Aquila 10.4.2009 (Corsera.it) di Matteo Corsini
Tra le macerie di Onna e quelle dell'Aquila,tra il dolore e la disperazione di quei cittadini trasformati nottetempo in una popolazione nomade,la figura dell'arcimiliardario Silvio Berlusconi strideva come le tette straripanti della Ministra Carfagna.Il Re Sole impomatato e profumato come un'azalea ,con le sue cortigiane tirate a lucido, dalla carrozzeria rigonfia e specchiata ,si aggirava tra l'orrore del terremoto,lo squallore degli atti delinquenziali compiuti da ingegneri e amministratori locali.La figura vestita di nero che incedeva con in capo il vaso rovesciato cadutogli in testa,annichiliva il passante e il telespettatori,come rimarcava ad ogni passo la differenza tra una ricchezza spropositata,illimitata e una povertà così profonda e dignitosa. Strideva come un treno che frena in una abbandonata stazione di periferia,strideva quel volto tumefatto dalle cicatrici degli abbellimenti estetici innanzi alle rughe dei contadini.Come strideva la cornice dei burocrati impomatati alla Gianni Letta,alla vista delle mani tozze e sbucciate di quei contadini,di quei ....
lavoratori.Come strideva quel sapore di campagna difronte agli intrallazzi del potere,come stridevano gli occhi lucidi di pianto della gente con quel desiderio spasmodico di farsi vedere preoccupati e doloranti difronte alle televisioni di tutto il mondo.
Il Re Sole incedeva tra le macerie,la ricchezza e la fortuna da una parte e la povertà e la disgrazia da un'altra,gli intrighi di palazzo,le guerre intestine tra le componenti del Governo e la gente disperata,strappata alla sua terra come da un getto di acqua fredda.
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