Roma 11.12.08 (Corsera.it) Roma 11.12.2008
Alla prima vera emergenza del suo incarico di Sindaco Gianni Alemanno ha dato il meglio di sè. Crisi finanziaria ed economia in ginocchio.L'economia di una città come Roma disintegrata dal caos infernale,la paralisi forzata per l'incapacità amministrativa .
Mio figlio ricorderà QUESTO GIORNO come una delle peggiori sconfitte della città di Roma Caput Mundi.Ricorderà questo giorno perchè non è riuscito a raggiungere la scuola,tifoso della Roma sfegatato,sciarpa al collo,maglietta di Totti.Ama questa città come niente altro al mondo e ovunque vada l'orgoglio di essere romano lo anticipa anche nello sguardo.Gli occhi di mio figlio oggi hanno visto una città piegata in ginocchio,trasformata dall'acqua,fiumi in piena,pozzanghere,cedimenti dei terrapieni,automobilisti come milioni di api impazzite a cui qualcuno ha bruciato l'alveare.Alemanno come Nerone,niente di più e niente di meno,alla prima vera necessità della Capitale,Alemanno Occhio Incrociato,non ha avuto scampo e con lui l'intera amministrazione e tutti noi cittadini.Un disastro epocale che nessuno ha saputo prevedere,anticipare.Hanno lasciato che la notte compisse il suo dramma apocalittico,per poi svegliarsi e gridare al disastro,chidere lo stato di calamità.Saranno i suoi occhi che si attraggono incrociandosi troppo vicino al naso a delineare l'audacia del nostro Primo Amministratore,la fulgida intelligenza che esprime il politico.Roma Capitale d'Italia al collasso,dispersa in mille rivoli,nessuna segnalazione,nessuna assistenza per i viaggiatori,nessuna sosta organizzata,nessun sistema di coordinamento,che si doveva pensare prima,giorni addietro,anche quando noi scrivevamo Coas infernale sulla cassia Bisanticipando i pericoli di una congestione traffico tempo.Se piove e nevica ovunque,perchè l'amministrazione non ha organizzato dei centri accoglienza? Non hanno chiuso alcune aree al traffico,non hanno immaginato deflussi sulle strade creando temporanei sensi unici? Dove stava il Sindaco?
Alemanno e Marrazzo devono dimettersi domani,all'istante,piegarsi in ginocchio difronte ai tre milioni di romani che oggi hanno dovuto rinunciare alla scuola,al lavoro,alle compere natalizie.Un inferno di lapilli del tempo che per tutta la notte picchiettava,quasi volendo sussurrare "fate qualcosa " altrimenti vi affoghiamo tutti.
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