Corsera.it Roma 9 Maggio 2010
Ciò che sembrava un teorema,quello di De Magistris nell'inchiesta Why Not,a distanza di mesi assume un preasagio sinistro,perchè alcune delle persone coinvolte allora,oggi hanno beneficiato degli appalti dei Grandi Eventi,quelli gestiti da Angelo Balducci,riempendosi le tasche al G8 della Maddalena.Milioni di euro dei contribuenti italiani.
Ripercorriamo la storia e rileggiamo i nomi di ieri e di oggi.Un caso? una coincidenza? Oppure Why not aveva fatto centro?
Coinvolto un generale Gdf. Nella vicenda sarebbe coinvolto anche Paolo Poletti, generale della Guardia di finanza, attuale capo di Stato Maggiore delle Fiamme gialle (oggi a Roma, alla cerimonia di insediamento di Cosimo D'Arrigo). Sarebbe stato in rapporti con l'imprenditore calabrese Antonio Saladino, ex presidente della Compagnia delle Opere in Calabria. Intanto sono stati perquisiti anche gli uffici e le abitazioni di Giorgio Vittadini, ex presidente della CdO nazionale, e attuale presidente della Fondazione per la sussidiarietà,
che tuttavia non ha ricevuto alcuna informazione di garanzia. La perquisizione negli uffici di Poletti, sottolinea il Comando generale delle Fiamme gialle, è "un accertamento dovuto, nell'ambito diun'indagine giudiziaria il cui esito si attende con totale fiducia".
Il pm: "Gestione devastante delle risorse pubbliche". "Dall'analisi delle compagini societarie e dei flussi economico-finanziari emerge uno scenario devastante circa la gestione di denaro pubblico": così scrive il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, Luigi De Magistris, nelle prime pagine del "Decreto di perquisizione personale e locale", eseguito dai carabinieri nei confronti di 20 persone. Il pm rileva la "pervicace volontà di depredare le risorse pubbliche pur di raggiungere lucrosi interessi criminali".
La loggia massonica. L'inchiesta ruota attorno al ruolo della Loggia di San Marino, una loggia massonica coperta della quale avrebbe fatto parte la maggiore parte degli indagati, e che avrebbe rappresentato il collante per l'attuazione del disegno criminoso. Il ruolo svolto dalla loggia, costituita in violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete, sarebbe stato quello di una vera e propria lobby che ha influito sulle scelte di amministrazioni pubbliche per l'utilizzo di finanziamenti e l'assegnazione di appalti.
Le informazioni di garanzia. Le persone che hanno ricevuto le informazioni di garanzia sono: Franco Bonferroni, cda di Finmeccanica (con cariche in diverse società e collegamenti con il mondo bancario e imprenditoriale); Pietro Macrì, presidente della società Met Sviluppo e del settore terziario della Confindustria di Vibo Valentia; Luigi Filippo Mamone e Francesco De Grano, entrambi dirigenti della Regione Calabria, De Grano anche responsabile del settore finanziamenti Por 2007-2013; Maria Angela De Grano, con cariche in diverse società; Paolo Poletti, generale della Gdf; Valerio Carducci, punto di riferimento di Antonio Saladino per i contatti con gli ambienti parlamentari; Gianfranco Luzzo, ex assessore alla Sanità della Regione; Mario Pirillo, assessore all'Agricoltura della Regione; Massimo Stellato, capocentro del Sismi di Padova, e il fratello Gianmario; Vincenzo Bifano, che con Saladino avrebbe avuto un ruolo di rilievo nell'attuazione del presunto disegno criminoso; Gerardo Carnevale, componente dello staff del consigliere regionale Ds della Calabria, Antonio Acri; Nicola Adamo, vicepresidente della Regione e assessore al Turismo; Antonio Acri, consigliere regionale; Brunella Bruno, del Cesis, indicata come persona legata ai generali della Gdf Cretella e Poletti; Armando Zuliani, imprenditore; , vicino all'imprenditore Antonio Gatto; Salvatore Domenico Galati, dello staff del senatore, e coordinatore regionale di Forza Italia Giancarlo Pittelli; Piero Scarpellini, consulente "non pagato" - precisano fonti di Palazzo Chigi - dell'ufficio del Consigliere diplomatico per i paesi africani che dipende dalla Presidenza del Consiglio; Cristina Fanesi, esponente della Margherita e responsabile dell'associazione "Margot".
La società Why Not. Una società con sede a Catanzaro, che ha lo stesso nome dato dagli inquirenti all'inchiesta, ha smentito qualunque tipo di coinvolgimento.
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