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MONDO ARABO MUAMMAR GHEDDAFI.SILVIO BERLUSCONI PIU' CAMERIERA CHE AMBASCIATORE.IL PASSEPARTOUT DI BARACK OBAMA.

Roma 12 Giugno 2009(Corsera.it) di Matteo Corsini

Carissimi 550.000 Lettori Buona Giornata.

Silvio Berlusconi e Muammar Gheddafi ,se li vedi insieme sembramo due macchiette da teatro,non soltanto per il ridicolo aspetto fisico,ma per come si acconciano ,si imbrattano direi.Muammar con i capelli lunghi a formare la capigliatura al vento per apparire giovane,ma sembrano i rovi che rotolano nel deserto impazziti,quelli che non sai mai da dove vengono.Occhialoni giaganteschi,un'aria smunta al cui cospetto quella di Niccolò Ghedini sembra fiorente.Le vesti  palandrane caricaturali damascate,come uno di quegli attori di teatro di provincia che si porta la sfiga addosso,si sente la polvere,la pesantezza del proprio Io interiore.E Silvio Berlusconi,minuscolo,tirato su dai tacconi di legno che lo allungano come la sagoma di un ....

....fenicottero,tutte gambe e niente busto,il collo inesistente,quasi il volto scoppiasse dal girocollo della camicia.La testa impiastricciata dei capelli finti,il nasone,sembra alle volte Bob Rock del gruppo TNT,ve lo ricordate?

Eppure i due simpatici nonnetti sono dei gagliardi sciupafemmine,uno si è presentato a Roma con 300 amazzoni e l'altro gira con una manciata di Ministre Bone come il Pane e durante i week-end la sua reggia di Porto Rotondo assomiglia a Porcellonia dell'eroe dei fumetti erotici Topolanek.

Ma diventiamo seri.Come scritto su questo giornale,il Presidente americano Barack Obama ,malgrado la pellaccia nera,non è riuscito a fare colpo sui paesi arabi ,al contrario,qualcuno dei leaders arabi lo vede con ferocia antagonista,dal momento che essendo nero, membri della comunità musulmana potrebbero anche giudicarlo un mezzo sangue,uno più vicino a loro che agli americani.Ma non è così,Barack Obama al contrario di Silvio Berlusconi non possiede l'arte del commercio,quel singolare spirito dell'animo che invece pervade il corpo del Cavaliere di Arcore.Barack Obama è austero,veste la casacca della fortuna dell'Occidente,quella degli illustri studenti dei college americani,una manciata di fortunati del nostro pianeta,un club di privilegiati.Il mondo arabo al contrario è un terra di diseredati, popolazioni che faticano di giorno e di notte,di gente che si sporca le mani. Dove sono le lacrime di sudore sul volto asciutto di Barack Obama?

Il Presidente americano appare al mondo arabo come un giocatore di pallacanestro,sempre in forma e oliato,anche nei sentimenti,ma le sue parole non graffiano,non riescono a penetrare i cuori del mondo fanatico musulmano.

Silvio Berlusconi insieme a Muammar Gheddafi ha messo in scena un teatro eccezionale,di un impatto mediatico senza precedenti,perchè Roma,quella metropoli moderna,attaccata come appendice dell'Europa e che molte volte è confine tra la miseria dei paesi africani e il mondo civilizzato,ha onorato il Principe Libico,malgrado la sua mano sia macchiata di sangue per le note vicende di Lockerbie.Nell'anfiteatro romano Muammar Gheddafi ha anche sparato qualche pallettone contro l'America,rea di avergli bombardato la casa e ucciso la figlia adottiva,teorizzando l'equivalenza dei crimini di guerra,Torri Gemelle e bombardamenti della CIA.Le azioni di forza sono paragonabili.Anche se il paragone di Gheddafi è andato oltre ogni limite di decenza mediatica,ma quelle parole hanno peso nella comunità araba e Muammar è visto come un leader che difende la coscienza e l'anima delle  popolazioni musulmane.

Muammar Gheddafi è anche un leader moderato,uno che convive nei fasti del capitalismo,anche se la tenda è diventata l'oggetto simbolo della sua vicinanza con il popolo e le tradizioni del suo paese,fino a sembrare ridicolo,anche a Roma si è fatto impiantare una tenda nel parco di Villa Madama.Un saggio di acume mediatico molto simile al capo del circo delle televisioni,quel certo Silvio Berlusconi che non sbaglia nota e motivo musicale ogni volta che appare in pubblico.La televisione si inchina al maestro della pubblicità,il sale del marketing.

Muammar Gheddafi e SIlvio Berlusconi sono amici e le lacrime e il cuore dei libici e gli italiani che si rinsaldano ancora una volta,anni dopo il colonialismo,sullo stesso livello,mangiando dallo stesso piatto.Senza capirlo bene,i leaders scemi del PD,non hanno focalizzato bene  che Silvio Berlusconi riconoscendo alla LIbia i danni di guerra e concedendo questa vittoria al leader libico si è guadagnato un posto nel cuore del mondo musulmano,non solo tra i cittadini libici.Il gesto di Silvio Berlusconi,al di là dei soldi e della costruzioine simbolo dell'autostrada,è un abraccio sincero con il mondo musulmano,una carezza sul volto degli arabi moderati.Silvio Berlusconi è stato sdoganato dal Principe Libico,come un amico utile all'estremo oriente e al continente Africano.

Silvio Berlusconi il suo fascino di leader internazionale,di piccoletto pronto ad inchinarsi difronte ai grandi della terra,è il trade union perfetto per la Grande Madre Russia e la potenza nemica gli USA.Lo spiffero sotto la porta da cui si può soffiare e sbirciare nella casa del nemico.Forse il mondo arabo considera Silvio Berlusconi più una massaia o un maggiordomo che un ambasciatore,ma è utile immaginare che raccogliendo le confidenze dei padroni di casa,il Presidente del Consiglio italiano si è ritagliato nel bilancino delle relazioni internazionali un ruolo di primissimo piano.Silvio Berlusconi dunque è l'unico vero passepartout per parlare con questa austera famiglia di ricchi sceicchi del petrolio,utile anche all'amministrazione di Barack Obama per avvicinare forse un domani la potenza infernale dell'Iran,vera spina nel fianco degli equilibri di politica internazionale.

Ma qui si aprirebbe una pagina di una inchiesta della magistratura ,che Corsera.it sta portando avanti ,sulle relazioni dei servizi segreti italiani con il governo dell'Iran,dove nelle profondità delle relazioni si intravede anche lo zampino di alcuni esponenti della Fondazione Italiani nel Mondo.Ma ve ne parleremo più avanti.

 

 


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