Roma 17 Ottobre 2012 Corsera.it
Connection CONI – Monti. Basta con i finanziamenti statali erogati al CONI un ente pubblico parassitario. Dai provvedimenti governativi in materia di contenimento della spesa pubblica e per l’abbattimento degli sprechi delle riscorse dell’erario, non si può escludere l’ente monopolista.Ridurre i finanziamenti. Colpire il sistema parassitario che gestisce lo sport. Riformare l’ordinamento pubblico aprendo il settore delle attività socio-economiche sportive alla privatizzazione e alla liberalizzazione...
. Efficienza e concorrenza.
Nel 2012 il Tesoro ha trasferito al CONI oltre 400 milioni di euro. Una somma ingente che alimenta un sistema parassitario inossidabile, che vive di rendita a fronte di un prodotto dal costo eccessivo in rapporto allo sviluppo dello sport italiano. Il sistema parassitario ha come effetto prevalente il costituirsi di centri di potere inamovibili che sfruttano le risorse dello Stato. I percettori, oltre al CONI, sono le federazioni nazionali, gli enti di promozione,le discipline associate, le associazioni benemerite, l’esercito e i corpi armati dello Stato oltre varie categorie indefinite di questuanti. Una organizzazione che è fuori controllo. Per l’assenza della vigilanza della Corte dei Conti, più formale che sostanziale, del ministero dell’economia,della Banca d’Italia che probabilmente non controlla i flussi di denaro in entrata e in uscita dei depositi bancari. Bilanci di esercizio privi di riscontri,indecifrabili, non resi pubblici.
La privatizzazione e la concorrenza delle attività sportive possono raggiungere obiettivi economici rilevanti, aumentano l’efficienza e migliorano il bilancio statale. I soggetti sportivi liberati dal monopolio pubblico possono confrontarsi sull’efficienza dei servizio resi e sui costi di gestione.Il contenimento della spesa e degli sprechi non si basa sul concetto d’impresa prevalendo la rendita di natura pubblica che alimenta il sistema parassitario. La ripartizione delle erogazioni pubbliche ai vari soggetti operanti sotto il contro dell’ente avviene nella retrobottega degli affari dove chi ha più speso specifico acchiappa di più. Un sorta di mercato delle medaglie e dei primati che stabiliscono l’ammontare annuale del loro valore. Particolare rilievo in questo mercato hanno le società o gruppi sportivi che fanno parte dell’esercito e dei corpi armati dello Stato. Una stortura per il profilo amministrativo dei ministeri interessati,difesa, interni,economia, politiche agricole. I finanziamenti non possono provenire dal CONI che agisce da erogatore in seconda battuta, Devono essere iscritti a bilancio direttamente dai singoli ministeri. In questo modo si sottraggono le società o gruppi militari dal mercato delle vacche.
La questione di fondo per aprire alla privatizzazione e alla liberalizzazione delle attività sportive è il rapporto ombelicale con il CONI . Il riconoscimento del CONI è una paranoia ereditata dal fascismo e perpetuata sine die.Non si accetta la liberalizzazione delle attività e la privatizzazione tra soggetti che possono agire sul mercato senza vincoli pubblici. Con ciò si consente di sostenere un apparto volto a deprimere lo sviluppo dello sport. Il CONI rappresenta il CIO,quello è il suo compito. Le discipline sportive sono un altro affare che deve poter marciare con le sue gambe. Le regole che disciplinano gli sport sono valide per tutti . Lo Stato ridimensioni il suo ruolo di erogatore a fondo perduto. Può al contrario puntare ad elaborare un programma di finanziamento finalizzato alla realizzazione di impianti sportivi di base per consentire una più ampia e capillare diffusione dello sport tra i giovani.
Renato Corsini.
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