New York 4 Settembre 2009(Corsera.it)di Matteo Corsini
Caduto in una imboscata dei talebani,le gambe tranciate via dall'esplosione di una granata,aiutato da due commilitoni,Joshua Bernard il marine di appena 21 anni,ha fatto il giro del mondo per tramite di una fotografia scattata da un fotografo dell'agenzia giornalistia AP.La fotografia della morte di quel giovane marine ha sollevato un vespaio di ....
....polemiche sull'opportunità di mostrare il volto terribile di questa ennesima guerra.Opportunità e premi Pulitzer,perchè a questi audaci fotografi arrivano anche i premi.Le giurie della nostra società civilizzata premiano gli scatti che ritraggono la morte in via di realizzazione,come fossero parte di quell'Inferno che ognuno di noi sogna di notte e che vuole tenere lontano dalla vita.E' morto Bernard,un soldato americano di 21 anni.Non siamo morti noi.La disgrazia è soltanto sua e della sua famiglia.Noi continuiamo a vivere.Quale è dunque il volto dell'opportunità? La pietà di non mostrarne il corpo martoriato? Oppure evitare che altri giovani marine finiscano allo stesso modo?
Joshua Bernard è morto da eroe,così lo vuole la letteratura giornalistica americana,un eroe sacrificato al suo mondo civilizzato e quell'idea di progresso che ognuno di noi si è fatta nel corso della sua vita.Il mondo dibatte sulla opportunità di quella morte e non della pietà del corpo,ci si interroga se Cristo morente avesse ragione oppure no.Ma non sono le gambe di Dio quelle perdute dall'uomo in battaglia? Non è il suo l'urlo di dolore e di disperazione di Joshua che rivolge ai suoi commilitoni :"presto venite a salvare non mi sento più le gambe.Dove sono finite le mie gambe?"
UN figlio senza gambe è il peggiore dei dolori per un genitore,un figlio ucciso all'improvviso da un lampo recide ogni speranza di vita per lui e per gli altri,e' il segno disperato che qualcosa non funziona,non ha ragione che si manifesti come noi crediamo.Quella guerra in Afghanistan è tanto più odiosa perchè cominciata come una guerra giusta,utile a reprimere il terrorismo,eppure il commercio della droga alimenta e finanzia i signori di quelle montagne che vivono abbarbicati ad un immenso tesoro.
Joshua Bernard è forse morto per una causa giusta,marine di un esercito che combatte la sua guerra contro il terrorismo ,ma la cui organizzazione giuridica permette che il traffco degli stupefacenti continui a creare immensi profitti,così grandi da rendere l'Afghanistan un immenso territorio criminale.
La morte del marine Bernard è la sintesi di questa contraddizione,perchè basterebbero poche semplici norme per frantumare la speculazione nei mercati della droga,rendendoli liberi e controllandoli nella legalità.
Quella in Afghanistan è la guerra che nessun vuole vincere,poichè intacca interessi enormi delle lobby del traffico della droga,quelle che vivono e proliferano proprio a Washington a due passi dalla Casa Bianca.
L’immagine ritrae il caporale 21enne Joshua Bernard, con le gambe straziate da una granata dopo che la sua pattuglia è caduta in un agguato dei talebani. Lo scatto risale al 14 agosto e ha per teatro una delle più pericolose province afghane, Helmand. Joshua morì poco dopo su un tavolo operatorio. Il padre del giovane non avrebbe voluto che la foto fosse resa pubblica; e i media Usa, al contrario di quanto avvenne ai tempi del Vietnam, finora si erano quasi sempre rifiutati di pubblicare le immagini strazianti dei soldati morti in Iraq e Afghanistan, testimonianza evidente del pesante prezzo pagato per le due guerre.
I maggiori quotidiani Usa, compresi il New York Times e il Washington Post, hanno dato la notizia della querelle ma non hanno pubblicato la foto che è apparsa sul sito di informazione Huffington Post. La scelta dell’Ap - che ha ignorato le indicazioni del Pentagono - ha scatenato l’indignazione del segretario alla Difesa, Robert Gates. In una lettera al presidente dell’agenzia di stampa, Thomas Curley, Gates ha definito «terrificante» la decisione: «La vostra mancanza di pietà e senso comune nello scegliere di mettere la foto di un ragazzo menomato e ferito in prima pagina su molti giornali è terrificante». «La questione non riguarda un diritto costituzionale, ma il giudizio e il pudore comune».
La Ap ha spiegato che la decisione di pubblicare l’immagine -scattata da una dei suoi fotografi, Julie Jacobson, "embedded" con la pattuglia di Bernard- è stata presa dopo «lunghe riflessioni». «Alla fine, in questo caso, l’Ap ha deciso che nell’ambito dell’intero contesto, fosse importante mostrare ai lettori e agli spettatori le immagini». «Siamo convinti che sia nostro dovere di giornalisti mostrare la realtà della guerra, anche se talvolta spiacevole e brutale», si è giustificato Santiago Lyon, direttore del servizio fotografico. La morte di Bernard mostra «il suo sacrificio per la sua nazione». Ma l’America è sotto choc. Solo all’inizio dell’anno, l’amministrazione Obama aveva abolito il divieto di mostrare le bare dei soldati che rientravano in patria. Adesso arriva un’immagine ben più straziante
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