Roma 31 Ottobre 2012 CORSERA.IT
Elezioni anticipate. E’ forse la soluzione migliore per un solo motivo concreto. Liberare il parlamento inquinato da una folta presenza di rappresentati del popolo falliti e in buona parte indegni.Non v’è dubbio che il successo del movimento di Grillo dipenda da una diffusa rabbia di sopportazione e di nausea. Anticipare le elezioni è una scorciatoia da non sottovalutare. Il cambiamento è ...
vitale per le sorti della economia e della stessa democrazia. I danni provocati sono enormi. Rallentano il processo del faticoso recupero della credibilità internazionale dell’Italia che il governo Monti ha intrapreso. E’ inutile nascondersi dietro a un dito. L’economia dell’Italia è regolata da meccanismi di produttività che non possono prescindere dai mercati. Lo spread è un termometro che misura la capacità produttiva dove l’influenza del quadro politico interno è determinante per consentire agli investitori di fidarsi dell’Italia. Il sistema politico italiano al contrario si è sempre messo di mezzo danneggiando le imprese invece di supportarle. E’ sufficiente la dichiarazione di un leader di governo, di un ministro, insensata che ha come obiettivo di salvaguardare il suo misero orticello partitico per gettare scompiglio a livello dei mercati. Gratuita imbecillità che è comune a diversi attori che agiscono nel quadro politico attuale in via di disfacimento. Andare al voto per correggere la rotta politica. Svuotare il Parlamento il più presto possibile dai rottami di cui è scomparso. Il destino degli italiani è nelle loro mani, ora o mai più. La legge elettorale è un tabù che rallenta un processo ineluttabile. I partiti si accaniscono contro una legge voluta proprio dai disfattisti delle risorse pubbliche ingoiate dalla loro avidità di potere finita in pasto alle procure della Repubblica di tutta la penisola relegando l’Italia al rango di un paese non solo di mafiosi ma di corrotti e corruttori. E’ gradevole osservare l’accanimento delle cosiddette caste nel conservare i propri privilegi di bottega lasciando alla deriva gli italiani appesantiti dai loro guai strettamente legati al pane quotidiano. Costoro si accaniscono persino contro la libertà del diritto alla critica quando il giornalismo si fa denuncia anticipando con le inchieste e le indagini redazionali il malaffare istituzionale che poi refluisce all’esame della magistratura. Tappare la bocca in nome della privacy del decoro delle persone delle istituzioni. Occorre però chiarire che chi vuole assumere incarichi pubblici non ha alcun diritto di comportarsi in modo definiamolo fellone e pretendere riguardi che non possono pretendere. Il decoro, l’onore del pubblico ufficiale sono valori difesi d alla Costituzione e i cosiddetti rappresentati del popolo se li mettono sotto le scarpe con un’impudenza strafottente. Una condanna qualunque essa sia non è un disonore. Sfugge a costoro la differenza sostanziale tra vita pubblica e privata. L’Europa osserva esterrefatta il comportarsi del Parlamento italiano incapace di dotarsi di leggi che sappiano colpire con fermezza la corruzione gettando un’ombra d’inquietudine sui mercati malandrini che siano ma da cui non si può prescindere. Guardano con sospetto al rigurgito di una politica insofferente del diritto alla libertà di stampa. Se crolla questo pilastro della democrazia crolla lo Stato. La scorciatoia delle elezioni anticipate appare dunque una soluzione percorribile per accelerare il rinnovamento sempre che gli italiani chiamati non perdano l’ultimo treno della salvezza che gli passa sotto il naso.
Renato Corsini
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