché metteva a rischio la vita dei due giovani agenti, che ora potrebberosubire la vendetta di qualche gruppo o lupo solitario del terrore. Minniti invita a ragionare: intanto l’identità del poliziotto ferito e ricoverato al San Gerardo di Monza era stata subito resa nota, prima ancora di sapere che la persona rimasta uccisa nello scontro a fuoco era Amri.
Poteva finire in due modi: con gli agenti morti, oppure com’è finita, con la morte del terrorista. Di fronte a questo risultato, il migliore possibile in questo caso, non aveva senso tenere segreti i nomi di due agenti che come tantissimi altri fanno il loro dovere e lo hanno fatto bene. Si sarebbe scatenata comunque una ricerca dei loro nomi. E quello dell’agente ferito era già pubblico prima di sapere che il morto era Amri.
“Ma al di là di tutto ciò, ritengo giusto che sia andata così. Il terrorismo islamista non è mica Cosa nostra ai tempi di Totò Riina. L’identità di Ultimo era giusto fosse tenuta segreta, ma oggi la situazione è diversa. Non dobbiamo dare l’impressione che i terroristi siano invincibili. In Italia, ne abbiamo fermato uno, ch
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