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CORSERA MARIO MONTI DEUS EX MACHINA L'INNOMINATO DI ARCORE PERSEGUITATO DAL MITO DEL DUCE

Roma 1 Febbraio 2013 Corsera.it

Elezioni.Mario Monti deus ex machina. L’innominato di Arcore perseguitato dalla giustizia e dal mito del Duce.Pier Luigi Bersani  prodotto politico italiano di origine controllata e garantita. Deus ex machina.”Locuzione relativa all’antico teatro, nel quale, al culmine dell’azione, interveniva la divinità,fatta discendere dal cielo per mezzo di macchinismi complicati, a sciogliere tutti i mali del dramma, e introdurre la soluzione finale.Quindi così si chiama il soprannaturale  nei poemi epici. La frase si suole applicare alle persone che “ in affari arruffati, in situazioni quasi disperate,sanno all’improvviso, trovare una soluzione salutare”. Bene ha detto Bersani osservando il professore...

che guarda dall’alto le umane vicende politiche. Ha trovato la soluzione salutare per l’Italia nei salotti internazionali dove si parla di mercato, di economia globale, di Pil,di debito pubblico.Sceso dalla “machina” per fare politica non ha rinunciato a guardare dall’alto perdendo quella visibilità mediatica aulica acquisita nei summit internazionali, negli incontri bicamerali tra statisti di rango. Se ne è accorto. La politica quella giusta si fa guardando negli occhi la gente, il popolo.Così Bersani nel prendere le distanze da Monti. Per recuperare visibilità mediatica gli è venuto in soccorso Obama. Di cose italiane ne capisce poco. Probabilmente la vista gli si è appannata frequentando l’innominato di Arcore. Un guro, tale David Akelrod, esperto in campagne elettorali lo sta istruendo. Uno yankee, soprannome benevolmente ironico col  quale sono designati i nordamericani di origine inglese. Forse David ha un’altra origine, fa lo stesso. Le cronache dicono che abbia suggerito al professore di ringhiare, di attaccare di sbranare l’avversario. Bersani ne ha approfittato utilizzando lo stimolante sbranare nel replicare ai detrattori sul caso Mps. Hic sunt leones.

Monti non è un proletario né è così ricco come l’innominato ricco signore del mattone massone . Con i finanziamenti del Monte dei Paschi ha costruito Milano 2 e3 e ora vive di rendita.Bersani è un proletario che vive del proprio lavoro, senza avere beni di fortuna cresciuto onestamente nel popolo. Si fa i conti in tasca e si rimbocca le maniche. L’abisso culturale è evidente. Bersani è uno che dice parlando di politica di non fare cose inutili, di non parlare a vanvera, di non fare spettacolo, di non parlare ex professo. E’ Orazio nelle satire. “ In silvam non ligna feras insanus”. Non essere così insensato da portare legna in una foresta.L’innominato di Arcore è alle prese con il suo ego e i suoi istinti politici. E’ Giovenale nelle satire.”Noc volo,sib iubeo,sit pro ratione voluntas”. Io lo voglio,io lo comando,la mia volontà tenga le veci della ragione.C’è qualcosa del superuomo di Nietzsche. “ Il superuomo dovrà ispirare la sua esistenza alla libera espressione dei propri istinti e alla ricerca della propria felicità terrena,respingendo le ingannevoli parole della coscienza,della morale e di ogni altro sistema di valori eretto artificiosamente sulla dimensione immediata e spontanea dell’esistenza dell’individuo”( Sergio Moravia). Il mito del Duce rievocato dalla libera espressione del proprio istinto politico.Le sue promesse in campagna elettorale sono mirabolanti.Monti gli va dietro senza pudore. “Timeo danaos et dona ferentes”Temo i greci anche quando portano i doni”. Ex professo.Il professore sta imparando velocemente alla scuola dello yankee si da apparire enciclopedico come il letterato manzoniano don Ferrante “ che era in grado di discorrere ex professo del maleficio amatorio, del maleficio sonnifero, del maleficio ostile” e aggiungiamo del maleficio politico.Lo ha talmente invasato al punto che il suo linguaggio si è involgarito.

Bersani marca la differenza. E’ il contadino saggio, l’operaio con il badile. Lavoro per produrre per creare ricchezza. L’economia reale di cui è persa traccia. “ Hannibal ad portas!”. Niente affatto per Bersani. Non si può propinare la merce scaduta e darla per buona. Qui sta la saggezza del contadino. Arata la terra ben preparata a ricevere la semente darà un buon raccolto.

 Renato Corsini.

 


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