Brembate 1 Marzo 2011 CORSERA.IT
Riconsegnare ai genitori,i resti del corpo di una figlia senza volto,e' quanto di più penoso si possa immaginare,quanto di più crudele.Il killer di Yara Gambirasio va trovato,subito,perchè è una bestia feroce,priva di ogni sentimento di umana pietà.
La Protezione civile non ha certo alcuna colpa,del mancato tempestivo ritrovamenteo del corpicino di Yara Gambirasio,anzi gli italiani devono un plauso agli uomini e le donne che per molti mesi si sono prodigati nelle ricerche.Ma c'è
....Silvio Berlusconi,o il Ministro degli Interni Roberto Maroni o il Ministro della Difesa Ignazio La Russa,avrei trascorso le mie giornate con il Questore di Bergamo e con la famiglia Gambirasio.
.....qualcuno sopra di loro che pensa a tutt'altro che ritrovare una minorenne scomparsa.Eppure le minorenni sono il loro pane quotidiano.
Si dorme tra le tette delle mignotte o delle vallette che vogliono fare carriera in TV,e si dimenticano i figli d'Italia,anzi ci si disenteressa di loro.Fossi stato io il Premier....
Ritrovato casualmente il corpo della povera Yara Gambirasio,le indagini ripartono con il testa del dna a dieci ipotetici sospetti,con precedenti per violenza sessuale.Eppure,la guerra contro il killer o la setta satanica,è stata perduta da subito,proprio negli attimi successivi al...
.....rapimento,esattamente 30 minuti dopo la scomparsa di Yara,la madre avvertiva le forze dell'ordine.Era necessario,come ripetiamo da alcuni mesi dal Corsera.it,organizzare in Italia una task-force antiviolenza minorile,una sorta di ....piano speciale che deve scattare nei minuti successivi alla scomparsa di un minore.Una task-force di almeno ventimila soldati,che sia in grado di estendere un cordone di sorveglianza ad almeno venti trenta chilometri a compasso dal luogo del probabile rapimento.Se una comunità,come quella italiana,non è in grado di proteggere i suoi figli,questa comunità è amministrata male,da coloro che la testa ce l'hanno tra le tette delle mignotte e non certamente nei banchi di scuola o negli stadi delle palestre.
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BERGAMO - Da dove ricominciare con le indagini sull’omicidio di Yara Gambirasio, in attesa che dall’autopsia giungano informazioni in grado di indirizzare la bussola della verità? L’ipotesi che circola negli ambienti investigativi nelle ultime ore è la seguente: acquisire il Dna da una decina di persone che abitano nella zona e hanno precedenti per aggressioni a sfondo sessuale per poi poter confrontare l’impronta genetica con tracce da ritrovare sul cadavere della ragazzina. L’iniziativa pare dettata dalla logica innanzitutto ma è supportata anche dai primi riscontri oggettivi che paiono affiorare dopo oltre tre mesi di buio. Se Yara è rimasta vittima di un maniaco e se questo maniaco è qualcuno che aveva adocchiato lei e conosceva i dintorni di Brembate, allora la prima pista da esplorare è quella dell’archivio: ripescare casi di violenza sessuale e accendere un faro su chi li commise.
Questa intuizione, però, ha bisogno di un presupposto e cioè che sul corpo di Yara sia rintracciabile il Dna dell’aggressore. L’impresa non appare facile: lunedì il pool di esperti dell’istituto di medicina legale di Milano, coordinati dalla dottoressa Cristina Cattaneo ha lavorato fino a tarda ora sul tavolo operatorio ma al momento non sono trapelate indiscrezioni; si sa semplicemente — ma questa non è una novità— che il cadavere era in condizioni pessime (il volto, ad esempio, era quasi del tutto scarnificato) e che sarà difficile persino stabilire con certezza la presenza di coltellate sui tessuti. Ma intanto la macchina delle indagini non si ferma agli esami medico legali.
Lunedì mattina polizia e carabinieri sono tornati nel campo in fondo a via dei Bedeschi a Chignolo d’Isola dove è stata trovata Yara, per eseguire una serie di prove: cronometro alla mano è stato calcolato il tempo che un’auto impiega per coprire il percorso dalla palestra di Brembate a Chignolo; test ripetuto più volte perché le vie d’accesso al terreno che è stato per tre mesi la tomba di Yara sono ben cinque. Alla prova del cronometro ne verrà accostata un’altra: i tabulati con i numeri di telefono agganciati alla cella di Brembate la sera del 26 novembre (quando la studentessa sparì) verranno messi a confronto con gli identici elenchi della cella di Mapello e di Chignolo; tra i numeri presenti in entrambi i luoghi ci dovrebbe essere anche quello dell’assassino.
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