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ENRICO MARRO EDITORIALE CORRIERE DELLA SERA IMMOBILIARE ENRICO LETTA UN PINOCCHIO BUGIARDO E SENZA IDEE

Roma 2 Novembre 2013 Corsera.it di Matteo Corsini Il Corriere della Sera pubblica questa mattina un editoriale a firma di Enrico Marro che descrive con precisione l'andamento anomalo dei provvedimenti che il governo Enrico Letta intenderebbe assumere,che ha assunto e che cerca di assumere in un valzer delirante di ignoranza economica.Infatti alla base di queste schizofreniche iniziative,vi e' una cupa ignoranza di elementari concetti di economia.Enrico Letta non soltanto e' un bugiardo ma anche un incapace.Il settore immobiliare per l'Italia e' di fondamentale importanza,perche' prima di ogni cosa e' comprensibile alla maggioranza dei cittadini:mattone equivale a risparmio.Questa legge fondamentale e' il principio che ha ispirato generazioni di famiglie italiane e che ci ha fatto diventare uno dei primi paesi al mondo con il maggior risparmio privato.Se l'Italia ancora regge,nonostante l'ingente debito pubblico,lo dobbiamo alla nostra capacita' di infilare i soldi nel sacro mattone. Il settore immobiliare dunque e' la struttura portante della nostra finanza,se questo crolla,crolla l'economia,l'Italia rischia di precipitare nella spirale del default.Gli stessi istituti di credito italiani ad oggi sono infarciti di crediti immobiliari in sofferenza,perche' la delirante politica monetaria europea,ha di fatto creato il cortocircuito tra debito pubblico e sistema creditizio.Non c'e' dubbio che il martellamento di tasse sulla casa non fa altro che piegare le gambe al settore,a mettere in difficolta' i ceti piu' disagiati,perche' la casa di lusso rimane la casa di lusso e continua a macinare record di vendite e di valori.Mentre pensionati e povera gente,sono dissanguati dallo stillicidio delle tasse.I ricchi rimangono ricchi,i poveri sempre piu' poveri.Colpire la casa oggi significa colpire i ceti piu' disagiati sopratutto i pensionati. L'Italia ha bisogno di un mercato immobiliare forte,competitivo e se la delirante politica di rigore della Germania ha di fatto devastato i settore,il Govrno Enrico Letta dovrebbe assumere provvedimenti per rilanciare il settore,detassando il settore,eliminando l'imu sulla prima casa,accogliendo normative fiscali che vadano nella direzione della compensazione dei costi deducibili.Se il settore immobiliare produce reddito,significa che nelle casse dello Stato entrano quattrini.Ma Enrico Letta,come molti altri burocrati ,ha sempre campato sulle spalle degli italiani,e come qualsiasi altro scroccone,non fa altro che inasprire la corda intorno al collo dei consociati italiani,proprio come le puttane,quando stringono le gambe intorno al loro cliente. Il governo non dovrebbe disorientare i cittadini, almeno sulle cose importanti. La casa è una di queste. Purtroppo il disegno di legge di Stabilità complica una situazione già complicata. Ormai, siamo davanti a un rompicapo: dopo l’Imu sugli immobili, la Tarsu sui rifiuti, la cedolare secca sugli affitti, sono in arrivo la Tasi sui servizi indivisibili (polizia locale, illuminazione pubblica e altro), la Tari che assorbirà la Tarsu, e la Trise, il nuovo tributo comunale composto dalle stesse Tasi e Tari. Non è uno scherzo, ma ciò che hanno partorito in materia gli ultimi governi. Vittime i cittadini: proprietari e inquilini. Nessuno è in grado di districarsi da solo in questo groviglio di norme, aliquote e addizionali. Tutti hanno bisogno di uno specialista. Anche il pensionato, che non ha altro che la casa d’abitazione e magari quella al paese d’origine, deve ricorrere ai patronati o a professionisti. E stiamo solo parlando delle procedure. Se poi qualcuno volesse anche capire se e quanto pagherà, dovrebbe consultare l’indovino. Prendiamo la seconda rata Imu sulla casa d’abitazione. Il governo, quando a maggio abolì la prima rata, promise che avrebbe cancellato anche la seconda. Solo che a poco più di un mese dal 16 dicembre, giorno ultimo per pagare, l’esecutivo non ha ancora né varato il decreto legge necessario, né indicato come farà a trovare i 2,4 miliardi di entrate alternative. Tanto che ogni giorno fioriscono nuove ipotesi, dall’aumento delle accise (sigarette, alcol e benzina) a un contributo straordinario sul settore bancario. E comunque non ha ancora chiarito se la cancellazione della seconda rata sarà totale o parziale. I Comuni poi hanno tempo fino al 9 dicembre per deliberare sulle aliquote e, sempre a dicembre, scatterà l’aumento della tassa sui rifiuti, 30 centesimi in più a metro quadro. Poi qualcuno può meravigliarsi se non ripartono i consumi? Ci dicano che cosa dobbiamo fare: possiamo andare al ristorante con la famiglia o è meglio che i soldi li teniamo da parte per la seconda rata dell’Imu? Quando ce lo farà sapere il governo, il 15 dicembre? Purtroppo questa confusione è drammaticamente comprensibile, anche se non giustificabile. Comprensibile perché, in verità, l’esecutivo Letta idee chiare sulla casa non le ha mai avute, per il semplice fatto che nella maggioranza e nella squadra di ministri convivono posizioni opposte. C’è chi l’Imu non l’avrebbe toccata per nulla e chi invece vuole cancellarla per sempre dal vocabolario. L’idea della Service tax è nata così, per consentire ai primi di dire che attraverso Tasi e Tari un prelievo sulla prima casa sarebbe comunque rimasto, come avviene negli altri Paesi, e ai secondi di cantare vittoria sull’abolizione dell’Imu, salvo poi scoprire che dalla combinazione delle componenti del nuovo tributo potrebbe derivare un prelievo addirittura maggiore, anche sulle prime case. Il governo smentisce che si pagherà di più e passa la palla ai Comuni: saranno loro a decidere, in omaggio al federalismo. Ma il federalismo come alibi non è quello che serve. Vorremmo invece che il governo facesse chiarezza e partorisse un sistema semplice. È troppo? 02 novembre 2013

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