Corsera.it Domenica 9 Maggio 2010 ore 7.59 aggiornamento in tempo reale.
09/05/2010 - Alla luce della nuova nube di cenere generata dall’eruzione del vulcano islandese Eyjafjallajökull, il Dipartimento della Protezione Civile ha convocato nella serata di sabato 8 maggio una riunione tecnica per esaminare l’evolversi della situazione. All’incontro hanno preso parte anche rappresentanti di Enac (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile) ed Enav (Società Nazionale di Assistenza di Volo).
Intorno alla mezzanotte Enac ha deciso la chiusura dello spazio aereo del Nord Italia dalle 8 alle 14 di domani, domenica 9 maggio, esclusi gli scali di Venezia, Trieste e Rimini che rimarranno aperti al traffico. La decisione è stata presa sulla base delle informazioni fornite dal bollettino di Eurocontrol...
Il bollettino di Eurocontrol rielabora le previsioni sullo spostamento della nube del vulcano islandese fatte dal VAAC (Volcanic Ash Advisory Center) del Met Office di Londra, adottando criteri – approvati dai Ministri dei Trasporti dei paesi Ue - che consentono di delimitare con maggior accuratezza la “no-fly zone” da interdire al traffico aereo.
Il Dipartimento della Protezione Civile sta valutando se convocare un nuovo incontro per la mattinata di domani, domenica 9 maggio.
L’attività del vulcano Eyjafjallajökull
Dopo un periodo di attività vulcanica prevalentemente effusiva con scorrimento di colate laviche lungo i versanti, negli ultimi giorni il vulcano ha ripreso l’attività esplosiva, producendo un pennacchio di ceneri che ha raggiunto circa 7000 m ed esplosioni rilevabili fino a una distanza di 32 km dal vulcano.
L’ultimo aggiornamento fornito dall’Icelandic Meteorological Office e dall’Institute of Earth Sciences della University of Iceland, alle 14 dell’8 maggio, riporta il persistere di una forte attività vulcanica esplosiva, sebbene molto minore rispetto a quella dei giorni scorsi e soprattutto di aprile.
La spedizione italiana
In Islanda si trova attualmente una spedizione di vulcanologi italiani, nell’ambito di un progetto PRIN (Programmi di ricerca di Rilevante Interesse Nazionale) del MIUR per lo studio di vulcani esplosivi. Il gruppo è composto da ricercatori delle Università di Firenze, Pisa e Cagliari, dall’INGV di Pisa e collabora con l’Università di Ginevra e con l'Institute of Earth Sciences di Reykjavik.
Il gruppo di scienziati, con i quali il Dipartimento della Protezione Civile è in stretto contatto, sta effettuando anche una serie di test e sperimentazioni con un pluviodisdrometro (Pludix) del Dipartimento stesso, per verificarne le potenzialità operative in condizioni estreme. Questi strumenti, già da tempo installati e funzionanti sui versanti dell’Etna, consistono in piccoli radar che sfruttano l’effetto doppler delle particelle di cenere in movimento, per rilevarne la quantità e la granulometria e fornire una stima delle quantità cadute al suolo.
Visita la sezione dedicata al vulcano islandese.
Protezione Civile
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