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PANICO PER LA GRECIA SULL' ORLO DEL BARATRO.UE DIVISA SUL FONDO SALVA STATI.

MILANO - L'Europa gioca le sue carte per tentare di mettere in sicurezza la moneta unica e gli Stati che potrebbero essere oggetto di attacchi da parte della speculazione finanziaria. Ma il raggiungimento di un'intesa nelle ultime ore è diventato difficile. Un braccio di ferro sarebbe infatti in corso a Bruxelles e fra le capitali europee in cui i britannici, da una parte, e dall’altra la Commissione Ue con l’appoggio dei Paesi dell’Eurozona, discutono la base giuridica del «meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria» che .... l’Ecofin dovrà approvare oggi a Bruxelles, come richiesto dai leader dell’Eurogruppo nel vertice di venerdì notte. È quanto emerge da indiscrezioni raccolte a Bruxelles presso fonti comunitarie e fonti diplomatiche britanniche.

 

IL DILEMMA - Dalla base giuridica dipendono le modalità di funzionamento e di partecipazione dei vari Paesi al meccanismo. La prima opzione è che il meccanismo (un fondo di 60-70 miliardi di euro da destinare a garanzie di prestiti) sia approvato dall’Ecofin in base all’articolo 122 del Trattato Ue, secondo cui il Consiglio dei Ventisette, in caso di «circostanze eccezionali può decidere a maggioranza qualificata di concedere «assistenza finanziaria» a uno Stato membro in difficoltà. In questo caso, Londra potrebbe essere costretta a fornire la sua quota del finanziamento, anche se votasse contro, a meno che non riuscisse a raccogliere una «minoranza di blocco» alleandosi con altri Paesi. L’ipotesi del voto a maggioranza vede una fortissima opposizione nell’opinione pubblica britannica e da parte del governo di Sua Maestà. Londra starebbe quindi cercando di convincere diversi Paesi non membri dell’eurozona ad appoggiarla nell’opposizione al meccanismo di stabilizzazione, se basato sull’articolo 122. L’insieme dei Paesi che non hanno adottato l’euro avrebbe, in effetti, i voti sufficienti per la minoranza di blocco, ma è tutt’altro che scontato che gli altri Stati non appartenenti all’Eurozona abbiano gli stessi interessi del Regno Unito in questa crisi. Svezia e Polonia non escludono la loro partecipazione. «Siamo pronti a sostenere tutte le soluzioni che rafforzino la posizione comune dei Paesi della Ue -ha detto il ministro delle finanze svedese, Anders Borg, sottolineando come «è necessario trovare delle risorse per arrestare la tormenta in corso sui mercati finanziari». Anche la Polonia - che è l'economia più grande dei Paesi Ue dell'est - è su una linea analoga: «Ma vogliamo vedere cosa metterà sul tavolo la Commissione Ue - ha detto il ministro delle fiananze polacco, Jan Vincent-Rostowski - visto che finora non siamo stati coinvolti nel negoziato».
La seconda opzione, per cui preme Londra, è quella di una semplice estensione del meccanismo finanziario Ue, già esistente e oggi destinato solo ai Paesi al di fuori dell’Eurozona, e che è stato usato recentemente per Ungheria, Lettonia e Romania. I britannici sono disposti a votare a favore di questa soluzione, che estenderebbe anche ai Paesi dell’eurozona il meccanismo già esistente, e non costringerebbe Londra a partecipare al suo finanziamento. In pratica, se un Paese dell’euro venisse attaccato dai mercati, la Commissione potrebbe intervenire immediatamente utilizzando il fondo (anche in questo caso 60-70 miliardi di euro, come garanzie di prestiti). Il denaro attinto dal fondo sarebbe poi rimborsato con prestiti bilaterali dei Paesi dell’eurogruppo, simili a quelli già previsti per il piano di aiuti per la Grecia. In questo caso, tuttavia, si tratterebbe di una soluzione ristretta alla sola Eurozona, e nessun altro Paese vi parteciperebbe oltre ai Sedici dell’euro. Fonti comunitarie confermano che le due opzioni (ovvero la base giuridica della decisione che l’Ecofin dovrà prendere oggi) sono ancora in discussione.

NUOVO COLLOQUIO OBAMA-MERKEL - Il presidente Usa, Barack Obama ha telefonato al cancelliere tedesco Angela Merkel per parlare della crisi debitoria della Grecia. I due capi di governo, ha reso noto il portavoce della Casa Bianca Bill Burton, hanno concordato sulla necessità che i Ventisette Paesi membri dell'Ue adottino «passi decisi» per restituire fiducia ai mercati.

NAPOLITANO - Sulla questione della crisi greca e delle sue conseguenze era intervenuto in precedenza anche il capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Le «difficoltà di


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