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GARANTE ANTONIO CATRICALA',IL RISO ABBONDA SULLA BOCCA DEGLI STOLTI ?

Roma 12 Giugno 2010 (Corsera.it)

L'antefatto.L'inchiesta del Corsera magazine prende di petto il cartello del mercato del riso,molti dei produttori sono tra i principali inserzionisti del gruppo Mediaset,controllato dal Premier Silvio Berlusconi.Pressioni dell'ufficio stampa del garante per fermare l'istruttoria e gli articoli del  Corsera Magazine .

(di Renato Corsini)Autorità Garante. Aschei vi dico io come funziona il cartello del mercato del riso in Italia. Già dal 14 maggio il Garante della concorrenza e del mercato Antonio Catricalà ne era informato. Aschei a colloquio per due ore con tre funzionari della Direzione Generale ...

...della concorrenza. Gli hanno chiesto di rivestire il ruolo del pentito. Le gaffe del Garante prima nega l’apertura di un’istruttoria poi ci ripensa e invita Aschei nuovamente a colloquio. L’Ente nazionale risi un carrozzone inutile e costoso da sopprimere.“Aschei, finalmente le sue accuse hanno costretto il Garante ad ammettere che sta procedendo all’istruttoria per verificare l’esistenza di infrazione ai divieti stabiliti negli art. 2 e 3 della legge        n. 287/90, come prescrive l’art. 12”. L’imprenditore è davvero di buon umore. “Non capisco perché ancora non sia stata avviata la seconda fase e cioè l’avvio dell’istruttoria con la notifica alle imprese del cartelle”. “Mi sembra una fuga in avanti”. “Mi ascolti bene”. Aschei tira fuori fogli di appunti. “Il 14 maggio sono stato a colloquio per circa due ore con tre funzionari dell’Ufficio del Garante. Ho chiarito, tra l’altro, il funzionamento del cartello nel settore delle ripartizioni delle quantità delle forniture statali di riso che avvengono tramite l’AGEA (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) oppure l’Ente Nazionale Risi. Questo sistema ben oliato permetteva di realizzare prezzi di vendita più elevati del riso lavorato rispetto alla libera concorrenza e prezzi di acquisto (risone) più bassi.” “Un modo, osservo, di eliminare la pressione concorrenziale comunque inesistente attraverso la fissazione di prezzi e la spartizione delle forniture”. “E’ proprio così”:

“A questo punto, i suoi interlocutori come hanno reagito?”. “Dentro di me stavo per alzarmi e andarmene, ma non l’ho fatto”. “Perché, che cosa le hanno detto?”. “In quanto partecipe attivo a tali accordi avrei potuto rivestire il ruolo del pentito”. “No, non le credo!”. “ E’ proprio così. Secondo quei signori mi dovevo calare nelle vesti di Tommaso Buscetta”. “Come ha risposto?”. “Facevo parte del cartello, è vero, ma ne sono uscito preferendo operare liberamente. Se adesso sono qui davanti a voi è perché il cartello mi ha distrutto. Non mi pento di un bel niente, voglio solo che sia fatta giustizia”. “Se le hanno detto di recitare il ruolo del pentito, in cambio che cosa le hanno promesso?”. “In base alle nuove disposizioni dell’Antitrust mi avrebbero lasciato indenne da ogni azione punitiva pecuniaria”. “Il suo colloquio è stato verbalizzato?”, domanda pertinente. “Niente affatto, anzi le dirò che ho consegnato tre corposi quaderni pieni di documenti almeno un centinaio già sufficienti a dimostrare la funzionalità del cartello”. “Le hanno rilasciato una ricevuta?”. “Nulla”, la risposta lapidaria. “Mi pare un modo di procedere alquanto insolito”. “Susseguente-mente, prosegue Aschei, ho ricevuto una comunicazione datata 19 maggio informandomi che il Garante verificherà la rilevanza dei fatti segnalati ai fini dell’applicabilità delle disposizioni di cui alla legge 287/90”. “L’apertura di un’istruttoria”, osservo. “Mi pare che l’art.12 della legge primo comma al riguardo sia chiaro”. “Adesso a che punto sono le cose?”. “La mia intervista pubblicata su Corsera Magazine il 4 giugno credo che li abbia indispettiti. Mi hanno telefonato il 7 giugno per dirmi che volevano risentirmi”. “Lei come ha risposto?” “Ho detto che accoglievo l’invito per portare altra documentazione oltre quella già in loro possesso. A mio modo di vedere sono già nelle condizioni di avviare la seconda fase, l’avvio dell’istruttoria convocando i partecipanti al cartello”.

 

“Secondo lei, perché”. “Vede, oltre alla ripartizione sulle commesse provenienti da bandi di gara emessi dall’Ente Nazionale Risi e dalla AGEA, di cui la mia azienda aveva una quota assegnata oscillante tra il 10/20% del quantitativo statale aggiudicato, di cui beneficiavano le altre imprese del cartello in quote maggiori o minori, c’è l’altra sostanziale ripartizione del mercato del riso”. “Ossia?”  “Sulle fasce di distribuzione sulle vendite al dettaglio in particolare nei supermercati e  sull’approvvigionamento delle materie prime. In questo caso il cartello si accordava e si accorda tuttora sui livelli dei prezzi medi da pagare ai produttori agricoli”. “Quale cartello?”, domanda impertinente. “Suvvia, che domanda ?. Nella precedente intervista li ho già segnalati… Curti Riso, Riso Gallo, Riso Scotti, Euricom”. “Mi pare che lei si senta sicuro del fatto suo. Non teme le smentite?”. “Chi mi può smentire è soltanto il Garante, se vuole andare fino in fondo in questa vicenda. E mi auguro che lo voglia fare sul serio, senza condizionamenti e interferenze politiche”  Aschei tira fuori un appunto e legge “L’esperienza dell’industria europea e americana sembra suggerire che la presenza di rigidi cartelli nei maggiori settori produttivi, ostacolando l’entrata di nuovi concorrenti nel settore, non solo determina indebiti aumenti dei profitti delle imprese del cartello, ma scoraggia gli investimenti, rallenta il processo tecnico e contribuisce alla diminuzione del saggio di sviluppo economico”. “Dove l’ha letto?”. “Non mi ricordo, ma è il caso mio e riflette la situazione italiana nel settore del riso. Non mi hanno ostacolato, mi hanno letteralmente tagliato fuori dal mercato e per quanto riguarda l’innovazione, il cosiddetto saggio di sviluppo economico, l’obiettivo perseguito dal cartello non avendo proposte valide di progetti industriali è stato di impossessarsi della struttura commerciale di Europea spa all’avanguardia nella UE”. Poi Aschei aggiunge divertito, direi ridendo. “Il paradosso è che i cartelli hanno una funzione positiva nella misura in cui liberano forze capaci di violarli. Io ho cercato di migliorare il mercato del riso in Italia e me l’hanno fatta pagare”.

Renato Corsini.          


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