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CARMELA MELANIA REA OMICIDIO DROGA CONNECTION DENTRO L' ESERCITO ITALIANO

Venezia 26 Maggio 2011 CORSERA.IT ORE 07.21

Qual'è il vero movente che ha portato alla morte Carmela Melania Rea? Soltanto la gelosia di un marito accecato da un momento di follia,come immagina tutta l'Italia?(ricordiamo che il marito ad oggi è innocente,anzi vittima e parte offesa per lo il linciaggio mediatico a cui è stato sottoposto)

 Oppure il movente si nasconde negli stati più profondi dei segreti degli ambienti militari italiani? Il puzzle scaturito da qusto omicidio è immerso nel sangue e nel profumo di droga.Allarmanti sono gli episodi e la loro concatenazione nel tempo.Vediamo quali sono in una serie di articoli del CORSERA.IT.

Il caso del colonnello Luigi Verde e l'immobiliarista Federico Marcaccini.

L’ufficiale fermato è il tenente colonnello Luigi Verde, di 57 anni,  nato il 25/02/1953 a Roma e residente a Vicenza in Via Castel Fidardo nr 1, in servizio a Bolzano dopo essere stato, dal ‘99 al 2001, comandante provinciale a Sondrio. La sorpresa è arrivata soprattutto quando è stato perquisito il suo alloggio di servizio, nella caserma della Legione di Bolzano, dato che vi custodiva, un mitra, due bombe a mano, 13 granate, una pistola, cinquecento grammi di plastico e varie campionature di esplosivo. "Il ritrovamento dell’esplosivo e delle armi in casa di Verde, hanno detto il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, ed il procuratore aggiunto, Giuseppe Borrelli, ha rappresentato una sorpresa anche per noi. E’ chiaro che la circostanza apre adesso nuovi scenari nell’indagine e sarà nostro compito adesso capire per conto di chi e perché Verde detenesse questo materiale". Secondo gli inquirenti Verdi avrebbe svolto “dato la sua mano” all’organizzazione soprattutto nel trasporto della droga; in particolare dalle indagini sarebbe emerso come l’ufficiale avrebbe gestito il trasporto di un consistente quantitativo di cocaina dall’aeroporto di Fiumicino, dove era giunto con un volo proveniente dal Venezuela, fino al quartiere Cinecittà per consegnarlo ad alcuni affiliati alla ‘ndrangheta. Un ruolo rilevante sarebbe stato svolto anche dall’ immobiliarista romano, Federico Marcaccini, di 33 anni, detto ‘il popone, proprietario della maggior parte degli immobili sequestrati: trenta società di capitali e dieci ditte individuali, nove fabbricati, 16 terreni, 28 automezzi e numerose quote societarie, polizze vita e rapporti bancari, tra cui uno dei teatri più noti della capitale, il Ghione (Christopher Axworthy,  marito di Ileana Ghione avrebbe precisato che Marcaccini  non è e non è mai stato proprietario del teatro Ghione). Il ruolo svolto da Marcaccini sarebbe stato quello di mettere a disposizione, in particolare alla cosca Strangio, ingenti cifre con cui anticipava milioni di euro ai trafficanti, consentendo così i traffici di droga tra il Sud America e l’Italia. I suoi referenti, in questo senso, sarebbero stati Antonio Strangio e Bruno Pizzata, esponenti di spicco della ‘ndrangheta di San Luca e noti perche’ coinvolti in traffici di droga in tutto il mondo

Federico Marcaccini avrebbe finanziato l’importazione della droga che da Venezuela, Colombia e Brasile veniva importata in Italia per essere poi trasferita in Calabria ed in altre regioni, tra cui Emilia Romagna e Veneto. Marcaccini era in stretto contatto, in particolare, secondo quanto riferito dagli investigatori, con le cosche Strangio e Pelle di San Luca per le quali avrebbe messo a disposizione le sue notevoli disponibilità finanziarie per consentire i traffici di droga tra il Sud America e l’Italia.


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