Indubbiamente questa scena, tragica e grandiosa allo stesso tempo (e che sarebbe entrata nella tradizione dei testi nibelungici), avrebbe rafforzato la fama di Attila come anti-eroe oscuro, incubo dell'Occidente e Oriente cristiani, predone sanguinario. Eppure, nonostante la sua figura sia collegata ai massacri perpetrati dai barbari,Attila non fu solo questo. Tentare una sua riabilitazione è francamente impossibile, ma non si può negare che - per dare una salda unità ad un popolo anarchico e nomade come quello degli Unni - il terrore non sarebbe bastato: Attila diede agli Unni una gerarchia, un ordine sociale, chiari obbiettivi da raggiungere, un sentimento (per ricorrere ad un'inevitabile forzatura) di nazionalità. La sua parabola sarebbe durata poco più di un decennio, e così quella degli Unni. Gli Unni, un popolo venuto dal nulla e tornato nel nulla.

ZLATAN IBRAHIMOVIC : ATTILA IL FLAGELLO DI DIO!
Milano 16.12.08 (corsera.it) Attila, l'uomo venuto dal nulla La salma di Attila riposava dietro una tenda. Fuori, i cavalieri cantavano i loro lamenti in favore del "più grande degli Unni, Attila figlio di Mundzuc, signore delle genti più forti". Ad uccidere il condottiero, il temuto padrone del popolo nomade che aveva terrorizzato per otto anni tutta l'Europa (dal 445 al 453), non era stata una spada, né un silenzioso complotto per il potere: Attila - il "Flagello di Dio", come lo avrebbero chiamato i cristiani - si arrendeva nel sonno, accanto all'ultima giovane sposa Ildico, sconfitto da un'emorragia. Soffocato dal sangue, il "nettare" che lo aveva dissetato nel suo viaggio terreno. I guerrieri, in dimostrazione di lutto, si tagliavano le chiome e si facevano tagli sui volti, già deturpati dall'infanzia per un'oscura tradizione. Quando il sole cominciò a tramontare,Attila veniva sepolto. Coperto da tre bare, una d'oro, una d'argento e una di ferro (che stavano a significare le ricchezze conquistate e la potenza delle sue armi), il condottiero assisteva all'ultimo massacro in suo nome: coloro che avevano scavato la fossa e avevano interrato la bara venivano infatti uccisi, come ultimo sacrificio in onore del capo.
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