Tokyo 16 Marzo 2011 CORSERA.IT
Qui Tokyo di Matteo Corsini.
Mai vista Tokyo durante un black-out,quasi al buio,perchè non tutto si spegne,il rumore del traffico continua ad infilarsi nella testa come spilli incandescenti,ma quando chiudi gli occhi per resistere a quel dolore di solitudine e angoscia,vedi l'orrore dipinto della devastazione dello tsunami,le onde che dal mare arrivano silenziose e il fragore che aumenta,come un treno,una cavalleria galoppante fatta di guerrieri fantasmi,che ti conducono indietro nel tempo,laddove i pensieri finiscono e inizia la tragedia della fine dell'esistenza....
....umana.E' questa la sensazione che si respira qui a Tokyo,questa forza viscerale del caos,il rigurgito della fase onirica della mente,come la realtà brulicasse di fantascienza,effetti speciali,il sorriso beffardo di chi ti trascina con lui,zoppo e cieco dalla nascita.Vediamo chi sei,vediamo come sei fatto.Tokyo fugge da se stessa,i cittadini vanno via,abbandonano le case,i taxi sono ricolmini di persone con le valige,per ironia della sorte proprio Hiroshima diventa l'isola felice,il luogo dove andare a respirare,per salvarsi dalla nube radioattiva,dalla pioggia tossica,la temibile conosciuta BLACK RAIN.
C'è una bambina triste che mi guarda,mi riconosce,vede lo straniero da molti anni ormai e mi saluta.Non ha compreso bene cosa le stia accadendo,ma vede un lavorio inconsueto della sua famiglia,quei bagagli che si fanno in primavera o forse in estate.Non è neanche Natale a Tokyo,non è un giorno di festa,è un momento di lutto nazionale,di crisi,di affanno,di voglia di fuggire e di combattere.Il guerriero che fugge,non è dignitoso per i giapponesi,ma si deve andare via,dimenticare per qualche tempo la città simbolo del Giappone,la città eterna,la grande città imperiale che una volta dominava il mondo.
Il Giappone deve far fronte per primo nella storia alla tragedia nucleare,alla realtà post-atomica della morfologia del pianeta,causata da una centrale nucleare invasa dall'acqua di mare,che da giorni respira i suoi gas tossici nell'atmosfera.Tokyo è ad appena 240 chilometri di distanza da Fukushima,la Terra del Diavolo,un soffio di vento potrebbe raggiungerl,come dimostra la radioattività che nelle ultime ore è salita di ben 38 volte,oltre la media.E arriverà la pioggia,prima o poi,quella nube nera che si posizionerà sopra la città,come la mostruosa astronave del film Indipendent Day,grigia,di cui nessuno vede bene i contorni,ne comprende lo stridore di lampi bluastri e arancioni,nessuno ne legge la metamorfosi micidiale,nessuno ne intuisce a fondo la sagoma ostile,pronta ad uccidere e scatenare la sua furia contro la popolazione inerme,che guarda sgomenta la fine del mondo.
Tutti vanno via,prima che quella nube scateni l'Inferno con i suoi fulmini e l'acqua,che piano piano inizierà a contaminare tutto quello che trova,facendo sparire l'esistenza umana da una delle grandi capitali del mondo moderno,quello cosiddetto civilizzato.
Abbiamo forse commesso degli errori? Abbiamo forse vissuto oltre le nostre capacità di produrre energia e siamo dovuti ricorrere a sistemi tecnologicamente avanzati,ma che oggi rischiano di dissolvere un'intera nazione in poche frazioni di secondo?
Quei gas tossici,il virus radioattivo,è un veleno micidiale che uccide lentamente ma inesorabilmente,come un'armata invicibile,immensa,fuligginosa,che porta soltanto orrore.Un nemico di cui il Giappone teme l'inafferrabilità,la strategia offensiva senza limiti,che risucchia nel vuoto, mentre stai colpendo la testa con la tua spada da samurai,che si scompone e si infila tra le gambe,come uno scherzo ti inganna.Un nemico che il Giappone dovrà affrontare comunque e per forza,difronte agli occhi del mondo che con orrore,comincia a fare i conti con i propri errori di analisi,comincia a capire che l'era atomica,quel futuro sempre acceso immaginato dagli scrittori di fantascienza,forse sarebbe bene abbandonarlo,per una esistenza più a dimensione umana,fatta delle cose più semplici possibili,che oggi acquistano importanza vitale,e che probabilmente avevamo dimenticato di apprezzarne il valore,sentirne il profumo,come quello di un fiore nato per caso,in una terra densa e ricca,che ogni anno ti regala doni immensi,forse era riso?
CORSERA.IT COPYRIGHT
Comments (0)