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USA ITALIA FIAT CHRYSLER IL PATTO DI SANGUE NON PIACE AGLI EUROPEI.

New York 24.4.2009 (Corsera.it) di Matteo Corsini

Tra Usa e Italia c'è un patto di sangue tra fratelli, che nessuno lo dimentichi.Usa e Italia hanno combattuto fianco a fianco contro il terrorismo,garantito la pace ovunque nel mondo.Gli sforzi del Governo di Silvio Berlusconi sono stati miracolosi,e l'Italia intera ha pagato un tributo di sangue enorme per la libertà in tutto il mondo,una per tutte la strage di Nassirya .All'Europa,ai tedeschi e francesi non va proprio giù,ma i morti sono nostri e ce li teniamo con orgoglio.L'accordo Fiat Chrysler è sicuramente un patto d'acciaio tra industrie automobilistiche,ma anche un patto tra due Nazioni unite,simili e che si amano.Colpire la Fiat è colpire l'Italia,colpire Marchionne è colpire l'industria italiana,colpire gli accordi commerciali tra le due nazioni e le due industrie significa una sola cosa: invidia .

La Fiat ha tutti i numeri per uscire dalla crisi,ha tutti gli uomini e il know how per portare oltre la burrasca anche i grandi colossi automobilistici americani,cambia il mercato,cambia la filosia,aumentano esigenze di risparmio energetico e le automobili italiane sono un esempio di eccezione.

Il commissario Ue Verheugen  che ha espresso forte preoccupazione per l'eventuale acquisizione di Opel da parte di Fiat ,ha dimostrato tutta la sua incapacità politica e manageriale.Al suo disprezzo per l'Italia si somma l'invidia e la riprovazione di un così vasto impegno dei due paesi  a livello internazionale.

Fonte Corriere della Sera .TORINO - L'interesse di Fiat per la casa tedesca Opel diventa un caso politico. Alle parole del commissario Ue all'Industria e vicepresidente dell'esecutivo europeo, il tedesco Guenter Verheugen, che ha definito Fiat un gruppo «altamente indebitato» e si è chiesto dove Torino «trovi di soldi» per operazioni così importanti, hanno prima risposto l'ad del Lingotto, Sergio Marchionne, e poi il ministro degli Esteri, Franco Frattini, e il leader degli industriali italiani, Emma Marcegaglia, che hanno parlato di «grave interferenza» e hanno fatto salire ulteriormente la tensione nel triangolo che va da Bruxelles, a Torino fino a Roma.

TENSIONE BRUXELLES-TORINO - Il commissario Ue aveva espresso forte scetticismo rispetto alle indiscrezioni sul possibile interesse di Fiat per la tedesca Opel: «Dove trovano i soldi?», si è chiesto il commissario europeo. Stizzita la replica di Sergio Marchionne, ad della Fiat: «Dal commissario responsabile per l'impresa e l'industria mi sarei aspettato un dialogo costruttivo con i produttori europei per risolvere i problemi che stanno impattando negativamente sull'industria invece di sentenze di morte, scegliendo unilateralmente chi debba sopravvivere».

«TROPPI DEBITI» - Il Commissario Verheugen, parlando a una radio tedesca, ha definito Fiat un gruppo «fortemente indebitato». E si è chiesto «dove questa società trovi i mezzi per portare avanti allo stesso tempo due operazioni di questo genere», riferendosi al progetto di ingresso nel capitale dell'americana Chrysler e del pacchetto di maggioranza della tedesca Opel. In ogni caso, ha concluso Verheugen, anzitutto «provo un senso di sorpresa»: la Fiat è un concorrente diretto della Opel ed «è un costruttore d'auto europeo che non gode della salute migliore».

FRATTINI - Parole che hanno fatto infuriare il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, che ha parlato di «inaccettabile interferenza» e ha mostrato «viva sorpresa» per le dichiarazioni del commissario: si tratta, ha detto Frattini, di una «interferenza nelle scelte industriali di soggetti privati, tanto più inaccettabile in quanto una delle aziende in questione è della stessa nazionalità del vice presidente della Commissione». E Frattini è andato anche oltre: «Spero che il presidente della Commissione» europea, Josè Manuel Durao Barroso, «vorrà smentire» le «improprie dichiarazioni» del vicepresidente.

SCAJOLA - Sul caso è intervenuto anche il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, che ha giudicato «inaccettabili e del tutto fuori luogo» le parole del commissario Ue. «Capisco - ha detto il ministro - che per un politico tedesco può essere fastidioso dover accettare l’aiuto di una impresa italiana come Fiat per salvare un’impresa tedesca, ma quelle dichiarazioni sono inaccettabili e del tutto fuori luogo».

MARCEGAGLIA - «Se quello riportato corrisponde a quanto effettivamente detto dal commissario Ue, credo sia un atteggiamento grave, che in un certo senso distrugge l'Europa», ha inoltre commentato il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. Questo rappresenta il «caso in cui a dichiarazioni altisonanti contro il protezionismo corrispondono poi atteggiamenti che proteggono le aziende del proprio Paese», ha aggiunto Marcegaglia, rispondendo a una domanda nel corso della conferenza stampa al G8 delle imprese a Santa Margherita di Pula, in provincia di Cagliari.

VERHEUGEN: QUESTIONI APERTE - Dopo la secca risposta dell'ad del Lingotto, il commissario Ue aveva voluto controreplicare, smentendo di essere contrario a un possibile interesse della Fiat per la tedesca Opel. Ma - ha aggiunto - «esistono ancora troppe questioni aperte». Verheugen ha precisato di non avere avuto intenzione di «essere scortese», ma che sulla potenziale operazione vorrebbero «saperne di più». Per poi concludere: «È ancora troppo presto per giudicare», ha concluso.

CHRYSLER VERSO BANCAROTTA PILOTATA - Intanto, Chrysler si starebbe preparando a chiedere la protezione dai creditori già la prossima settimana, che venga raggiunta o meno un'alleanza con Fiat. Secondo il Wall Street Journal il ricorso al «Chapter 11», cioè a una procedura di bancarotta pilotata, permetterà a Chrysler di liberarsi di alcune voci di bilancio in passivo, permettendo così a Fiat di scegliersi le parti più appetitose e redditizie della casa automobilistica.



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