Taranto 22 Novembre 2010 CORSERA.IT
- È la gelosia il movente del delitto di Sarah Scazzi. Sabrina Misseri - secondo il Tribunale del Riesame di Taranto - era infatti «fortemente innamorata, anzi ossessionata» da Ivano Russo che «temeva di perdere ad opera» della cugina. Ma la «goccia, ovvero il punto di rottura che ha fatto scattare» in Sabrina «una forma di rancore nei confronti» della cugina si è verificata quando Sarah riferì al fratello Claudio la confidenza che le fece la cugina su un «rapporto sessuale interrotto» avuto con Ivano.
Vera o presunta la relazione della cugina Sarah con Ivano,la gelosia,come anticipato da settimane da Corsera.it è stato l' elemento che avrebbe fatto maturare l'atto omicidiario.E' quanto si legge negli ati del Tribunale del Riesame di Taranto
segue all'interno
RICOTRUZIONE DEL CORRIERE DELLA SERA.
TARANTO - A carico di Sabrina Misseri il Tribunale del Riesame di Taranto ha ravvisato tutte le esigenze cautelari che ne giustificano la permanenza in carcere: il «concreto pericolo di fuga», il rischio di inquinamento delle prove e quello che la giovane «commetta delitti della stessa specie per cui si procede». È quanto si legge nelle 54 pagine dell’ordinanza del Tribunale del riesame depositata oggi. Il rischio di inquinamento delle prove da parte di Sabrina Misseri «è innegabile e agevolmente desumibile dall’attività, complessa e multilivello, di depistaggio già abilmente e scaltramente posta in essere dalla Misseri sin dai primi minuti susseguenti al delitto». Secondo il tribunale, l’attività di depistaggio comincia con «il messaggio delle 14.35.37 inviato alla Cimino (Angela Cimino, una cliente di Sabrina che in precedenza le aveva fatto una telefonata cui non aveva ricevuto risposta - ndr) al fine di suscitare nei terzi un’apparente normalità». Vengono poi ricordati, a titolo di esempio, i colloqui con un’altra sua cliente, Anna Pisanò, «alla quale veniva intimato (stai zitta, non dire niente) di non rivelare ai Carabinieri l’umore della Scazzi».
IL RUOLO DI COSIMA -Cosima Serrano, la madre di Sabrina Misseri, ha mentito quando ha affermato di non essere in casa la mattina del 26 agosto, il giorno dell’omicidio di Sarah Scazzi, uccisa nel primo pomeriggio. È quanto affermano i giudici del Tribunale del Riesame di Taranto. Nell’ordinanza infatti si legge che «la presenza di Serrano Cosima all’interno della abitazione la mattina del 26.8.2010 (costei ha sempre negato questa circostanza affermando di essere andata a lavorare nei campi e di essere rientrata per l’ora di pranzo, dopo le 13:00) è confermata oggettivamente dall’acquisizione di documentazione bancaria da cui risulta che costei, alle ore 12:18, aveva effettuato il versamento di due assegni bancari sul proprio conto corrente acceso presso la Banca di Credito Cooperativo di Avetrana. «In tal senso - prosegue il tribunale del Riesame - convergono anche le dichiarazioni rese in data 2.11.2010 dal funzionario di banca Milizia Angelo Carmelo che ha affermato di ricordare perfettamente tale circostanza, negata dalla ricorrente (Sabrina Misseri - ndr) e dalla stessa Serrano, ma che conferma il racconto del Misseri».
IL MOVENTE - È la gelosia il movente del delitto di Sarah Scazzi. Sabrina Misseri - secondo il Tribunale del Riesame di Taranto - era infatti «fortemente innamorata, anzi ossessionata» da Ivano Russo che «temeva di perdere ad opera» della cugina. Ma la «goccia, ovvero il punto di rottura che ha fatto scattare» in Sabrina «una forma di rancore nei confronti» della cugina si è verificata quando Sarah riferì al fratello Claudio la confidenza che le fece la cugina su un «rapporto sessuale interrotto» avuto con Ivano.
Michele Misseri sta coprendo la moglie Cosima: lei «rappresenta il fortino da espugnare se si vuole raggiungere la vera ricostruzione dei fatti». Lo dicono gli avvocati della famiglia di Sarah Scazzi, Walter Biscotti e Nicodemo Gentile sottolineando che «l’impacciato silenzio e le goffe risposte» con le quali Michele «tenta di giustificare il ruolo e i movimenti delle moglie, sono indice certo che la verità non è ancora stata pienamente raggiunta». «L’incidente probatorio - proseguono gli avvocati - ha confermato la gravissima responsabilità a carico di Misseri e di Sabrina, quest’ultima quale esecutrice materiale della piccola Sarah. La verità di Michele però - concludono Biscotti e Gentile - ci appare incastrata tra una serie di evidenti bugie ed omissioni». Lo zio di Sarah, insomma, «è credibile in ordine alla fase della soppressione del cadavere e, invece, mente riguardo alla dinamica dei fatti e alla successiva gestione del segreto familiare, dopo che si era disfatto del corpo».
Comments (0)