Avetrana 19 Ottobre 2010 (CORSERA.IT)di Matteo Corsini
Mi domando dove sia finito il dolore di Sabrina Misseri,perchè le lacrime che uscivano copiose dai suoi occhi per la fine tragica della cuginetta Sarah,si siano asciugate per lasciare il posto alla difesa d'ufficio orchestrata per la sua persona?Dove,mi domando, sia finito il dolore invocato e raccontato da parte dei giornalisti e dei media in generale,se non sia finito seppellito,come dice la Palombelli (nella macabra lettera consegnata e letta in diretta dal TG5),con toni ancora più devastanti,nella carne putrefatta di Sarah,chiusa ...
...nella sua tomba di fango e pietre,dove albergano soltanto vampiri? Dove sia il dolore per quella vittima straziata,sgozzata,braccata e atterrata,sanguinante,che ha urlato la sua disperazione nel tentativo di salire a carponi lungo la rampa del garage,cercando di riguadagnare la sua libertà,a vedere la luce del giorno che le sfilava via dagli occhi,mentre le mani assassine del suo boia l'hanno ricacciata in quell'antro scuro,la tiravano giù per i capelli,colpita alla schiena,sulla testa con rabbia crudele,spazzata via,gettata contro la parete,con una furia omicida davvero infernale? Dove è finito il dolore di quelle urla,dove il suono,l'eco della morte che arriva si sia infranto nelle mura di casa Misseri,dove sia scoppiato in lacrime,nel battito di spavento,negli occhi che lentamente si spengono,si appassiscono come ad un fiore a cui hanno sottratto l'acqua? Dove quel dolore non ha avuto scampo? Dove quel dolore non è stato ascoltato da nessuno? Dove quel dolore adesso ha l'aria bonaria di una Zia che non parla ma scalcia e adesso lei si dispera per non esserci mai stata? Dove e perchè quel dolore di urla sgozzate nessuno l'ha percepito,immaginato raccolto con umana pietà?
Dove sta quel dolore oggi,come mai non trascina giù dal letto i protagonisti di questa vicenda,come mai non batte al petto come ha fatto per Michele Misseri,che ha reso testimonianza di un rimorso agghiacciante,almeno quanto le ferite che ha fatto patire a sua nipote Sarah?
Dove si è nascosto il dolore nelle mente di Sabrina,le lacrime diffuse alle telecamere,gli occhi lucidi,il pianto disperato? Dove è finito il gioco del dolore che ha tenuto un intero paese appeso alle sorti della ragazzina per quei lunghissimi 42 giorni e poi è svanito nel carosello cinico dei cronisti che brancolano affamati di notizie intorno alla casa degli orrori?
Dove è finito il dolore per quella ragazza putrefatta e oggi dimenticata,perchè i protagonisti adesso sono i suoi assassini,che si mascherano l'uno dentro l'altra,e ognuno fuori da se stesso?
Dove sia il dolore nel gioco delle parti,dove le lacrime nell'odio che muove ogni frase,ogni dichiarazione?Dove sia la ferita che gocciolava sangue dal cuore,se ormai padre e figlia si inceneriscono accusandosi l'uno contro l'altra?Dove il dolore alberga nella famiglia dei Misseri,dove stava prima,come era fatto?
Qualcuna,Cosima, ne ha raccolto una pietra per lanciarla verso i cronisti,l'altra,la figlia Sabrina,ne ha fatto il moto ondoso del suo proprio divertimento quotidiano che condivideva con la televisione,inventando lei stessa celeberrima e attraente finalmente.Dove il dolore si nasconde per lacerare la propria coscienza e riempire il bicchiere della catarsi o della purificazione?
Perchè non vedo nulla di tutto questo in giro nelle campagne di Avetrana o in quel paese di case bianche,illuminato di notte dai fiochi lampioni della cenere del fuoco acceso che mano a mano si spegne,dopo che la mente ha metabolizzato la sete di vendetta.La notte conosce soltanto i lampi delle fotocellule delle troupe dei cronisti,che ad intermittenza gettano la luce in quel cuore che batte,che è pieno di sangue e smette di battere,si spegne,esile come il volto di quella ragazzina Sarah Scazzi,addormentata per sempre a pochi metri da loro.
Tanto più si allontana quel desiderio di vendetta,tanto più anche il dolore si perde la traccia,svanisce,come profumi percepiti qualche istante all'alba,quando poi di notte scompaiono.Dove sta la profondità di quella forza che sembrava l'unica causa della disperazione e invece oggi giganteggia nella consapevolezza di una possibile dura condanna giudiziaria?
Non c'è più tempo adesso per Sabrina di concedersi al dolore per Sarah,adesso come ieri,la sua mente è concentrata alla difesa di se stessa,a scalciare nella notte i dubbi su di lei,come protagonista assoluta di quel giorno di follia,di dolore causato ad altri,ad una persona forse amata e odiata allo stesso tempo.
Corsera.it
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