Kabul 18 Settembre 2009(Corsera.it)di Matteo Corsini
Sono morti sei soldati italiani del 186 Reggimento Paracadutisti Folgore di stanza a Siena.Un brivido ha percorso il mondo intero,un brivido di commozione per i cittadini americani,un brivido nelle parole di cordoglio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano .Un brivido nelle parole commosse del Presidente degli Stati Uniti Barack Obama,un brivido per le famiglie italiane,per i genitori,per gli amici,nelle Chiese,nei prati ,nelle strade.Un brivido lungo i fiumi,sulle montagne,un brivido sulle spiagge,nel mare.Un brivido di un volto che lacrima ha dipinto il gesto della tristezza nel cielo,ha squarciato il remoto e l'ignoto,ci ha catapultato come un lampo di folgore nel destino che Dio ha voluto per quegli uomini coraggiosi , che non sono arretrati difronte ai confini dell'Inferno.Un brivido che è il destino degli eroi voluti dalla storia, sono nomi che si scolpiscono ardenti sulle rocce,nelle piazze,dentro di noi,lacrimano insieme al cuore,sono veloci come il vento e scaltri come i giaguari nella savana.Sono loro la coscienza e noi stessi,qualcosa che oggi possiamo raccontare al mondo e che ci rende orgogliosi del nostro paese,ma il sacrificio è del loro sangue,anche se qualcuno immagina di sfruttarne il destino.
Io racconto del Corriere della Sera.
MILANO - Sei militari italiani sono morti e altri quattro sono rimasti feriti in Afghanistan in seguito a un attentato kamikaze che ha colpito un convoglio della Nato sulla strada che porta dal centro cittadino all'aeroporto della capitale, Kabul. Sia i morti sia i feriti (quest'ultimi non sarebbero in pericolo di vita secondo quanto ha riferito il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, al Senato) appartengono al 186esimo Reggimento Paracadutisti Folgore di stanza a Siena, tranne un ferito che è un militare dell'aeronautica. L'attentato di Kabul ha provocato l'immediato cordoglio del governo e di tutto il mondo politico italiano. E un pensiero alle vittime lo ha rivolto anche il Papa: «Prego per le famiglie dei caduti» ha fatto sapere il pontefice tramite una nota della Santa Sede.
ANCHE I CIVILI - Nello scoppio sono rimasti coinvolti due blindati italiani di scorta al convoglio, colpiti in pieno dall'esplosione di un veicolo imbottito di esplosivo condotto da un attentatore kamikaze. I morti italiani sono quattro caporal maggiore, un sergente maggiore e il tenente che comandava i due blindati. Di tutti successivamente l'esercito ha comunicato i nomi. «Gli effetti dell'attentato sono stati devastanti», ha sottolineato una fonte militare. Successivamente il ministro La Russa ha spiegato in Parlamento che per l'attentato sono stati utilizzati 150 kg di esplosivo. Oltre ai sei soldati italiani, vanno registrate 15 vittime tra i civili afghani, a cui si aggiungono 55 feriti.
LA RICOSTRUZIONE - L'attentato è avvenuto alle 12.10 locali, le 9.40 in Italia, nei pressi della rotonda Massud, dove il traffico è rallentato per i controlli sul traffico diretto verso l'ambasciata Usa, il comando Isaf e l'aeroporto. Sui due lati delle strade sono stati distrutti case e negozi. Secondo le prime ricostruzioni, un automezzo civile (una Toyota bianca secondo quanto ha riferito in Senato il ministro della Difesa Ignazio La Russa) con a bordo il kamikaze e con un notevole carico di esplosivo sarebbe riuscito ad infilarsi tra i mezzi prima di esplodere.
LA RIVENDICAZIONE DEI TALEBANI - Un portavoce dei talebani, Zabiullah Mujahid, ha rivendicato l’attentato. In un messaggio sms il portavoce ha riferito che un uomo di nome Hayutullah si è fatto esplodere contro il convoglio militare dell’Isaf, nel centro della capitale. Altre fonti, come detto, parlano però di due attentatori. Negli ultimi mesi, nonostante la massiccia presenza di forze armate internazionali, a Kabul si sono moltiplicati gli attacchi suicidi dei talebani. L'ultimo è stato l'8 settembre scorso, quando un'autobomba ha ucciso tre civili esplodendo davanti all'entrata della base aerea della Nato. Secondo alcune interpretazioni, l'obiettivo dell'attentato di Kabul forse non era il convoglio scortato dai militari, bensì una delle ambasciate straniere presenti nella capitale. A dimostrarlo ci sarebbe l'ingente quantitativo di esplosivo utilizzato, in quantità molto superiori rispetto a quanto viene normalmente impiegato per gli attacchi alle colonne di mezzi militari.
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