Camp David 7.2.2009(Corsera.it)di Matteo Corsini.
Barack Obama ha preso carta e penna e scritto un editoriale sul prestigioso Washington Post prima di partire per il suo primo week-end a Camp David ,la residenza di tutti i Presidenti americani.
Nell'articolo che ha fatto il giro del mondo il Presidente Obama ha descritto la catastrofica situazione economica americana,lanciando un monito che suona come un colpo di frusta per quelle istituzioni ,come il Congresso USA ,che durante la prossima settimana saranno impegnate nell'approvare il piano di rilancio dell'economia .
"Se non agiamo subito-ha detto Barack Obama-gli Stati Uniti rischiano di non recuperare mai più".
Il piano di rilancio economico da 900 miliardi di dollari è uno sforzo immane per il paese che ha già un debito pubblico da record,ma il Presidente americano sà che questi soldi rappresenteranno anche la scintilla in grado di rimettere in moto il motore,far ripartire i pistoni e pompare linfa vitale in un mercato che si è ingolfato grazie alla crisi del credito sintetico,anzi diremmo per la sua manipolazione infetta,virale e delinquenziale che moltissimi esponenti delle principali istituzioni bancarie e finanziarie del mondo hanno effettuato per avidità.
Il mondo degli irresponsabili finisce dunque in cantina,il mondo dei supermanager dai superbonus non è più in voga in America come crediamo nel resto del mondo,adesso la gente vuole vedere all'opera chi si rimbocca le maniche della camicia e lavora giorno per giorno ora per ora. Il mondo e la sua economia dunque si trasfigura nell'economia reale,quella che ha permesso lo sviluppo economico dei paesi e costruito le solide basi della globalizzazione. Il resto,la recrudescenza dello sviluppo asimmetrico,che non vuole appartenere alle regole fondamentali del mercato ,ma che le supera e le anticipa come una mostruosa macchina del futuro ha perso forse per adesso la sua battaglia,perchè la circolazione del credito oltre il suo valore effettivo ha edificato cattedrali nel deserto e bruciato la ricchezza reale per illudere il mondo con i sogni di evanescenza.
Ma noi crediamo che Barack Obama abbia anche colto nella metamorfosi del sistema gli aspetti interiori di questa crisi e non soltanto quelli dei valori culturali ed umani,nella lotta spietata del capitalismo che dei suoi adepti crea i propri avversari,Obama vede l’opportunità per deviare quel flusso intermittente pieno di cortocircuiti come quello della fase odierna, verso nuove strategie possibili per l’economia mondiale,ovvero la fase di sviluppo compatibile del pianeta con una dimensione più naturale, necessaria a l’uomo per sopravvivere .
I disastri finanziari e quelli militari sono la condizione per la distruzione della civiltà e non la sua condizione ideale di sviluppo e quella che vuole individuare Barack Obama è la sua alternativa possibile che forse anche la più semplice.
L’America questo grande motore dello sviluppo deve rivisitare se stessa,riscoprire la storia,rivedere gli ideali che i padri fondatori della patria avevano scelto come utili e necessari per vincere le difficoltà dell’esistenza. L ‘America rappresenta il mito e la leggenda della libertà e del benessere,che ieri avevano significati diversi e oggi ne hanno assunti altri che appaiono bestiali e disumani,che non riflettono affatto la forza dell’ uomo ma le sue disgressioni complesse e occulte,quasi carnivore fino al limite del cannibalismo. L’America è nata dagli uomini e la solidarietà di quello sviluppo economico era indispensabile per edificare una società solida e invincibile in grado di fare quadrato e superare ogni ostacolo. Quella civiltà dei pionieri oggi ha tentato di costruire il proprio futuro calpestando il vicino di casa che considera il nemico da divorare,ma ha fallito.Forse è anche questo che Barack Obama intende quando scrive a lettere cubitali che gli USA rischiano di non recuperare mai più.Rischiano di non tornare più ad essere se stessi,rischiano di dimenticare come costruire e realizzare ricchezza,ma quella vera.
Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama gioca la carta della paura: "Se non agiamo subito, con l'approvazione da parte del Congresso Usa del piano di stimolo economico, gli Stati Uniti rischiano di non recuperare mai piu'". Questa frase shock e' contenuta in un articolo che il neo-presidente americano ha scritto per il Washington Post.
"Questa recessione potrebbe durare per anni. La nostra economia perdera' altri 5 milioni di posti di lavoro. Il tasso di disoccupazione si avvicinera' alla doppia cifra. La nostra nazione sprofondera' ancora di piu' in una crisi che, ad un certo punto, potremmo non essere piu' in grado di ribaltare", scrive Obama nell'editoriale.
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