Gaza 27.12.08 (corsera.it) di Matteo Corsini
Sento il suo viso tra le mie mani che sono sporche di sangue,sento quella vecchia donna dondolare con il cuore strappato dal pianto.Il mondo ascolta questo gemito lungo che alle volte si ferma per ricominciare più forte. Intorno la foschia del fumo acre di inchiostro dipinge voli dei gabbiani neri e morti. Non c’è nessuno che ride qui intorno,non ci sono uomini liberi di essere felici,non c’è anima che viene a visitarti senza portare dietro di sé quel rumore di catene arrugginite. Sono palle di cannone che legano alle caviglie il cammino,rantolano nel buio in cerca della pace,delle mani della madre che ieri gli stringeva il cuore o scendeva come rugiada sul viso e le gote. Non sono più bambini e forse neanche eroi,le loro membra sono straziate,i loro ricordi avvolti nelle nuvole del torpore,la vita trasale da loro,scende all’Inferno e poi si innalzerà dove soltanto Dio conosce il luogo. E quella vecchia continua a lamentarsi e tiene tra le sue gambe la testa del figlio caduta dall’Albero dell’Odio,guarda in quegli occhi la sua cecità,la fine che l’abbranca come un lupo terribile,ma quel pianto fa palpitare il mio cuore.
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