Roma 4 Febbraio 2010 (Corsera.it)
Telecom uno scandalo nazionale,depredata dalla razza padana con il permesso del Governo di Massimo D'Alema,che vendette il voto golden share a quei rozzi fornicatori della finanza italiana.Oggi sono ricchi e potenti,il figlio Matteo, di Colannino è addiritura deputato nelle fila del PD e pontifica,moccioso figlio di papà sul da farsi dell'economia italiana.Roba da ridere,basterebbe uno strale di vento a farlo cadere dalle idiozie che racconta in televisione invitato da Bruno Vespa.Telecom uno scandalo devastante per l'intera ecomomia italiana.Oggi con la fusione in Telefonica i piccoli risparmiatori, gli azionisti rischiano di perdere quel poco che gli rimane del loro investimento.
MILANO - Calo in Borsa per Telecom che, balzata martedì in scia alle indiscrezioni su un ipotetico via libera del governo alla fusione con Telefonica (poi smentito), mercoledì ha chiuso la seduta in calo del 3,84% a 1,102 euro, dopo essere scesa fino a un minimo di 1,099 euro. Ancora elevato il volume degli scambi, con 220 milioni di pezzi passati di mano, pari all'1,6% del capitale, contro una media giornaliera di circa 90 milioni.
SCAJOLA-BERNABÈ - Dopo la smentita ufficiale arrivata da Palazzo Chigi, giovedì è in calendario l'incontro tra il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, e l'amministratore delegato del gruppo Franco Bernabè. «Ascolteremo nelle prossime ore cosa pensa di fare Telecom e alla luce di questo faremo le azioni possibili nel rispetto della libertà e mercato - ha detto il ministro -. Telecom è una società privata in Italia c'è il libero mercato, ma è altrettanto evidente che la rete delle telecomunicazioni è un asset strategico per il Paese». Indiscrezioni di stampa avevano parlato di un'offerta pubblica di scambio in arrivo «in tempi brevi» da parte degli spagnoli, già azionisti di Telecom attraverso la scatola Telco (di cui Telefonica detiene il 46,2%); il nodo da risolvere sarebbe quello della rete, sul quale il governo avrebbe messo dei paletti.
PICCOLI AZIONISTI - Asati, l'Associazione dei piccoli azionisti di Telecom, si dichiara «nettamente contraria» a una possibile fusione con Telefonica, poiché gli azionisti di minoranza «potrebbero subire ulteriori penalizzazioni», visto che le gestioni precedenti hanno avuto tutte lo stesso comportamento di impoverire l'azienda. «La fusione non è opportuna» spiega Asati, perché le capitalizzazioni delle due società sono troppo diverse e Telecom sarebbe completamente fagocitata; perché per i dipendenti «rappresenta una forte criticità per ovvie conseguenze sugli esuberi» e avrebbe conseguenze disastrose per l'indotto manifatturiero, gli investimenti e l'intero Paese. Asati invita tutti i soggetti coinvolti, compreso il governo, a evitare un «disastro annunciato». Un grido di allarme è arrivato anche dall'Adiconsum, che chiede che la rete resti in mani italiane per non mettere a rischio «la necessaria sicurezza, privacy e sviluppo economico e democratico del Paese».
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