MILANO - A Veronica Lario un assegno mensile di 300 mila euro - meno di 4 milioni l'anno - e l'usufrutto a vita di villa Belvedere, a Macherio. Sarebbe questo l'"accordo di massima" raggiunto sabato scorso, in vista della separazione consensuale, dopo cinque ore di udienza in Tribunale a Milano, tra Silvio Berlusconi e la moglie, il cui vero nome è Miriam Raffaella Bartolini. Sono alcuni particolari sull'intesa a cui dopo mesi di trattative sono arrivati il premier e la sua ex consorte. Intesa che dovrà essere ancora perfezionata per quanto riguarda alcuni particolari, come una quota da determinare delle spese a carico del capo del governo per villa Belvedere.
Con questa soluzione, La Lario e il premier - che oggi, forse non a caso, è stato a pranzo ad Arcore con tutti i figli - non dovrebbero più presentarsi in Tribunale dal giudice Gloria Servetti, il presidente della nona sezione civile che si sta occupando della loro causa. Stando a quanto è stato possibile apprendere finora, saranno i loro legali che, con una procura speciale, firmeranno la separazione consensuale. Tutto ciò avverrà dopo la stesura definitiva dell'accordo da parte degli avvocati, che però dovranno "limarlo", poi la sottoscrizione davanti ai rispettivi notai da parte del capo del Governo e della signora Lario.
Così, dopo poco più di un anno (era il 3 maggio dell'anno scorso quando la moglie del premier chiese il divorzio) e dopo lettere pubbliche fitte di accuse e recriminazioni, si avvia a conclusione, con un assegno da record, il matrimonio Berlusconi-Lario, anche se le cifre si sono decisamente ridimensionate rispetto alle richieste iniziali.
Nella prima udienza, Veronica chiese 3 milioni di euro al mese, Silvio gliene offrì 200, al massimo 300 mila. Adesso lei avrebbe ridiscusso l'assegno, pur di ottenere la Villa di Macherio alla quale è molto legata e nella quale ha sempre vissuto. La storia d'amore durata 29 anni,

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