Roma 18 Ottobre 2009(Corsera.it)di Matteo Corsini
Quando il mercato immobiliare cresceva,banche e assicurazioni,facevano a gara per vendere centinaia di proprietà immobiliari.La crisi economica è dovuta principalmente ad un motivo: l'opera della massoneria finanziaria sviluppatasi attraverso le strategie nelle banche.Mi spiego meglio: il sistema bancario italiano è sano,in massima parte,ma una grossa fetta è in mano a banchieri che fanno politica,insomma che amano comandare e spesso non si preoccupano dei rapporti di impiego dei denari degli istituti che presiedono,ma guardano altrove e hanno bisogno di scegliere cavalli bianchi su cui imprimere le loro strategie.Se vediamo al ruolo dei vari Stefano Ricucci o Danilo Coppola,ci rendiamo ben conto che la farina di quelle improvvise fortune non era ...
....del loro sacco,ma di abili manovratori,direi raffinati banchieri che amano giocare a monopoli,avviluppando nel loro atrio di casa,personaggi del tutto incompatibili con la logica economica degli affari.Sono praticamente agli antipodi,ma un odontoiatra come Stefano Ricucci,che ama trasformare Porto Ercole nella sua casa privata il giorno di capodanno,è il personaggio,la mentalità che si presta perfettamente ad essere plasmata e divorata dal cancro dell'avidità.Un interlocutore serio,equilibrato,riflessivo,che conosce le regole del mercato non potrebbe prestarsi al gioco lucido e ambizioso della massoneria finanziaria.Quella a cui infatti abbiamo assistito in Italia è la guerra tra fazioni massoniche del sistema bancario,gli innesti nella politica,ma sopratutto la congiuntura degli affari criminali che da sempre si annidano nel sistema.Per immaginare di muoversi al'interno di un sistema sano,la metà dei banchieri italiani dovrebbe essere falcidiata.
Sono un 'immobiliarista modesto e dunque vedo l'economia a testa in giù,anzi con i piedi immersi nella melma,perchè quelle a cui assistiamo oggi sono vertiginose sabbie mobili,in grado di risucchiarti verso l'Inferno con un colpo d'ala.In questi casi anche meglio non respirare,tanto qualcuno che sta peggio di te,andrà giù prima .Ho conosciuto nel corso degli anni quasi tutti i protagonisti dell'ultimo decennio di schiopettante mercato immobiliare,mi ricordo quando Coppola venne a trovarmi in ufficio intenzionato ad acquistare il palazzo del Principe Borghese a Lungotevere a Roma,oppure Stefano Ricucci,quando rovistava il mercato per una garconnierre per il suo amico Emilio Gnutti.Conobbi anche Zunino,allora tanto grasso e arrogante,che non gli avresti dato una lira,perchè si intuiva che non aveva l'occhio per le operazioni giuste.Lavoravo in quei tempi per l'acquisizione del primo portafoglio immobiliare UNIPOL,quello che mise in vendita Giovanni Consorte allora dominus della compagnia assicurativa di Bologna.A tal proposito malgrado le gravi affermazioni registrate a Piero Fassino,devo dire che non ho mai visto un politico dei DS nei seminterrati di Via Stalingrado,se non al contrario i rappresentanti della razza padana.
Se oggi guardiamo indietro,scorriamo con la mente i titoli dei giornali,ci domaniamo come mai tutto questo si accaduto,così in fretta e precipitosamente,non bastano dunque le ragioni della crisi finanziaria a darci un chiaro scenario di questa tragedia.
I Piedi per terra.
Da modesto immobiliarista mi sono abituato,e una volta si diceva dei ciabattini,che per ragionare con il mercato e dunque per capire dove e come si muove,non bisogna mai perdere contatto con la realtà.Se conosci il nemico sai come fronteggiarlo,se ti chiudi dentro il tuo palazzo fatato,alla fine perderai anche la sedia su cui ti trovi seduto.E' accaduto in Italia,con l'impero Romano,che pareva allora una realtà invincibile.Il modesto immobiliarista,come dovrebbe fare anche il modesto economista,non abbandona dunque il suo ruolo al centro del negozio,il mercato,pechè si nutre delle sue mille voci,dei suoi giochi che sono aspirazioni di crescita sociale,acquisizione di status simbol,e concorrenza.L'economia funziona perchè ci sarà sempre qualcuno più povero che cercherà di dimostrare di essere anche lui un privilegiato,assistiamo ovunque,come un poveraccio con un rolex al polso,si pavoneggia accanto all'amico industriale e parla di economia come fosse uno scienziato.Eppure i termini di questa contraddizione,ci fanno immaginare come i due soggetti presi ad esempio,siano agli antipodi della soluzione che andiamo cercando,ma la loro fusione potrebbe al contrario individuare le via di fuga alla crisi economica.Principi teorici di macroeconomia devono sostanzialmente sposarsi con l'intuizione del mercato reale,perchè si possano sostenere reciprocamente,se al contrario le due posizione rimangono equidistanti,ogni crisi economica diventa un Titanic.Con la lente di ingrandimento vediamo che oggi lo stesso Silvio Berlusconi dichiara al mondo che l'italia presto potrebbe raggiungere il 112% di deficit pubblico,parole che fanno da sponda alla strategia del Ministro dell'economia Giulio Tremonti ,che in queste ore agisce secondo la conosciuta teoria di Sargent Wallace che collega il livello di inflazione a quella del debito pubblico,e che mette in evidenza come nel lungo periodo lo Stato dovrà scegliere tra un drammatico aumento delle imposte pe risanare le finanze pubbliche,oppure lasciare che una galoppante inflazione svaluti il debito a favore dell'attività di rimborso .E allora ci domandiamo come mai,in una fase di vertiginoso aumento del debito pubblico,il Governo dichiara che il Ponte sullo Stretto di Messina si farà?
L'apparenza della contraddizione al contrario sviluppa la teoria di Keynes,quella del c.d. deficit spending, che infatti ritiene opportuno che lo Stato,durante le congiunture avverse,per favorire la crescita economica del paese,intervenga nel mercato interno,anche se questo significherà chiudere il bilancio in disavanzo.
Ci accorgiamo allora,che nei prossimi anni,l'inflazione potrebbe finire con erodere la capacità di acquisto della moneta,sebbene forte come l'euro a tutto favore del mercato immobiliare,che sebbene oggi sia a livelli di scambio contenuti,immancabilmente,come spiega la storia,rinasce sempre a nuova vita.
Matteo Corsini
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