Roma 18 Marzo 2013 Corsera.it
Piero d’Inzeo.Crisi della Federazione italiana sport equestri.Piero d’Inzeo il leggendario cavaliere dell’equitazione italiana. Ha compiuto 90 anni. Piero e Raimondo gli indimenticabili fratelli hanno fatto la storia della Scuola italiana di equitazione nel dopoguerra dalle Olimpiadi del 1948. Nell’edizione del
senatore PDL Franco Carraro. Nel 1969 per le Edizioni Mediterranee d’Inzeo scrisse un libro “ Oltre
“ Metto subito le mani avanti dicendoti che la prefazione non è legata ad un episodio attuale e passeggero della vita equestre nazionale, perché mi rifaccio a problematiche situazioni e ad aspetti di costume e di mentalità già toccati nei capitoli del volume, ai quali bisognerebbe dare, con decisione, un taglio netto, poiché minano lo sport equestre alle sue fondamenta. Non so quando ci libereremo di quelle remore”.
“Le prove di Concorso ippico hanno,ancora una volta, palesato confusione d’idee e anarchia nel campo tecnico. I cavalieri che hanno rispettato
“Sullo sfondo di questo quadro davvero poco lusinghiero, s’è riproposta da parte della Federazione il programma pro-juventute, argomento logoro che già intesi quattro anni fa. La questione rimase lettera morta,perché al momento del bisogno impellente – Olimpiadi di Città del Messico – la federazione ha rispolverato le solite vecchie glorie, non trovando altro di meglio”.
“ Desidero concludere questa prefazione, caro Editore,soffermandomi su quei nostri quattro ragazzi,Argenton, Angioni, Ravano e Checcoli, che a Tokio conquistarono due medaglie d’oro per l’Italia. In quello’occasione si tese a valorizzare non le capacità dei singoli cavalieri, ma l’opera di preparazione e di assistenza dei responsabili allenatori federali. A quatto anni di distanza, i nostri giovani cavalieri tornati da Città del Messico a mani vuote,dopo avere subito una preparazione certosina come la precedente,realizzata dagli stessi allenatori e per di più alla luce di superiori esperienze,si vedono addebitare la sconfitta.Si scivola,invece,sulle responsabilità federali che sono state determinanti”.
Renato Corsini.
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