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LIBIA NO FLY-ZONE.SEIF AL-ISLAM GHEDDAFI GUERRA TERRORISTICA ALL'ITALIA.

Tripoli 18 Marzo 2011 CORSERA.IT

Qui Bengasi, di Matteo Corsini.

Come un baciamano diventa una minaccia di terrorisimo.

Checchè se ne dica,se si tradisce un amico,o almeno uno a cui fino a ieri avevi fatto l'inchino,questi malgrado sia in torto marcio,può sentirsi offeso e umiliato e il suo odio furibondo crescerà contro di te,più che contro ogni altro nemico.La posizione dell'Italia di Silivo Berlusconi con Muammar Gheddafi è esattamente questa.Un amico raggirato con mirabile arte diplomatica,che nel momento del bisogno,viene abbandonato a se stesso,troppo compromettente agli occhi del mondo intero,la liason dangereuse tra Silvio Berlusconi e il suo alter-ego libico.Si rischiava il ridicolo,lo stesso nostro Ministro degli Esteri Frattini,dallo sguardo artatamente miope,l'ha....

....compreso molto bene ed è corso al riparo,con le note dichiarazioni dell'ultima ora.La posizione dell'Italia nei primi momenti della rivoluzione era insostenibile,un vero cancro nel cuore del sistema politico europeo.

Il figlio di Muammar Gheddafi lancia la sfida all'Italia.Seif Al-Islam Gheddafi minaccia il nostro paese,qualora si renda disponibile per l'uso delle basi militari di Sigonella e Trapani in Sicilia.Un segno della balordaggine della famiglia Gheddafi,quella osannata dal Premier Silvio Berlusconi.La famiglia che incarna la dittatura politica,che in evidenza il popolo libico non sopporta più.Il pericolo è che la nostra governace,ha lasciato correre troppo tempo in questa crisi,prima di lanciare il sasso,far comprendere bene la posizione italiana nei confronti della sommossa popolare contro la famiglia Gheddafi.Adesso si interviene e l'Italia si trova confine a confine a dover contrastare non soltanto l'afflusso dei clandestini,ma anche il perimetro del campo di battaglia,tra l'ONU e l'esercito inferocito di Muammar Gheddafi,il Principe Megalomane della Libia. 

La controffensiva di Muammar Gheddafi si porta verso il cuore di Bengasi,con molte probabilità di vittoria nei confronti dei ribelli.La comunità internazionale ha lasciato correre,ipocrita,con la speranza che i ribelli riuscissero quanto meno a dividere in due la Libia,indebolendo politicamente il Colonello Gheddafi.Ma per varie ragioni,non sono riusciti nell'impresa.La prima verità,sono i macellai fantasma dei servizi segreti libici,che hanno fatto a pezzi gli oppositori arrestati o inividuati lungo la controffensiva.Seconda verità,l'esercito del Colonello si batte contro milizie male armate e che non hanno alcuna esperienza di combattimenti veri,sono sciami urlanti di civili incattiviti e niente di più.Era prevedibile pensare che non sarebbero riusciti nell'impresa di rovesciare il regime libico in poche settimane. 

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Sull'intervento italiano pesa la minaccia lanciata dal governo libico. «Speriamo che l'Italia si tenga fuori da questa iniziativa»: ha detto il vice-ministro degli esteri libico Khaled Kaaim, commentando la disponibilità del governo italiano a consentire l'utilizzo delle basi sul territorio italiano per la no-fly zone. «Speriamo che non consenta l'utilizzo delle sue basi e si tenga fuori da questa iniziativa decisa dall'Onu», ha poi aggiunto Kaaim.
« La Libia non ha paura» ha detto successivamente Seif al-Islam, figlio del leader libico Muammar Gheddafi a proposito della risoluzione Onu.

 

MILANO - Ancora nulla è stato deciso ufficialmente, ma l'Italia sarà presto chiamata dagli alleati della Nato a fare la sua parte per la no-fly zone sulla Libia e sulle altre forme di intervento militare rese possibili dalla risoluzione votata giovedì sera dalle Nazioni Unite.

LE BASI - Se sembra difficile (ma non è affatto escluso) che jet italiani, visto il passato colonialista in Libia, possano attaccare direttamente il Paese nordafricano, il governo potrebbe offrire almeno tre basi per ospitare gli aerei da guerra di altri Paesi membri della Nato. Tra le diverse opzioni le più gettonate sono la base di Sigonella, in Sicilia vicino Catania, dove si trova una stazione della Marina Usa e il 41esimo Stormo Antisommergibili, e quella di Trapani Birgi, sede del 37esimo stormo. In Puglia, allungando di circa un'ora i tempi di intervento, c'è la base di Gioia del Colle, in provincia di Bari, che ospita


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