14.1.2009(corsera.it) di Renato Corsini.
Moggi. Sulla condanna dei Moggi, il presidente della Juve Giovanni Coboli Gigli ha commentato: “ Con altre assoluzioni ridate i due scudetti alla Juve”Come è noto due sono gli scudetti sottratti illegittimamente alla vecchia signora che nel computo di quelli conquistati è scesa da 29 a 27. Sullo scippo perpetrato dalla federcalcio riproponiamo un articolo pubblicato su Corsera Magazine a fine ottobre 2008.
Juventus. Scudetti scippati.
La decisione di revocare alla Juventus un paio o forse tre, non ricordo bene, di scudetti vinti sul campo, oltre alla punizione di retrocederla in serie B, adottata a suo tempo dalla Federcalcio, era ed è da ritenersi un errore per il profilo logico giuridico. In un ipotetico ricorso al Tar del Lazio a cui poteva accedere la squadra della Juventus nella composizione degli atleti giocatori e dell’allenatore, che avevano vinto i campionati, poi revocati, il giudice amministrativo avrebbe accolto il ricorso, nella sua ammissibilità, e nel giudicare nel merito avrebbe restituito alla squadra ciò che era di Cesare. I fatti sono noti, i comportamenti societari illeciti per il profilo sportivo accertati e sanzionate le persone ritenute colpevoli. Ciò ha determinato la retrocessione della società nella serie inferiore trascinando gli atleti e privandoli illegittimamente delle vittorie e dei campionati vinti sul campo. E’ questo il punto su cui il Tra del Lazio avrebbe riflettuto. In un incontro di calcio ci sono due soggetti che si contrappongono ed un terzo, l’arbitro, che garantisce l’ordinato svolgimento della competizione. Diversamente in mancanza di un arbitro la partita degenera in rissa. La direzione arbitrale può influenzare il risultato di gara sia che il terzo uomo agisca in mala fede oppure in buona fede non sorretta da una adeguata preparazione tecnica, favorendo dolosamente nell’un caso, per colpa anche grave nell’altro, una delle due squadre. I giocatori debbono accettare la direzione di gara e il risultato certificato sul campo. Infatti il fattore tecnico atletico che esprimono le squadre contrapposte si esaurisce nell’incontro ed è il risultato di comportamenti individuali e corali di ogni singolo atleta teso a superare l’avversario, a vincere. E’ la squadra che vince e vince sul campo. Pensare diversamente supponendo che gli incontri siano pilotati e che gli atleti ne siano conniventi appare riduttivo del fattore tecnico agonistico che spinge le squadre a superarsi. Come si può sostenere che i giocatori della Juventus fossero consapevoli dei magheggi societari? Come sostenere che scendessero in campo con la certezza della vittoria in tasca? Come pensare di vincere l’incontro senza dare il massimo del valore tecnico agonistico di cui ciascuno degli atleti disponeva? Il Tar del Lazio avrebbe dunque scisso le responsabilità dei dirigenti della società Juventus affermando la legittimità dei risultati ottenuti sul campo della squadra Juventus restituendo ai giocatori i campionati acquisiti. Ai recenti mondiali di calcio ha vinto la nazionale italiana formata da atleti italiani e non si può affermare che abbia vinto la Federcalcio. I giocatori hanno dato il massimo del loro bagaglio tecnico atletico a prescindere dalle decisioni arbitrali favorevoli o sfavorevoli. Sulla testata di Zidane, l’arbitro ne ha deciso l’espulsione azzoppando la squadra francese in particolare nei calci di rigore che si sono susseguiti. Poteva decidere diversamente favorendo i francesi, il risultato sarebbe stato annullato se poi la squadra italiana avesse perso? Sebbene il caso sia diverso, il ragionamento logico giuridico a cui si è attenuto il pubblico ministero nel chiedere l’’archiviazione del giocatore del Milan Borriello, squalificato per doping dal giudice sportivo, conferma il principio del gioco di squadra e del risultato ottenuto sul campo. In buona sostanza si respinge la tesi della volontà a delinquere dell’intera compagine ed è ciò che il Tar del Lazio avrebbe rilevato accogliendo il ricorso dei giocatori della Juventus e del suo allenatore se fosse stato inoltrato.
Renato Corsini.
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