Roma 7 Marzo 2010 (Corsera.it)di Matteo Corsini
"Salvo poi,come capita,ordire dietro le quinte inevitabili congiure."si conclude così il nuovo splendido editoriale di Ernesto Galli Che Guevara della Loggia,che mostra i denti alle critiche degli altri giorni,anzi le respinge al mittente,come "occultamento dei problemi,insieme alla povertà di elaborazione intellettuale....".Il PDl va rassomigliando sempre di più al Partito Comunista di un tempo.Cosa c'entra il PCI? C'entra perchè i tre coordinatori sono costretti a confutare in .....
pubblico ciò che in privato un gran numero di loro eminenti compagni di partito,sono prontissimi non solo ad ammettere,ma a denunciare apertamente."
Ma Ernesto Galli Della Loggia,avendo intuito che l'ultimo paragrafo potrebbe indurre a qualche dubbio,specifica il suo ruolo nella congiura mediatica:Per buona educaziona non faccio nomi,posso garantire però che non si tratta nè di amici del Presidente Gianfranfo Fini...."
Il capzioso ragionamento dell'editorialista Ernesto Che Guevara Galli della Loggia,ruota intorno dunque alla similitudine del partito ombra,dittatoriale che si regge sulla compiacenza nei confronti del suo leader carismatico Silvio Berlusconi e a "chi si precipita meglio e prima a fare i voleri dell'Augusto."
Capovolge dunque la frittata,anzi l'ideologia stregonesca del PD e dei suoi accoliti,cercando di impregnarvi anche i panni sporchi della coalizione di maggioranza,che frigge nel contrasto interno,nella lacerazione che Gianfranco Fini ha sobillato e creato nell'intestino tenue del PDL.
Ernesto Galli della Loggia immagina nel suo ragionamento che l'infezione del virus abbia colpito e condannato a morte l'onnivoro PDL,ma non mette in evidenza che quel virus micidiale ha una sua origine,una distilleria(con il Corriere della sera in testa) e dei druidi che quotidianamente e sapientemente,avvelenano dall'interno il movimento popolare di Silvio Berlusconi.La congiura nei confornti dei comunisti involontari è il rigurgito di un'opposizione incapace di idee e di muoversi veramente nell'agone politico,proprio perchè è il risultato ignobile di una classe dirigente di immaginari professori,dei depositari dei finti segreti della storia.Lo stesso Ernesto Che Guevara Galli della Loggia,senza rendersene conto,ne sottolinea il significato,quando chiaramente si rivolge ai tre coordinatori del PDL,accusandoli di povertà intellettuale.Si spacca in due il delizioso cruciverba dell'autore,la romanza gallica,perchè dalle parole,la penna lascia sgorgare quella impercettibile lacrima di veleno,su cui i partiti comunisti di tutto il mondo ,erigevano i bastioni dei gulag,crocifiggevano gli avversari,li costringevano al patibolo.Leggendo in controluce lo scritto di Ernesto Che Guevara della Loggia,si percepisce questa speranza di sogno agognato,l'abile manoscrittura che come un materasso di chiodi,cerca di spillare dal corpo del moribondo ogni ultima goccia di sangue.
Il popolo del PDL per Galli della Loggia è un mostro esangue senza idee,intellettualmente mediocre e insufficiente a respirare al cospetto del Corriere della Sera e dei suoi pregevoli autori,che guardano la realtà dal verso capovolto del binocolo,essendo loro,anzi credendosi lontani,sopra le nuvole accanto a Dio,per giudicare i comportamenti altrui,senza guardare dentro le loro mutande,l'altezzosa fornicazione ideologica,sprovvista della materia prima:quella grigia e quella della polvere della strada,sudore e lavoro.
Siamo giudicati dai Che Guevara della rivoluzione consentita,espressa in forme roboanti,mentre al di là del Tevere ci sono i popoli che aggiustano febbrilmente la storia e il loro destino,combattono giorno per giorno,anche quando pochi ladri cercano di far deragliare il cammino seducente del loro Principe.
Il ragionamento di Ernesto Galli della Loggia,appare giusto,ma mistifica,anzi tende a confondere gli estremi ,per unirli sotto lo stesso risultato reale.
Ernesto Galli della Loggia delinea dunque il quadro del nuovo agone politico e forse lo riempie,quando immagina Comunisti dei Gulag e quelli involontari,che si fronteggiano,tralasciando di dire che quelli dei Gulag hanno rovinato la loro stessa storia,redendendosi impotenti al tempo,mentre dall'altra parte si corre in ogni direzione tappando le falle di una barca in tempesta.
Corsera.it
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