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BALLARO' ERRORI IN DIRETTA 10 GENNAIO MONTE DEI PASCHI DI SIENA PERDE SOLTANTO IL 21% IN UN ANNO

ROMA 10 GENNAIO 2012 CORSERA.IT

BALLARO' NELLA TRASMISSIONE ORDIERNA HA ESPOSTO DEI CARTELLI DEL TUTTO IMPRECISI SULLO STATO DI SALUTE DELLE BANCHE.IN PARTICOLARE IL CARTELLO ESPOSTO AVREBBE EVIDENZIATO UNA PERDITA DELLA SUA CAPITALIZZAZIONE DEL 21% DALL'INIZIO DELL'ANNO DELLA MONTE DEI PASCHI DI SIENA,MENTRE AL CONTRARIO LA PERDITA E' BEN SUPERIORE,SOLTANTO DA LUGLIO E' DEL 64%.INOLTRE IL DISSOLVIMENTO DELLA SUA CAPITALIZZAZIONE DI BORSA, E' UNO DEI PRINCIPALI MOTIVI CHE METTE IN FORSE IL PROSSIMO AUMENTO DI CAPITALE.LA BANCA MONTE DIE PASCHI DI SIENA DEVE EVITARLO PER NON SPARIRE DAL LISTINO.

PER QUANTO RIGUARDA LE DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE ABETE,C'E' DA DIRE CHE LE AZIONI SONO SEMPRE PARTE DI UN CAPITALE DI RISCHIO,MA CI SONO IMPRESE SERIE E IMPRESE CHE FANNO ACQUA.IMMAGINARE CHE LA SECONDA E LA TERZA BANCA D'ITALIA SIANO IMPRESE A RISCHIO,QUANDO L'ATTIVITA' BANCARIA PER SUA NATURA E' PRUDENTE,SIGNIFICA AVVALORARE IL GIUDIZIO DEGLI AZIONISTI CHE SI CONSIDERANO BIDONATI.UNA BANCA CHE PERDE IL 93% DEL SUO VALORE,MANTENENDO INTEGRI I LAUTI STIPENDI DEI SUOI MANAGERS,BIDONA GLI AZIONISTI.QUANDO UNA BANCA PERDE IL 93% DEL SUO VALORE,DOPO DUE AUMENTI DI CAPITALE,E' UN'IMPRES DECOTTA,NEANCHE A RISCHIO.UN'IMPRES DA CUI NON SI TRASFERISCONO INFORMAZIONI PRECISE E TRASPARENTI.QUELLO DI BALLARO' E' UN CONTRADDITORIO MEDIOCRE.CI INVITASSERO,SPIEGHEREMMO BENE LE COSE COME IN REALTA' SONO. Banca Mps ieri è stata il titolo peggiore di Piazza Affari. Trascinata al ribasso da Unicredit, è riuscita a fare peggio dell'istituto di Piazza Cordusio chiudendo con un calo del 14,39% a 0,197 euro, il nuovo minimo storico per il gruppo senese. Dalla «ripresina» post-aumento dello scorso luglio a quota 0,55 euro, la flessione è del 64%, ma dai massimi pre-acquisizione di Antonveneta del maggio 2007 il Monte ha lasciato per strada il 93% del suo valore.
Questi sono i due dati principali per comprendere le cause dello shock borsistico di Mps. Dopo Unicredit, è proprio la banca senese quella ad essere nel mirino dell'Eba, la Vigilanza europea che le ha chiesto di ricapitalizzarsi per 3,3 miliardi di euro. Il nuovo dg nonch´ ad in pectore Fabrizio Viola dovrà individuare le modalità di intervento da comunicare a Bankitalia entro il 20 gennaio. Finora Mps ha lasciato trapelare che con dismissioni (securitisation incluse) e capital management sia possibile recuperare oltre 1,7 miliardi, mentre il resto potrebbe venire dalla conversione - già prevista - dei vecchi prestiti Fresh che fanno altri 1,2 miliardi oltre agli 1,8 miliardi di Tremonti-bond ancora in pancia.
Il problema è la sfiducia del mercato: gli operatori credono che con soli 2,2 miliardi di capitalizzazione l'aumento sia inevitabile e che l'accoglienza riservata a eventuali nuovi titoli di Rocca Salimbeni sarebbe ben peggiore di quella riservata a Unicredit. Per cui la scommessa al ribasso sull'Italia e su Mps prosegue.
Il secondo nodo da sciogliere è quello della governance. L'ingresso di Viola al posto di Antonio Vigni, che sarà ratificato dal cda di giovedì, ha riaperto i giochi «politici» per il controllo dell'istituto. Il presidente Giuseppe Mussari (nella foto), potrebbe non ricandidarsi per il terzo mandato nella prossima primavera, ieri ha sottolineato che la nomina ha lo scopo di «dare una scossa al mercato» anticipando la stesura di un nuovo piano industriale che preveda economie di scala (cioè tagli del personale). Prospettiva avversata dai sindacati interni della banca, in stato di agitazione sia perch´ non preavvertiti sia perch´ contrari a manager decisionisti come Viola, già «risanatore» in Bpm e Bper.
Nell'occhio del ciclone è finito anche il presidente della Fondazione Mps, Gabriello Mancini, che per mantenere il controllo sull'istituto sopra il 50% ha indebitato l'ente che ha rinegoziato oltre un miliardo di debiti con i creditori capeggiati da Mediobanca e Credit Suisse. Il sindaco di Siena, Franco Ceccuzzi (ala «sinistra» del Pd), cui spetta la nomina della maggioranza della Diputazione, vorrebbe che Mancini lasciasse il suo posto con un anno e mezzo di anticipo sulla scadenza naturale (per la successione è spuntato il nome del consigliere Piazzi vicino al sindaco). Passo indietro che Mancini non ha intenzione di fare perch´ finora ha rispettato il mandato assegnatogli: non perdere la presa sul Monte. Finora. Sia in caso di un aumento che a bocce ferme, Palazzo Sansedoni dovrà alienare un buon 15% delle sue quote per ripagare i debiti. Non scendendo comunque sotto il 33% e siglando un patto con altri due soci forti come Caltagirone e Mps.

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