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INDONESIA SCOMPARSI TRE SUB ITALIANI ATTACCATI DAGLI SQUALI TIGRE NEL MAR DEL BORNEO

 

 

Solo una questione di tempo, si è convinta. «Fra un po’ mi chiameranno e saprò che quest’incubo sarà finito. Che sono tutti salvi». 
Sabato era una bella giornata, da quando è tornata alla base Valeria non fa che riviverla. «Il tempo era buono e abbiamo previsto una gita in barca con immersione. Sono venuti con noi anche una ragazza belga e un ragazzo piemontese conosciuti sull’isola di Derawan, dove abbiamo affittato le stanze. Io e l’altro ragazzo italiano siamo rimasti a bordo con il conducente della barca perché non facciamo immersioni ma snorkeling. E invece sono scesi Daniele, Alberto, Michela e la ragazza belga, guidati dal nostro dive-master. Quando non li abbiamo visti risalire, all’ora stabilita, abbiamo cominciato a cercare i loro palloncini di segnalazione. Abbiamo fatto avanti e indietro mille volte fino al calare del sole, poi abbiamo raggiunto il resort più vicino e io ho avvisato la nostra ambasciata. Nel frattempo la polizia locale organizzava le ricerche con le barche». 
Dopo ore di ricerca una delle barche dei soccorritori ha ripescato Osland, il sub che faceva da guida al gruppo. Zoppicava ed era stremato per aver nuotato così tanto tempo contro corrente. 

 

«Ha detto che l’immersione è andata bene e che lui li ha riportati su tutti» racconta Valeria, «solo che le correnti in superficie erano così forti che si sono ritrovati lontanissimi dalla posizione iniziale dov’era la nostra barca. E lui dice che da dove eravamo non potevamo individuarli». È a quel punto che il gruppo si è disperso. Osland si è liberato delle bombole per riuscire a nuotare meglio, non è chiaro se e in quale direzione abbia visto gli altri trascinati via dalla corrente. «Se si è salvato lui perché non gli altri?» si chiede adesso Valeria. 
I ricordi tornano a sabato mattina: «Si erano immersi già una volta in mattinata ed erano felicissimi perché erano riusciti a vedere un sacco di pesci bellissimi, tartarughe e mante. Avevamo fatto una pausa e poi loro avevano deciso una nuova immersione, proprio per poter rivedere le mante che ho ammirato anch’io dalla barca. Ricordo che mi sono tuffata per fare snorkeling ma ho resistito poco perché c’era molta corrente, in effetti. Ma io sono la più paurosa del gruppo, non faccio testo...». 

Lei e Daniele, Alberto e Michela. «Eravamo partiti il primo agosto da Milano» dice Valeria. «Abbiamo visto varie parti dell’Indonesia e questa era l’ultima tappa di questo viaggio che è stato bellissimo». Fino a quell’ansia crescente, ai palloncini di segnalazione che non si vedevano più in acqua, fino alla parola «dispersi» diffusa via radio per le ricerche. «Nella zona c’erano tante barche di pescatori, polizia, turisti. Tutti si sono messi a cercarli, ma finora niente. Erano dei sub esperti, avevano il brevetto... non posso rientrare in Italia senza di loro. Tempo qualche ora e torneranno». 
La voce si spezza. Valeria sta piangendo: «Non so nemmeno io se capisco bene quello che sta succedendo...». 


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