Roma 4 Novembre 2010 (CORSERA.IT)
Emilio Fede Nocchiero della Prostituzione Italiana di cubiste e ballerine.Era anche vestito di azzurro,come il Principe Azzurro e portava delle pantofole rosse,come quelle di Paperino.
Nel farneticante racconto di Nadia Macrì,questa volta appare anche la Mamma,che parla al telefono con il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi,disteso su una sdraio a bordo piscina ,mentre sorseggia un drink di aranciata fredda.La Mamma dell'autodidatta Nadia Macrì,quella che ...
.....ha imparato da sola l'arte del Bunga Bunga.Offre le sue grazie all'uomo più potente d'Italia,è accanto a lui,lo dice lei stessa agli inquirenti:"Mi interessava soltanto lui Silvio Berlusconi",insomma si voleva prostituire prima ancora di aver consumato qualsiasi tipo di rapporto sessuale.Era già a disposizione con il consenso della madre,che altriment avrebbe detto al Presidente Silvio Berlusconi:"Non si permetta di mettere un dito su mia figlia" invece risponde:"Qui stiamo morendo di fame."Nadia Macrì autodidatta del Bunga Bunga,cubista pentita,modella delusa,attrice senza carriera,alza il velo sulle feste del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi:festini con decine di ragazze che andavano a uscivano dalle stanze di Villa Certosa.Le dichiarzioni di Nadia Macrì tracimano risentimento nei confornti del Presidente del Consiglio SIlvio Berlusconi,perchè la delusione forse è stata enorme.Immaginiamo che quando una ragazza arriva nella Villa del Presidente,sogna di avercela fatta,di essere entrata da protagonista nel jet-set,cinema e televisioine insieme.
Ha ragione Nadia Macrì,quando dice che una Mamma non può essere contenta per una figlia finita a casa del Presidente del Consiglio SIlvio Berlusconi.Nadia Macrì infatti poteva lavorare,darsi da fare con un lavoro normale,come fanno migliaia di giovani della sua età.
Nadia Macrì, ex cubista e ragazza immagine in giro per le discoteche italiane, ha raccontato la sua vita nell' interrogatorio che il 26 ottobre scorso è stato convocato dai sostituti procuratori di Palermo Marcello Viola e Geri Ferrara in una caserma di Bologna. "Verbale di assunzione di sommarie informazioni testimoniali redatto nell'ambito del procedimento penale numero 11178/10..." . I magistrati siciliani cercavano solo alcuni riscontri alle dichiarazioni di una collaboratrice di giustizia, Perla Genovesi, ex assistente parlamentare e trafficante di droga, che è amica di Nadia Macrì. Si sono ritrovati un dettagliato racconto, che è adesso il cuore di un'inchiesta per induzione e favoreggiamento della prostituzione. Da due giorni, l'indagine è stata ormai trasferita dalla Sicilia alla Procura di Milano, "a carico di noti": sono Lele Mora ed Emilio Fede.
Cosa dice la Nadia Macrì alcuni stralci da La Repubblica:
La prima volta
"Ho conosciuto una persona che lavora per Lele Mora. Mi fa: "Vuoi guadagnare un po' di soldi? Ti porto dal presidente. Guadagni, ti metti in tasca... ". Il passo fu breve. Racconta Nadia Macrì ai magistrati: "Sono andata a casa di Lele Mora, c'erano anche altre ragazze. Da lì aspettavamo l'autista per andare dal presidente". Ma prima, avrebbero fatto una tappa "nello studio di Emilio Fede". Spiega la testimone: "Fede è secondo me quello che decide. "Tu vai bene, tu non vai bene"". I pm domandano: "Perché, lui faceva una selezione?". La risposta è secca: "Sì". Questa la descrizione fatta dalla Macrì: "Sì, una selezione tipo, "Tu come ti chiami, di dove sei?". Però, poi, siamo andate via tutte". Erano sette quella sera le ospiti in partenza per Arcore. C'era una festa a casa Berlusconi: "Ho visto Apicella. C'erano poi notai, avvocati, gente di prestigio - la descrizione della Macrì non è molto precisa sul punto - non me li ricordo i nomi". Si giustifica con i pubblici ministeri: "A me interessava solo il presidente. Ero lì per lui. Dopo cena, gli altri se ne sono andati a casa. Le ragazze sono rimaste tutte insieme. Andavano con lui. Lui faceva: "Avanti la prossima, avanti la prossima"".
Ma quella prima volta, ad Arcore, non accadde nulla fra il presidente del Consiglio e la ventisettenne cubista di Reggio Emilia. "Abbiamo cenato, abbiamo chiacchierato nel salotto... lui con i suoi discorsi, trallallà, da Hitler a..., "Perché per me è così la storia...". Ma io ero lì per i soldi, non è che io sono una fan di Berlusconi. Per me lui sbaglia, sbaglia parecchio, lui deve fare il presidente, non deve fare queste cosa qua. Cioè, lui è il primo mafioso". I magistrati interrompono la testimone, non vogliono commenti, solo fatti. Lei fa una pausa e riprende: "Quella sera lui mi fa, vieni in Sardegna". Tre giorni a villa certosa.
"Per le due prestazioni sessuali con Berlusconi ho avuto 10.000 euro in totale. I primi cinquemila, in Sardegna. Mi chiamò nel suo ufficio, per darmi una busta. Mi aveva anche prenotato l'aereo per tornare con un volo di linea". Nadia Macrì precisa: "La trasferta in Sardegna fu due giorni prima del terremoto in Abruzzo. Noi eravamo tutte quante lì, e lui poi se ne doveva andare a vedere il terremoto". Erano "25-30" le ospiti di Berlusconi. "Non davano molta confidenza, ognuna aveva la sua camera. Al massimo eravamo due in camera. Nelle stanze c'era anche dell'erba da fumare. Io mi sono fumata una canna di erba con loro. Le ragazze dicevano che l'erba la trasportavano tramite il jet di Berlusconi. Me lo dicevano le ragazze, quelle che erano giuste per lui, quelle che erano sempre sul jet".
Al telefono con la mamma della escort
Nella piscina di Villa Certosa Berlusconi parla al telefono con la mamma di Nadia Macrì. "Gli dissi: "Le posso passare mia madre?" Acconsentì. Lei quasi stava morendo d'infarto quando gli feci il nome di Berlusconi. Ma si riprese subito: "Qua stiamo morendo di fame", disse mia madre. E lui rispose: "Signora, cosa posso fare per lei?". E niente - commenta Nadia Macrì davanti ai magistrati - cosa gli può dire mia mamma. Mica gli può dire "sono felice che mi figlia è a dormire lì con lei"". Alla fine, la signora Macrì tornò a ripetere al presidente: "Qui stiamo morendo di fame". E chiosò: "Ma tanto lei cosa fa?". Berlusconi non rispose. Nadia Macrì dice adesso: "Ha fatto bene mia madre a dirgli così, anche se la chiamata è stata velocissima. Berlusconi non può pagare così, in contanti. Questo è un reato ragazzi, ma stiamo scherzando? È normale che le ragazze sono d'accordo - prosegue la testimone sentita a verbale - io non sono d'accordo su questo fatto qua. Ma non per i soldi, non perché lui mi ha pagato. Lui mi ha pagato bene, però non si paga una persona per farla stare zitta, io ragiono così...". Sembra un fiume in piena questa giovane, nonostante i ripetuti inviti dei magistrati ad attenersi ai fatti di cui è stata testimone. Nadia Macrì insiste: "Io non sto zitta, perché per me comunque è uno schifo questa cosa qua. Mi fa schifo, perché lui deve fare il presidente".
Vita da cubista
"Pensavo che lui mi aiutasse, io gli ho parlato di mio figlio, volevo una mano da lui, lui mi dava soltanto... ". Il racconto della giovane ragazza immagine ai magistrati di Palermo si blocca all'improvviso. Sulle speranze di un tempo neanche troppo lontano, appena sei mesi fa, quando tornò nella villa di Arcore. Lei sperava ancora di entrare al Grande Fratello. "Io l'avevo chiesto anche a Lele Mora - racconta - mi diceva, passa più in là. Sono passata due volte, ma zero. Basta che si sono messi soldi in tasca loro cosa gliene frega di me". Dopo la Sardegna, Nadia Macrì avrebbe trovato il modo di tornare ad Arcore tramite il sindaco di Parma, con cui la testimone dice di avere avuto un rapporto sessuale a pagamento. "Gli ho detto: "Guarda, l'anno scorso, ho conosciuto il presidente in aprile, in Sardegna, gli ho lasciato il mio cellulare, ma lui non si è fatto più sentire. Tu lo conosci per caso?". Il sindaco mi dice: "Tra due giorni il presidente verrà qui a Parma per una conferenza stampa. Se vuoi gli lascio il tuo numero"". L'ambasciata sarebbe andata a destinazione: "Mi chiama il presidente - prosegue Nadia Macrì - e mi fa: "Nadia, mi ricordo di te, come stai?". E poi da lì la seconda volta sono andata a Milano per fare un'altra prestazione". Accadde in piscina. "Tutte quante insieme le ragazze", racconta la testimone. Quella volta, il presidente avrebbe detto a Nadia: "Tu parli tantissimo". Così spiega la testimone: "Mi aveva chiesto, "cosa fai nella vita?". Gli dissi: "Silvio, le marchette". E allora lui fece segno all'altra ragazza che era con me di uscire. Mi riprese: "Queste cose non le devi dire"". Quella ragazza appena uscita dalla stanza del presidente del Consiglio "era piccola di età - ricorda la testimone rispondendo a una domanda dei pm - molto piccola, 17-18 anni".
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