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TERREMOTO ABRUZZO.IL CONI DEGLI SPRECHI ORGANIZZA UNA COLLETTA.

Roma 10.4.2009 (Corsera.it)

aperta un'inchiesta dopo le denunce del giornalista Renato Corsini

il " buon cuore " del CONI: mille parenti assunti

tra il 1991 e il 1992 assunte 1517 persone: 256 perche' familiari di dipendenti, 27 di ex dipendenti. ci sono figli di giornalisti sportivi, di assessori comunali, nipoti di giudici, mogli di autisti ministeriali e altri ancora

C' e' la signora assunta nonostante fosse incinta (che dunque ha preso servizio solo dopo la maternita' ), c' e' quello che si e' visto recapitare la lettera mentre faceva il militare, c' e' una che abita a Formia ma e' stata assunta a Roma. E c' e' un alto funzionario che ha "fatto entrare" in ditta la figlia, due nipoti e tre fra amici e parenti. Collocamento? Sconosciuto ai piu' : tutte assunzioni per chiamata diretta. Il pubblico ministero Andrea Vardaro ha gia' cominciato ad ascoltare testimoni, non prima di aver fatto sequestrare tutte le carte possibili. Ed e' proprio da qualche testimone che l' inchiesta deve aver ricevuto un nuovo impulso: perche' era stata gia' aperta due volte, e poi richiusa. Implacabile "persecutore" delle faccende interne del Coni e' il giornalista Renato Corsini. Sua e' la prima denuncia, spedita per posta il 10 giugno dell' anno scorso. E sue anche quelle successive, che risalgono al 10 e 30 novembre. Dopo anni passati a raccogliere notizie,Corsini aveva messo insieme un bel pacco di notizie. Ma qualche mese fa era inciampato per caso in una sorta di straordinaria "testimonianza collettiva": ad una riunione della Giunta aveva incontrato un gruppo di inferociti ex dipendenti. Che erano andati li' a protestare perche' il Coni non aveva ancora assunto dei loro parenti. Corsini li aveva convinti a raccontare le loro storie e aveva ulteriormente arricchito il suo dossier. Quelli si erano detti disposti a testimoniare. Solo che poi si erano tirati indietro. Ma il giornalista aveva comunque in mano le carte: testimonianze di impiegati (con tanto di nome e cognome) che avevano scritte letteracce ai vertici del Coni, chiedendo perche' mai il loro amato figlio (o nipote, o moglie) non fosse stato assunto. E le assunzioni erano subito arrivate. Oppure le confessioni di qualche dirigente di federazione che si era sentito dire ai piani alti: cosa vuole, ho dovuto assumere, me l' ha chiesto l' onorevole... G. Ga.

Gallo Giuliano

Pagina 7
(13 marzo 1993) - Corriere della Sera


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