Roma Mafia capitale.Ignazio Marino in giro in bicicletta gli stavano portando via la citta'.Non c'e' che dire culpa in vigilando per il professore di Genova,incapace di capire che intorno a lui il Mondo di Mezzi si stava prendendo Roma e tutti gli appalti che ci sono dentro.D'altronde per fronteggiare la corruzione non serve le bicicletta ma intenzioni reali,che dimostrino come nel tempo la politica sia in primo piano per denunciarne gli atti corrosivi della societa' civile.Ignazio Marino ha fallito nel suo compito di un Sindaco e' quanto mai quello di vigilare sulla cosa pubblica nelle pieghe dell'amministrazione negli appalti.Marino ha fallito il suo compito e deve andarsene.Roma ha bisogno di un Sindaco autorevole efficace capace di controllare e non farsi soffiare il sellino da sotto il sedere.
Ignazio Marino si candida per un secondo mandato e intanto dispone la rotazione dei dirigenti capitolini «a cominciare dagli incarichi apicali di tutte le strutture». Ma sul Comune di Roma continua a pendere lo spettro dello scioglimento e delle elezioni anticipate e ora anche l’Antimafia accende un focus sul caso Roma. La commissione parlamentare sentirà presto il prefetto e i segretari di partito. «Dobbiamo riprendere il tema del rapporto mafia politica e capire come è cambiato in questi anni», dice Rosy Bindi. «Conosciamo tutti la determinazione del presidente del Consiglio, l’abbiamo vista sullo jobs act e sulla Costituzione e su altri temi, mi auguro che utilizzi un po’ di più questa sua determinazione anche verso la lotta alle mafie», dice la presidente dell’Antimafia sferrando un attacco diretto a Renzi e al suo partito. Il Pd, dice, non si sarebbe accorto di quanto stava accadendo perché sta chiuso nelle stanze a litigare sulle correnti invece di frequentare le periferie.
Non si ferma dunque il terremoto politico provocato dalle indagini sul “Mondo di mezzo” che hanno già portato a 37 arresti nella Capitale. Le indagini si allargano e potrebbero portare a breve a nuovi sviluppi. L’inchiesta su “Mafia Capitale” preoccupa anche la Chiesa. «Come può non preoccupare? Come si può vivere senza legalità?» dice il segretario di Stato Vaticano, Parolin. «Una società che non cura la legalità è una società destinata a lasciare il predominio solitario al più forte e a calpestare il più debole», avverte Parolin ieri in visita all’ospedale Bambino Gesù. Sul piano politico invece continuano le pressioni per far dimettere Ignazio Marino e la sua giunta. Il tentativo di allargare la maggioranza ai grillini è fallito. È anzi da registrare la sconfessione del gruppo romano prima da parte del direttorio del M5S e poi di Grillo e Casaleggio alla disponibilità a collaborare con Marino fatta da De Vito, capogruppo M5S in Campidoglio. «La condizione indispensabile per una collaborazione è la presidenza della commissione Trasparenza, così faremo chiarezza nel torbido romano», dice De Vito rivendicando la guida della nuova commissione annunciata da Marino.
«Marino è una foglia di fico, si dimetta» tuona però Luigi De Maio, del direttorio. Poi la nota congiunta firmata dal direttorio e da Grillo e Casaleggio. «Per il bene dalla città e del Paese, Marino faccia un passo indietro». «M5S fugge da qualunque responsabilità e impegno», replica Marino, denunciando la «schizofrenia» tra il gruppo dirigente nazionale e quello locale che sembra disponibile a dare il proprio contributo e «all’ultimo momento dice sempre no».
A prescindere dai cinquestelle, però, Marino, per ricostruire un rapporto di fiducia con la città, punta molto sull’istituzione della commissione alla Trasparenza e alla legalità. Il primo cittadino che nei giorni scorsi ha chiesto a Raffaele Cantone di supervisionare appalti vecchi e nuovi del Comune, starebbe pensando di chiamare un altro magistrato per la poltrona. Si dice infatti che abbia contattato l’ex procuratore antimafia, Gian Carlo Caselli. Un altro nome che circola è quello di Stefano Rodotà. In ogni caso il primo cittadino vorrebbe varare una nuova giunta, seguendo il consiglio dell’ex sindaco di Roma Francesco Rutelli, che gli aveva suggerito di varare una giunta di «salute pubblica», allargando la maggioranza al M5S. Le prime caselle da occupare saranno quelle lasciate libere dagli amministratori coinvolti nell’inchiesta. Matteo Orfini annuncia con un tweet le dimissioni degli amministratori democratici finiti nell’inchiesta. «Ozzimo, Coratti e Patenè si sono autosospesi dal Pd, li ringrazio e gli auguro di riuscire a dimostrare la propria estraneità», scrive il presidente del Pd nominato neo commissario del Pd romano.
Il Marino bis dovrebbe nascere prima di Natale. Indagini e politica permettendo. Non sono infatti solo i grillini a chiedere l’azzeramento della giunta e il voto. Anche Berlusconi è tornato a chiedere le elezioni. «È uno scempio si devono dimettere tutti», ha tuonato il Cavaliere a una manifestazione di Forza Italia.
Il governo però non è dello stesso avviso. «È chiaro che a Roma c’è qualcosa che non va, dobbiamo verificare i fatti brutti e gravi che sono accaduti e poi vedremo cosa fare», dice Luca Lotti. «Il governo comunque va avanti e non credo ci siano i riferimenti per dover andare alle elezioni, non credo proprio», spiega il sottosegretario alla presidenza del Consiglio.
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