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CORSERA CONI CONNECTION RENATO CORSINI RAFFAELE PAGNOZZI E L'INFEZIONE DELLA MASSONERIA POLITICA

Roma 6 Gennaio 2013 Corsera.it di Renato Corsini

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CONI connection.Si aprono le danze per il rinnovo delle cariche dell’ente pubblico. Nulla di nuovo. Quasi impossibile un’alternativa alla candidatura di Raffaele Pagnozzi. C’è da rabbrividire. Lo sport italiano nel suo insieme di attività e di discipline è malato di centralità. L’assistenzialismo statale ne ha minato il progresso fiaccando la partecipazione associativa. Non è una invenzione giornalistica. La casta padrona c’è e si perpetua nel tempo. Una sorta di massoneria in piena luce apparentemente.I giochi di potere si svolgono nell’ombra o nella semiombra. Nelle stanze, negli incontri clandestini, nelle case private. Persino per strada.La democrazia è una formalità. Così si maturano e si portano a buon fine gli interessi personali

di quei pochi che conoscono gli ingranaggi del sistema e sono capaci di sfruttarli. Il potere che si trasmettono nel tempo i protagonisti è un affare ghiotto, è un osso che denti voraci non mollano mai. Potere e soldi,benefici e prebende,carriere politiche assicurate, carte di credito, macchine e autisti, utili amicizie nelle istituzioni e nelle gerarchie cattoliche,protezioni di editori di partiti, relazioni di alto livello.Per se stessi e per le proprie famiglie.

Il legislatore non ha voluto mai porsi il problema della riforma del sistema organizzativo dello sport. Ha mantenuto il monopolio pubblico e privato che ne è derivato,l’ossidazione del metodo mortificando se non annullando l’iniziativa privata,l’emergere di realtà diverse.La liberalizzazione delle risorse economiche e del lavoro che sono intrinseche nelle attività sportive.La partecipazione democratica ridotta alla conta dei numeri raccogliticci a cui è preclusa la possibilità della valorizzazione dell’emergere di forze nuove. Il sistema che divora se steso che divora le risorse della collettività. Si è sempre sostenuto che sia lo Stato ad occuparsi dello sviluppo sociale dello sport in particolare attraverso il CONI e la scuola.Politica e teoria che hanno impedito la crescita sportiva.Lo sport è un settore dell’economia che opera in un mercato diversificato in molteplici discipline e come tale non può sfuggire all’iniziativa d’impresa. Il legislatore e l’esecutivo hanno impedito e quindi non favorito l’ingresso dell’economia propedeutica al progresso proteggendo la rendita statale parassitaria a vantaggio di pochi furbastri e maneggioni. Il professionismo prevede la crescita dello sport a livello giovanile. Come è nella scuola per la formazione al lavoro e alle professioni. L’impresa investe nello sport con la creazione a livello territoriale di impianti efficienti e nel personale docente. Si traina un’economia di settore molto importante. Tanto più vitale se risulta aderente alla domanda territoriale. Non ha senso un monopolio in un contesto di sviluppo dello sport parte e non secondaria dell’economia regionale e nazionale.La legge costitutiva del CONI via via modificata è ciarpame burocratico,inutile,parassitaria, non conforme alle leggi dell’economia e quindi in antitesi al progresso.La politica economica a livello nazionale deve cominciare a considerare lo sport alla stregua di una componente economica risorsa di ricchezza e di benessere.

Renato Corsini.

 

 


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