Roma 4 Giugno 2010 (Corsera.it)
Se si deve rispondere alla crisi,si deve prendere il toro per le corna.Il professor Giulio Tremonti sale in cattedra e promuove una manovra per la liberalizzazione delle attività economiche.Rivoluzione liberale anche per le professioni,notai e avvocati in primis.Abolizione degli ordini professionali come prima misura necessaria,abolizione dei fardelli burocratici,autocertificazione.Un provvedimento
sotto forma di legge costituzionale che lancerà le attività economiche nel nostro paese e in eurolandia.
Busan - Il premier Silvio Berlusconi e il ministro dell’Economia Giulio Tremonti sono d’accordo su una misura straordinaria "per la libertà di impresa" che, attraverso la modifica dell’articolo 41 della Costituzione, porti a "sospensione di 2-3 anni" delle autorizzazioni per le pmi, la ricerca e le attività artigiane. È quanto ha affermato lo stesso Tremonti a margine del vertice G20 di Busan aggiungendo che "presenterà questa proposta domani al vertice e all’Ecofin di lunedì".
Misure per la libertà d'impresa Tremonti ha fatto riferimento alla nota di Palazzo Chigi di ieri dove si parlava della necessità della stabilizzazione finanziaria e d un grande progetto di liberalizzazione delle attività economiche. "Non si tratta di liberalizzazioni o di privatizzazioni - ha spiegato Tremonti - perchè non si cambia il sistema dall’interno ma di una rivoluzione liberale che renda possibile tutto ciò che non è proibito". Il ministro ha spiegato come "sia le lenzuolate di Bersani che il piano casa di Berlusconi hanno fallito" a causa degli interessi di molti settori "a bloccare tutto" Tremonti pensa quindi a un provvedimento sotto forma di legge costituzionale "limitato all’economia reale e non alla finanza e con l’urbanistica che abbia un regime a parte. Pensiamo a una radicale e totale autocertificazione per le pmi, l’artigianato e la ricerca con i controlli e verifica dei requisiti che va fatta ex post". Per il ministro dell’Economia si tratta di una misura che non comporta incentivi fiscali e che "non va in contrasto con il federalismo, anzi".
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